Gas naturale liquefatto russo da record: «L'Europa continua a finanziare la guerra di Putin»
Nonostante gli sforzi dell'UE per abbandonare i combustibili fossili che finanziano la guerra di Vladimir Putin, lo scorso anno l'Europa ha acquistato dalla Russia una quantità record di gas naturale liquefatto (GNL).
Secondo gli analisti della società di ricerca energetica norvegese Rystad Energy, scrive il Guardian, nel 2024 nei porti europei sono arrivate 17,8 milioni di tonnellate di gas russo ultra freddo, ossia un aumento di oltre 2 milioni di tonnellate rispetto all'anno precedente.
Jan-Eric Fähnrich di Rystad Energy ha affermato che i flussi di GNL non solo sono in aumento, ma hanno raggiunto «livelli record». L’Europa, dall’inizio della guerra, ha ridotto le importazioni di gas russo tramite condutture, ma ha acquistato sempre più spedizioni di GNL da diversi Paesi, tra cui, appunto, la Russia.
Le nuove cifre sono state rivelate pochi giorni dopo che l'Ucraina ha interrotto i flussi di gas russo attraverso i suoi gasdotti, ponendo fine a una rotta energetica dell'era sovietica che era sopravvissuta ai tre anni di guerra in Ucraina.
Ora, comprando GNL dalla Russia, l'UE sta minando il suo sostegno all'Ucraina, nonché i suoi obiettivi climatici, sottolinea il Guardian.
I dati del Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA), le cui cifre differiscono leggermente da quelle di Rystad, hanno mostrato che le importazioni UE di GNL russo sono arrivate a 7,32 miliardi di euro nel 2024, con l'acquisto di 17,5 milioni di tonnellate.
«Il motivo dell'aumento è abbastanza semplice», ha spiegato Vaibhav Raghunandan, analista russo presso il CREA, secondo cui «il GNL russo viene offerto a prezzi scontati ai fornitori alternativi. Senza sanzioni imposte sulla materia prima, le aziende operano nel proprio interesse e acquistano quantità crescenti di gas dal fornitore più economico».
Il GNL russo è stato oggetto di sanzioni occidentali solamente a ottobre dello scorso anno, senza però che sia stato emanato un divieto totale sul suo acquisto. Il Governo svizzero nell'adottare il quattordicesimo pacchetto di misure dell'UE nei confronti di Mosca aveva scritto: «D'ora in poi sarà vietato investire in progetti di GNL in costruzione in Russia o fornire i beni necessari per tali progetti. A partire da marzo 2025 sarà inoltre vietato fornire servizi di ricarica di gas naturale liquefatto russo. È inoltre vietato acquistare, importare o trasportare nell'UE il GNL russo attraverso terminali non connessi alla rete del gas naturale».
Osservati i risultati, gli attivisti ucraini del gruppo Razom We Stand hanno denunciato come le sanzioni siano minate da «evidenti scappatoie» che consentono alla Russia di finanziare la sua macchina da guerra con i proventi dei combustibili fossili: «Siamo arrivati a 15 pacchetti di sanzioni e un divieto totale sulle importazioni di GNL russo è urgentemente necessario per fermare il finanziamento del tesoro di guerra di Putin», ha dichiarato Svitlana Romanko, fondatrice di Razom We Stand, sottolineando che l'Unione europea deve fare una scelta: «Continuare a finanziare guerre e inquinamento, o impegnarsi per un futuro energetico pulito, sicuro e pacifico».