La polemica

Francia, è in arrivo una stangata sui biglietti aerei?

Il governo sarebbe intenzionato ad aumentare la tassa sull'aviazione per far fronte al deficit di bilancio – La proposta, rivelata dai media, è già stata criticata dalla IATA: «Sa di panico e mancanza di pensiero comune» dice Willie Walsh
© Shutterstock
Marcello Pelizzari
12.10.2024 13:30

Il deficit di bilancio, in Francia, è piuttosto pesante. Si parla, venendo alle cifre, di 60 miliardi di euro. Di qui, secondo quanto riportato da Le Monde e Les Echos, la possibilità – concreta – che il governo aumenti la tassa sull'aviazione. Uno sforzo, appunto, per recuperare terreno rispetto al citato deficit nell'ambito della legge finanziaria per il 2025. L'aumento, leggiamo, si aggirerebbe sul miliardo di euro. Nello specifico, per i voli a lungo raggio in business class che superano i 5 mila chilometri la tassa triplicherebbe. Passando dagli attuali 60 euro per biglietto a 200 euro. In economy, invece, l'onere fiscale si alzerebbe dagli attuali 7,50 euro a 60 euro. Addirittura, per la cosiddetta aviazione d'affari la tassa balzerebbe a 3 mila euro per passeggero. Sempre per i voli a lungo raggio.

Ribattezzata a suo tempo «tassa Chirac» e introdotta nel 2006 per finanziare la lotta all'AIDS in Africa, questa tassa di solidarietà sui biglietti aerei (TSBA) è stata pesantemente criticata in queste ore da Willie Walsh, direttore generale di IATA, l'Organizzazione mondiale delle compagnie aeree: «La proposta sa di panico e di mancanza di un pensiero comune» ha dichiarato, criticando il governo francese e sollecitando una valutazione d'impatto completa. «Se queste proposte fiscali verranno attuate, sarà un disastro per la Francia. Non si può tassare la prosperità. L'aviazione è un motore dell'occupazione e della prosperità, oltre che un comprovato acceleratore della crescita in altri settori dell'economia».

Le indiscrezioni legate a un possibile aumento della TSBA, in questi giorni, hanno zavorrato e non poco il titolo di Air France-KLM a Parigi. Walsh, ancora, ha spiegato che un intervento così marcato soffocherebbe la crescita e l'occupazione. Ostacolando, altresì, gli obiettivi turistici del Paese. Non solo, in gioco vi sarebbe altresì la transizione verso il carburante sostenibile. «Il governo è consapevole che la Francia ha meno passeggeri e serve meno destinazioni rispetto a prima della pandemia? Il Ministro del Turismo non è preoccupato che l'obiettivo di raggiungere 100 milioni di turisti sia compromesso da queste tasse? Come pensa il Ministro dell'Ambiente che estrarre un miliardo di euro extra dall'aviazione francese possa aiutare la transizione, molto costosa, verso carburanti sostenibili per l'aviazione? Che cosa ha da dire il primo ministro sul fatto che queste tasse ricadono più duramente sulle imprese francesi e danneggiano i posti di lavoro francesi?».

Walsh, come esempio positivo, ha citato la Svezia. Dove, al contrario della Francia, la tassa sull'aviazione è stata abolita. Una decisione, questa, a sua volta criticata dagli attivisti. I quali hanno sostenuto che, così facendo, il governo svedese sta bloccando l'azione a favore del clima. La tassa sui voli, volta a ridurre l’inquinamento causato dall’aviazione, era stata introdotta nel 2018 in concomitanza con l’ascesa del movimento flygskam, reso popolare da Greta Thunberg. La «vergogna di volare», proprio quella. Nel bilancio per il prossimo anno, presentato a settembre, la coalizione di centrodestra, che conta sul sostegno dei populisti Democratici Svedesi di estrema destra, aveva affermato che dal prossimo luglio la tassa non sarà più applicata. Una mossa che dovrebbe ridurre i prezzi dei biglietti, in partenza dalla Svezia, di 6,60 franchi per i voli all'interno dello spazio europeo e di 26,80 franchi per quelli extraeuropei. La decisione svedese, per contro, a detta di Walsh è una strategia efficace per la crescita economica.

A Walsh, tornando alla Francia, ha fatto eco il Sindacato nazionale dell'aviazione, o meglio la Fédération Nationale de l'Aviation et de ses Métiers. Il presidente, Pascal de Izaguirre, ha sottolineato che la situazione attuale è difficilmente «migliorabile», considerando che le tasse sui voli nazionali rappresentano già il 40% del prezzo del biglietto.

In questo articolo: