Il caso

Fratelli Menéndez, «la sentenza è da rivedere»

Secondo il giudice distrettuale di Los Angeles, George Gascón, Erik e Lyle, condannati nel 1989 per aver ucciso brutalmente i loro genitori, avrebbero realmente agito in seguito alle numerose molestie subite
©Damian Dovarganes
Red. Online
25.10.2024 08:00

Il caso dei fratelli Menéndez è finito, nuovamente, sotto ai riflettori. A poco più di un mese di distanza dal 26 novembre, giorno in cui si terrà una nuova audizione in tribunale. Erik e Lyle, infatti, sono stati condannati, nel 1989, per aver ucciso brutalmente i loro genitori. Negli ultimi tempi – complice il successo della serie tv dedicata al caso, Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menéndez, disponibile su Netflix – sono emerse nuove prove. Prove che, come dichiarato poche ore fa in conferenza dal giudice distrettuale di Los Angeles, George Gascón, avvalorano la tesi che sostiene che i due fratelli abbiano agito anche in seguito alle numerose molestie subite nel corso degli anni dal padre, l'imprenditore José Menéndez.

A tal proposito, nelle scorse ore, George Gascón è tornato sulla questione, sottolineando che Erike Lyle dovrebbero «essere nuovamente processati da un giudice e rilasciati». Ribadendo che le nuove prove nel caso «meritano una revisione della loro condanna all'ergastolo». La possibilità che i due fratelli, dunque, tornino in libertà, si fa passo dopo passo più concreta. O quasi. Infatti – come sottolineano i media internazionali – è bene ricordare che la strada da percorrere è ancora lunga. È ancora troppo presto per sapere se si arriverà davvero, prima o poi, a una svolta.

Attualmente, Erik Menéndez e Lyle Menéndez hanno 53 e 56 anni. Stanno scontando l'ergastolo, senza possibilità di libertà vigilata in California. Sarà un giudice ad aver l'ultima parola e a decidere se sia opportuno rivedere la sentenza, mentre una commissione per la libertà vigilata dovrà valutare se i due fratelli possano essere rilasciati, dopo aver scontato quasi 35 anni di prigione. «Alle luce delle molestie subite, i due non dovevano essere giudicati per omicidio premeditato, ma per omicidio di secondo gravo, che prevede una pena di 50 anni», ha dichiarato il giudice distrettuale. «Considerata la giovane età all'epoca della condanna e considerato che hanno già scontato così tanti anni di prigione, potrebbero già chiedere la condizionale e uscire», ha aggiunto. 

I due, al momento, non sono stati informati, in anticipo, della decisione di Gascón. Così come i membri della famiglia Menéndez. «Credo che i fratelli siano stati vittime di un'enorme quantità di problemi  molestie nella loro casa», ha sottolineato, ancora una volta, il giudice distrettuale di Los Angeles. Aggiungendo che, sebbene non ci siano scuse per giustificare l'omicidio, i fratelli «abbiano pagato il loro debito con la società». In prima fila, in conferenza stampa, c'erano zii e cugini di Erik e Lyle, che lottano per la loro libertà. 

© Keystone
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Le nuove prove

Durante i processi penali degli anni '90, i pubblici ministeri avevano dipinto Erik e Lyle come due «ragazzi ricchi che avevano pianificato metodicamente gli omicidi per aver accesso alla fortuna dei genitori». Ciononostante, secondo i loro avvocati difensori, i fratelli erano stati vittime di anni di abusi emotivi, fisici e sessuali e avrebbero pertanto agito «per autodifesa». A tal proposito, gli avvocati della difesa, lo scorso anno, avevano chiesto la revisione del processo presentando due nuovi elementi di prova. Tra questi, una lettera di Erik Menéndez, inviata a un membro della famiglia apparentemente nel 1988, in cui descriveva, dettagliatamente, i presunti abusi da parte del padre.

A sostegno dei presunti abusi, era stata portata anche la testimonianza di un membro – all'epoca dei fatti minorenne – della boy band Menudo. Il quale dichiarava che José Menéndez, che ai tempi lavorava come dirigente presso la casa discografica RCA, lo aveva drogato e violentato durante una visita a casa della famiglia Menéndez. 

I prossimi passi

Come detto, non è ancora chiaro se i fratelli potranno, a tutti gli effetti, tornare in libertà in futuro. Nelle scorse ore, tuttavia, George Gascón ha ribadito che il suo ufficio. oggi, presenterà «una raccomandazione per una nuova sentenza in tribunale». Raccomandazione che conterrà dettagli e prove a favore di una sentenza più lieve. 

Di conseguenza, spiega la BBC, verrà fissata un'udienza, verosimilmente nei prossimi 30-45 giorni, in cui un giudice valuterà e ascolterà le argomentazioni a favore del rilascio dei fratelli. In questa occasione, potrebbero essere presenti anche Erik e Lyle. 

Qualora la raccomandazione venisse approvata da un giudice, ha ribadito Gascón, i fratelli potrebbero ottenere la libertà condizionale, sia per quanto prevede la legge in California, sia per l'età che avevano all'epoca dei crimini. Una commissione per la libertà vigilata dovrebbe a sua volta esaminare il caso e la riabilitazione dei fratelli. Ma anche qualora dovesse approvare il rilascio, il governatore della California Gavin Newsom potrebbe comunque respingerlo. Un ulteriore segno della complessità del caso. 

L'ultima parola, però, spetterà al giudice. L'udienza del caso, come anticipato, è prevista per il 26 novembre. Ma l'ufficio del procuratore distrettuale Gascón spera di riuscire a fissare una nuova udienza per discutere la raccomandazione di ri-sentenza.