«FTX? Mai visto una mancanza così totale di controlli»
John Ray, nuovo amministratore delegato di FTX, la piattaforma di scambio per le criptovalute finita gambe all’aria, non ha usato giri di parole per descrivere come l’azienda, con Sam Bankman-Fried (SBF) al timone, veniva gestita. Al contrario, ha criticato aspramente modi e metodi. E, di riflesso, persone.
FTX, come noto, ha presentato istanza di fallimento la scorsa settimana negli Stati Uniti. In tribunale, Ray ha detto papale papale: «Non ho mai visto una mancanza così totale di controlli». Di più, il dirigente ha pure puntato il dito contro la «completa assenza di informazioni finanziarie affidabili». Il tutto mentre SBF, a Vox, ha dichiarato di essersi pentito di aver fatto ricorso al Chapter 11 per la procedura volontaria di fallimento. Ribadendo il suo disprezzo per i regolatori finanziari.
Situazione senza precedenti
Ray, il nuovo amministratore, chiamato al capezzale di un’azienda alle prese con una tremenda crisi di liquidità, tant’è che si parlava di un buco pari a 8 miliardi di dollari, ha affermato di aver trovato una situazione «senza precedenti» al suo arrivo. Una situazione che, citiamo le sue parole, non aveva mai visto e vissuto in quarant’anni di carriera. Nemmeno durante la supervisione del fallimento del gigante energetico statunitense Enron, insomma, Ray si era trovato confrontato a simili mancanze.
FTX, come detto, ha avviato una procedura di fallimento. Nel depositare i documenti presso il tribunale fallimentare del Delaware, Ray ha definito «fuorvianti» le dichiarazioni rilasciate dal suo predecessore, Bankman-Fried. Ma qual è stato, dunque, l’errore della piattaforma? A detta di Ray, beh, il problema è che FTX avrebbe affidato il controllo nelle mani di un «gruppo molto piccolo di individui inesperti», incapace di mantenere una gestione centralizzata del denaro. Ray, fra le altre cose, ha notato «l’assenza di un elenco accurato dei conti bancari e dei firmatari dei conti».
Il che, finora, ha permesso a Ray «il salvatore» di individuare, citiamo, «solo una frazione delle risorse digitali» detenute dall’azienda.
La dichiarazione rilasciata da Ray alla corte si spinge oltre: «Alle Bahamas, mi risulta che i fondi aziendali del gruppo FTX siano stati utilizzati per acquistare case e altri oggetti personali per dipendenti e consulenti». Ahia. Fra le persone più colpite dal fallimento, secondo logica, ci sono proprio diversi dirigenti di ieri e di oggi, «i cui investimenti personali e la cui reputazione ne hanno risentito».
Di quanti soldi parliamo?
Ma quanti soldi deve FTX? E a chi? Secondo le prime stime, sono più di un milione le persone che sperano di essere ripagate dalla piattaforma. Non è chiaro quanto potranno recuperare rispetto all’investimento iniziale, ma si prevede – più o meno per tutti – che si tratterà di una piccola frazione.
Di recente, Bankman-Fried aveva detto che il suo unico obiettivo era soddisfare i suoi clienti. Non ci è riuscito, verrebbe da dire.