Guerra

Gaza, la tregua questa volta è davvero vicina?

Joe Biden e Donald Trump sono ottimisti – Un accordo tra Israele e Hamas potrebbe essere annunciato già oggi – Le famiglie degli ostaggi: «Non disturbate le fasi finali dell'intesa»
© KEYSTONE (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
Red. Online
14.01.2025 13:34

«Si terrà oggi a Doha l'ultimo round di colloqui», che «ha lo scopo di finalizzare i dettagli rimanenti dell'accordo». Lo ha rivelato una fonte informata, che ha chiesto l'anonimato, all'agenzia di stampa Afp. Ai colloqui sono attesi i capi delle agenzie di intelligence israeliane, gli inviati per il Medio Oriente dell'amministrazione americana entrante e uscente e il primo ministro del Qatar. «I mediatori terranno colloqui separati con Hamas», ha aggiunto.

Ieri, una fonte a conoscenza dei colloqui ha dichiarato che ci sono stati «progressi significativi sui punti ancora irrisolti» dei negoziati in Qatar, che hanno portato alla presentazione di una nuova proposta «concreta» alle parti. Si parla pure di una risposta iniziale «positiva». Il ministro degli Esteri del Qatar, Paese mediatore, ha confermato che i colloqui per una tregua a Gaza sono «alle fasi finali» e che un'intesa è possibile «molto presto»: «Abbiamo inoltrato le bozze dell'accordo a entrambe le parti e ora stiamo raggiungendo la conclusione nei dettagli». L'Egitto si starebbe già preparando ad aprire il valico di frontiera di Rafah per far passare gli ostaggi israeliani e i prigionieri palestinesi. 

Non è la prima volta che si respira ottimismo per una possibile intesa, finora puntualmente naufragata. La differenza, questa volta, potrebbe farla l'avvicinarsi del cambio di presidenza USA: Joe Biden vorrebbe andarsene con un risultato da sventolare a fine quadriennio. Donald Trump, dall'altro lato, promette di «scatenare l’inferno» se i rapiti non saranno liberati immediatamente. «L’accordo è sul punto di essere chiuso», ha dichiarato Biden davanti al dipartimento di Stato. «Siamo sul punto di vedere finalmente realizzata una proposta che avevo presentato dettagliatamente in maggio». Trump, in un'intervista con Newsmax, ha confermato: «Siamo molto vicini a farcela. Devono farlo. Se non lo fanno, ci saranno un sacco di guai là fuori, un sacco di guai come non hanno mai visto prima. Ce la faranno. Forse entro la fine della settimana, ma deve aver luogo».

A Doha sembra muoversi qualcosa, dunque. La svolta nei colloqui sembra essere stata raggiunta nella notte tra domenica e lunedì, dopo l'incontro tra l'inviato di Trump, Steve Witkoff, il primo ministro del Qatar al Thani e il direttore del Mossad David Barnea. I colloqui si sono concentrati principalmente su un piano in tre fasi, in cui per primi verranno rilasciati i cosiddetti «casi umanitari»: 33 rapiti tra cui donne, bambini, uomini sopra i 50 anni e malati (tra cui soldati feriti gravemente). In cambio ci sarà il rilascio di 1.300 terroristi palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Con Israele che ritiene ancora in vita la maggior parte dei 33 sequestrati nella lista. La prima parte dell'accordo prevede un cessate il fuoco di 42 giorni in totale (ma la stima è che le fasi possano essere ridotte a due). Il 16. giorno inizieranno le discussioni sulla seconda parte dell'accordo.

Secondo la bozza dell'accordo, di cui Associated Press ha ottenuto una copia, Israele rilascerà 50 detenuti palestinesi per la liberazione di ognuna delle 5 soldatesse in ostaggio a Gaza. Tra i 250 detenuti palestinesi che saranno rilasciati da Israele in cambio di 5 soldatesse prigioniere a Gaza, ci saranno anche «30 terroristi» che stanno scontando la pena dell'ergastolo.

Il documento trova il favore dei leader di Hamas all’estero ma la sigla finale spetta a Muhammed Sinwar, leader di fatto di Hamas nella Striscia. Il fratello di Yahya Sinwar, seppure non vi sia stata alcuna nomina formate, avrebbe operato come leader de facto dell'ala militare di Hamas a Gaza, insieme a un piccolo consiglio di comandanti di alto rango. Tra le condizioni poste da Hamas, tra l’altro, c’è proprio la riconsegna del cadavere di Yahya Sinwar, ucciso lo scorso ottobre. I media israeliani scrivono già che Netanyahu è intenzionato ad accettare la proposta. «Gli ultimi punti di disaccordo tra le parti piano piano vengono rimossi in queste ore», ha dichiarato Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale USA. «La possibilità che si arrivi all’accordo prima che Joe Biden lasci la Casa Bianca è concreta». 

Il Forum dei familiari degli ostaggi ed ex ostaggi israeliani, intanto, ha lanciato un appello ai media, ai parlamentari della Knesset, ai social e all'opinione pubblica perché «si astengano dal rilasciare dichiarazioni che potrebbero danneggiare i negoziati» a Doha. «Stiamo seguendo con vigilanza, speranza e preoccupazione le varie pubblicazioni sui media sull'intesa per il ritorno dei nostri cari» si legge nella dichiarazione. L'auspicio è per un «accordo completo che assicuri il ritorno di tutti i prigionieri, fino all'ultimo, la riabilitazione di chi è ancora vivo e una sepoltura degna nel nostro Paese per chi è morto».

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