Giacarta è la città più inquinata al mondo: «Dipendenti pubblici, lavorate da casa»

Tempi duri, durissimi, per la capitale indonesiana. Che Giacarta abbia un problema con l'inquinamento è ormai risaputo. Così come è noto che, da qui a non molti anni, la città potrebbe sprofondare. Situazione che, già da anni, ha portato — non senza diverse difficoltà — alla costruzione di una nuova capitale. Al momento, però, a interessare maggiormente sono proprio le condizioni dell'aria. Ormai troppo inquinata per consentire ai suoi cittadini un regolare svolgimento delle attività quotidiane. Proprio per questa ragione, è stato ordinato ai dipendenti pubblici di lavorare da casa. Un'alternativa che, potenzialmente, dovrebbe aiutare a ridurre la congestione del traffico, migliorando la qualità dell'aria della capitale, ormai pessima, anche a causa delle innumerevoli fabbriche e centrali elettriche e a carbone presenti sul territorio.
Ma riavvolgiamo il nastro. Sebbene le condizioni dell'aria di Giacarta fossero già critiche da tempo, la situazione è arrivata molto vicina al punto di non ritorno solo qualche settimana fa. Per la precisione, il 9 agosto, giorno in cui proprio la società svizzera IQAir l'ha classificata come «la città più inquinata al mondo». Da quel momento, è scattato il panico. Il presidente Widodo — il quale accusa, tra l'altro, una tosse persistente che si presuppone sia causata proprio dall'inquinamento della città — ha richiesto un intervento urgente del governo. Organizzando, dall'oggi al domani, una riunione d'emergenza con i ministri, per discutere del peggioramento dell'inquinamento atmosferico.
«La qualità dell'aria nella Greater Jakarta Area è molto, molto negativa. La prolungata stagione secca degli ultimi tre mesi ha intensificato i livelli di inquinamento. Se lo riterremo necessario, sosterremo un sistema di lavoro ibrido negli uffici, un mix di lavoro in loco e a distanza», ha dichiarato il presidente indonesiano nel corso dell'incontro. Detto, fatto: la promessa è stata mantenuta e oggi, a sole due settimane di distanza, la città ha dato il via al suo nuovo piano anti-inquinamento.
Nello specifico, metà della pubblica amministrazione, a partire da ieri, lavorerà da casa, per un periodo di tempo ancora indefinito. Il fatto che la percentuale di lavoratori interessati aumenterà gradualmente, fino ad arrivare al 75% a metà ottobre, fa pensare che si tratti di una condizione che, verosimilmente, dovrebbe protrarsi a lungo. In particolare, la politica si applicherà agli uffici governativi, mentre verranno — a ragion veduta — esclusi i dipendenti di ospedali, servizi antincendio e di soccorso e dei trasporti pubblici. Dopotutto, come dichiarato dal portavoce del governo provinciale di Giacarta, nonostante l'emergenza, i servizi pubblici non verranno interrotti.
Discorso diverso, invece, per le scuole. Saranno costretti a passare all'apprendimento a distanza anche tutti quegli istituti ubicati nei pressi dei luoghi chiave del 43. vertice ASEAN. Un incontro regionale che riunisce 10 Paesi del sud-est asiatico, molti dei quali, guarda caso, soffrono da tempo di alti livelli di inquinamento nelle loro città.