Il caso

Francia-Israele: fischi e tensioni fra tifosi allo Stade de France

Dopo i fatti molto gravi di una settimana fa seguiti all'incontro di Europa League Ajax-Maccabi Tel Aviv ad Amsterdam, la capitale di Francia era in stato d'allerta con 4.000 poliziotti schierati per evitare eventuali disordini
©Aurelien Morissard
Ats
15.11.2024 10:47

È finita 0 a 0 senza grandi incidenti la partita di ieri sera allo Stade de France tra le nazionali di Francia e Israele. Fatta eccezione per l'inno dello stato ebraico fischiato e qualche scontro in tribuna durante il primo tempo, il match di Nations League si è svolto in un clima piuttosto tranquillo.

Dopo i fatti molto gravi di una settimana fa seguiti all'incontro di Europa League Ajax-Maccabi Tel Aviv ad Amsterdam, la capitale di Francia era in stato d'allerta con 4.000 poliziotti schierati per evitare eventuali disordini. «Saremo irremovibili davanti all'antisemitismo», aveva avvertito il presidente francese, Emmanuel Macron, poco prima della partita a cui ha voluto assistere personalmente in tribuna.

Poco prima del fischio d'inizio, diverse centinaia di persone hanno manifestato a Saint-Denis, il comune a nord di Parigi in cui sorge lo Stade de France, per chiedere alla Francia di dire ''stop al genocidio'' a Gaza. La manifestazione rispondeva allo slogan ''non si gioca con il genocidio'', proprio nel giorno in cui un Comitato speciale delle Nazioni Unite ha concluso che i metodi di guerra usati dallo Stato ebraico nella Striscia di Gaza ''corrispondono alle caratteristiche di un genocidio''. In giornata, il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, aveva parlato al telefono con l'omologo francese, Jean-Noel Barrot, per chiedere di garantire la sicurezza dei tifosi israeliani lungo le rive della Senna.

Per placare le tensioni scoppiate durante il primo tempo dell'incontro agenti hanno innalzato un cordone di sicurezza in mezzo agli spalti. Nello stadio più grande di Francia è quindi tornata la calma, prima dell'avvio del secondo tempo. Oltre che nelle strade e nelle metropolitane, un buon numero di poliziotti e gendarmi erano stati schierati - come non avviene quasi mai - anche all'interno dell'impianto da 80.000 posti, riempito per meno di un quarto. Per il match di ieri sera, nel grande stadio costruito per i Mondiali di Calcio del 1998, erano infatti presenti non più di 25.000 spettatori, probabilmente qualche migliaio in meno.

Insieme alle forze dell'ordine attorno allo Stade de France erano schierati 1.600 agenti di sicurezza. Impegnato direttamente nella protezione della squadra israeliana, anche il Raid, l'unità di élite della polizia francese, con teste di cuoio utilizzate nelle operazioni antiterrorismo.

Autorizzate, all'interno dello stadio, soltanto le bandiere di Francia e Israele, vietati i simboli palestinesi e i «messaggi a carattere politico», ha precisato il prefetto Laurent Nunez.

Giovedì sera, migliaia di persone avevano manifestato a Parigi contro una serata di gala a sostegno di Israele organizzata da personalità franco-israeliane di estrema destra, e più in generale contro la politica del governo di Benyamin Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania

Ad Amsterdam, a scontrarsi in strada erano stati tifosi israeliani, che prima del match avevano intonato cori anti-arabi, contro giovani filopalestinesi, fino a tarda notte, impegnati in quella che il governo israeliano ha definito una vera «caccia all'ebreo». Le autorità francesi, confermando lo svolgimento dell'incontro nonostante le tensioni, hanno escluso di spostare o rinviare la partita, una decisione che - secondo il ministro dell'Interno Bruno Retailleau avrebbe significato «abdicare di fronte alle minacce di violenza e all'antisemitismo».