Gabriel Attal: «Prendersela con un ebreo francese significa prendersela con tutti i francesi»
Il bilancio, un poliziotto ferito, nel frattempo uscito dall'ospedale, è certamente pesante. Ma, per dirla con il primo ministro francese Gabriel Attal, arrivato sul luogo dell'esplosione, alla sinagoga di La Grande-Motte, nell'Hérault, si è sfiorato un dramma assoluto. I fatti, innanzitutto: almeno due auto – una delle quali contenente una bombola di gas – sono state incendiate stamane davanti al luogo di culto. Non solo, secondo le autorità l'autore portava con sé una pistola. Ed era determinato a compiere un attentato di larga scala, stando a un primo esame delle telecamere di sorveglianza: l'uomo, tuttora in fuga e attivamente ricercato, indossava una bandiera palestinese in vita mentre in testa aveva una kefiah rossa. Il tipico copricapo arabo. Da un primo esame degli esperti, la pistola sarebbe una 9 millimetri. Visto quanto accaduto, e quanto sarebbe potuto accadere, la Procura nazionale antiterrorismo ha avviato un'inchiesta.
«Si sta facendo di tutto per trovare l'autore di questo atto terroristico» si è affrettato a dire il presidente francese, Emmanuael Macron. Il primo ministro, Gabriel Attal, arrivato a La Grande-Motte, ha affermato davanti ai giornalisti presenti: «Abbiamo sfiorato un dramma assoluto». Secondo il premier, dimissionario ma in carica per gli affari correnti, l'attentatore «ha incendiato diverse porte di ingresso della sinagoga, poi diverse auto». Come detto, era determinato ed «estremamente attivo, secondo le immagini della videosorveglianza», ha aggiunto Attal, precisando che oltre 200 poliziotti e gendarmi sono mobilitati sulle sue tracce.
Lo stesso Attal, durante il suo intervento davanti alla sinagoga, ha ribadito la necessità – anche se non soprattutto a livello politico – di abbassare i toni. La Francia, da mesi, è attraversata da correnti antisemite. Di qui l'appello del capo del governo dimissionario a scegliere con cura «le parole che si usano, i commenti che si fanno, le posizioni politiche che si assumono». Un riferimento, nemmeno troppo velato, alle accuse di antisemitismo e ambiguità rivolte ai leader della sinistra e, in particolare, alla France Insoumise. Attal, di nuovo, ha parlato di un clima «alimentato da certe persone» che sta portando «all'odio verso gli ebrei nel nostro Paese». Ribadendo, infine, che «prendersela con un ebreo francese significa prendersela con tutti i francesi».
Poche ore prima, su X, il ministro dell'interno Gérald Darmanin ha denunciato un atto «manifestamente criminale». Aggiungendo: «Voglio assicurare ai nostri concittadini ebrei e al Comune il mio pieno sostegno e dire che, su richiesta del presidente della Repubblica Emmanuel Macron, si stanno mobilitando tutti i mezzi per trovare il colpevole».
Yonathan Arfi, il presidente del Consiglio rappresentativo degli ebrei di Francia, il CRIF, ha condannato con forza «il tentativo di uccidere gli ebrei» nell'attacco di questa mattina. «L'uso di una bombola di gas in un'auto in un momento in cui i fedeli dovrebbero arrivare in una sinagoga non è semplicemente un incendio doloso, non è semplicemente attaccare un edificio, un luogo di culto, è il desiderio di uccidere» ha dichiarato Arfi all'agenzia di stampa AFP. «Dobbiamo trattare questo caso come un attacco alla vita dei fedeli e non solo a un edificio, come abbiamo visto a Rouen» ha aggiunto. A maggio, la sinagoga di Rouen era stata incendiata all'alba da un uomo poi ucciso dalla polizia.