Geyser, gulag e vulcani: Vladimir Putin promuove il turismo nell'Estremo Oriente russo
Dai gulag alle città fantasma. C'è tanto, tantissimo da visitare nell'Estremo Oriente russo. Parola di Vladimir Putin, quantomeno: il leader del Cremlino intende rivitalizzare il turismo interno sfruttando (anche) una delle regioni più remote del Paese. Regione che, ancora oggi, porta i segni di un passato (in)glorioso durante il quale ha fatto da «casa» a molti nemici dell'allora Unione Sovietica. Mosca, dicevamo, sta spingendo affinché sempre più cittadini russi visitino questo angolo di Federazione. Famoso, detto dei gulag, per essere scarsamente popolato e per avere ventinove vulcani attivi.
Dall'invasione su larga scala dell'Ucraina, decisa da Putin nel febbraio del 2022, le restrizioni sui visti e la chiusura dello spazio aereo europeo agli aerei delle compagnie russe hanno complicato, e non poco, la vita ai vacanzieri russi. Le cui scelte, all'estero, da anni quasi due anni oramai sono limitate. Per compensare i suoi cittadini, leggiamo sul Times, il governo di Putin ha deciso di investire, e pure tanto, per fare dell'Estremo Oriente una nuova destinazione turistica. Di grido, verrebbe da dire.
Nello specifico, verrà costruito un resort da 2 mila camere denominato I tre vulcani mentre sono già stati tracciati 170 nuovi percorsi escursionistici. Aeroflot, la compagnia di bandiera, ha introdotto tariffe forfettarie per consentire ai passeggeri di effettuare un viaggio andata-ritorno fra Mosca e Petropavlovsk-Kamchatsky, parliamo di una distanza paragonabile a quella fra Londra e Buenos Aires, per 15 mila rubli appena. Parliamo di 140 franchi circa, al cambio attuale. L'offerta, per i visitatori, sembrerebbe piuttosto ampia: un tour attraverso la Valle dei geyser, un bacino di 6 chilometri di lunghezza che ospita circa 90 geyser e numerose sorgenti calde, poi ancora surf invernale e corse con i cani da slitta. Le autorità, ancora, stanno etichettando la regione come un luogo perfetto per chiunque cerchi, citiamo, un «turismo attivo e pieno di avventura in mezzo alla natura selvaggia».
Sono stati avviati altresì progetti per la costruzione di alloggi e la creazione di basi per la pesca, la caccia e l'escursionismo, mentre un concorso statale ha recentemente chiesto a giovani russi intrepidi di documentare i loro viaggi nell'Estremo Oriente, caricando i loro filmati per avere la possibilità di vincere un primo premio di tre milioni di rubli. Il vincitore, proveniente dalla regione di Primorsky Krai, al confine con la Corea del Nord, ha completato un viaggio di 17 giorni in kayak in solitaria nella baia intorno a Vladivostok, affrontando due tempeste e venti costanti. Il primo hotel a cinque stelle della zona, invece, dovrebbe aprire quest'anno a Petropavlovsk, la capitale della remotissima Kamchatka, famosa alle nostre latitudini per la fatidica frase a RisiKo «ti attacco la Kamchatka». Un governatore della regione ha dichiarato, in un'intervista ai media statali, che i viaggi nell'Estremo Oriente non saranno riservati alle sole élite.
Ritratto più volte, in passato, all'aria aperta – in sella a un cavallo a torso nudo, o ancora durante una battuta di pesca o a mollo nell'acqua ghiacciata –, Vladimir Putin sarebbe fra i principali promotori di questa spinta verso Est. Il presidente russo, in più di un'occasione, ha chiesto ai cittadini russi di prestare particolare attenzione alle opportunità di «autoturismo» e, in particolare, ai percorsi escursionistici nell'Estremo Oriente. Non solo, ha dato la sua personale approvazione al piano generale per la ricostruzione di Petropavlovsk durante una visita nel settembre del 2022: il progetto di riqualificazione prevede la costruzione di un centro giovanile interattivo con un planetario e un nuovo museo sulla storia della regione. Il museo si concentrerà sulla difesa di Petropavlovsk durante una battaglia poco conosciuta della guerra di Crimea, combattutasi fra il 28 agosto e il 7 settembre del 1854, quando uno squadrone alleato di tre fregate inglesi e francesi, una corvetta, un brigantino e una nave a vapore gettarono l'ancora nella baia dell'Avacha. Spoiler: vinsero i russi. Ma si concentrerà pure sugli attacchi giapponesi durante la guerra russo-giapponese e durante la Seconda guerra mondiale.
L'Estremo Oriente, va detto, storicamente ha spesso fatto capolino nei discorsi dei leader succedutisi al Cremlino. Da Mikhail Gorbaciov a Dmitry Medvedev, passando per Boris Eltsin, i tentativi di sviluppare la regione si sprecano. Tutti, però, si sono puntualmente arenati, come ha indicato al Times la dottoressa Natasha Kuhrt, docente senior di pace e sicurezza internazionale al King's College di Londra. Putin, ora, insiste per rigenerare l'Estremo Oriente attraverso il turismo interno. A proposito: la mostra Russia Forum, a Mosca, celebra proprio l'industria russa dell'ospitalità e dei viaggi. Ai visitatori dell'esibizione viene offerta la possibilità di fare un tour attraverso il Paese di bancarella in bancarella. Piccolo particolare: come vuole la narrazione del Cremlino, quattro bancarelle rappresentano i territori ucraini occupati di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson.