Il caso

«Gesù» diventa «cucù», gli angeli spariscono: polemiche per le canzoni di Natale inclusive

Fa discutere la scelta di una scuola in provincia di Padova che ha sostituito i riferimenti cattolici nelle canzoni della recita dei bambini - Luca Zaia: «Il messaggio di pace del Natale non è una minaccia alle altre culture»
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Red. Online
22.12.2023 10:30

Anche Natale è cambiato. Proprio come la società. In una recente intervista su usi e costumi tipici delle festività, il sociologo Sandro Cattacin ha spiegato al CdT: «Nel tempo i rituali legati al Natale sono cambiati perché la società è mutata. Oggi, all’interno di una famiglia ci possono essere culture diverse e quindi si cerca un compromesso tra di esse. Ecco allora che, per esempio, le pietanze servite durante la cena del 24 o il pranzo del 25 possono essere il risultato di un mix culturale. È cresciuta anche l’attenzione alle diverse sensibilità: trovare in tavola pietanze vegane non è pertanto più un fatto più unico che raro». Spostando l’attenzione da quello che possiamo trovare nel piatto alla religione, ecco però che gli animi si scaldano. In Italia è recentemente scoppiata una forte polemica per la decisione di alcune maestre della scuola elementare De Amicis di Agna, in provincia di Padova, di sostituire diversi riferimenti cattolici, tra cui il nome «Gesù», nelle canzoni della recita di Natale (la frase «e sta per nascere Gesù» è stata cambiata in «e dall’alto fa cucù»).

Cambiamenti apportati per non creare malumori tra le famiglie dei bambini di altre religioni che hanno però suscitato lo sconcerto dei genitori cattolici. Insomma, l’intento inclusivo e votato al rispetto delle diversità ha avuto subito un effetto boomerang. I media italiani scrivono di alcune famiglie che, per protesta, hanno deciso di non mandare i figli in classe. Sulla questione è intervenuto pure il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che su Facebook ha scritto: «L’avvenuta modifica, artificiosa ed errata, di una canzone di Natale - come avvenuto a Padova - nel nome di una teorica voglia di inclusione e rispetto è un grave errore: pensare di favorire l’accoglienza cancellando i riferimenti alla nostra religione, alla nostra identità, alla cultura che da secoli caratterizza il Veneto è un gesto che non possiamo accettare. Ho l’impressione che si stia esagerando: e lo dice una persona che ha fatto della tolleranza come scelta di vita». Zaia ha poi aggiunto: «Il messaggio di pace del Natale non è certo una minaccia o un ostacolo all’incontro tra culture differenti. Così come non lo sono i simboli cristiani che riassumono l’identità della nostra gente e delle nostre comunità, un’identità che è il frutto della nostra storia e va oltre il puro aspetto religioso. Se nascondiamo quelle che sono le nostre vere radici non facciamo un piacere a nessuno: né ai veneti da sempre né ai nuovi veneti. L’inclusione è, e deve essere, riconoscimento leale della reciproca cultura: su questo non sono disposto a scendere a compromessi».

Oltre alla sostituzione del nome Gesù, al testo delle canzoni di José Angel Ramirez (dal titolo Un dono, un regalo e La cometa) sono state apportate altre modifiche. Nel primo brano, ad esempio, la frase «I doni sono cose che Dio ci dà con piacere» è diventata «I doni sono cose che tutti riceviamo con piacere». Mentre nel secondo testo, oltre al già citato «cucù», il verso «dove gli angeli preparano il Natale di Gesù» è stato cambiato in «tutte insieme preparano una festa nel cielo blu». In seguito alle polemiche, la preside della scuola elementare De Amicis di Agna, Caterina Rigato, ha cercato di smorzare i toni, spiegando che «per errore  è stato consegnato ai piccoli non il testo definitivo del motivetto ma quello che aveva avuto delle correzioni. In sostanza per sbaglio abbiamo dato agli alunni quella che era soltanto una bozza». I brani della discordia erano però già stati imparati a memoria da tutte le classi, così la preside ha sottolineato che «sono state presentate altre canzoni, altri testi recitati che contenevano invece tutti i riferimenti al significato cristiano della festa».  

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