Riciclo

Gioielli d'alta gamma dai rifiuti elettronici: la scommessa della Zecca britannica

Con la sua fabbrica nel Galles, la Royal Mint punta a estrarre il metallo prezioso dagli e-waste: un modo per promuovere l'economia circolare, ma anche per reinventarsi in un periodo in cui il contante viene usato sempre meno
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Red. Online
16.08.2024 14:15

Piccoli tesori possono nascondersi ovunque, anche in discarica. Lo sa bene la Royal Mint, la Zecca britannica, che recentemente ha presentato una fabbrica definita «pioneristica» dai media d'oltremanica: l'impianto, situato nella città di Llantrisant (Galles meridionale) e in costruzione dal marzo 2022, verrà infatti utilizzato per recuperare l'oro dai rifiuti elettronici, nelle componenti di telefoni, computer portatili e televisori. «Ne fanno monete», penserà qualcuno. Giusto? Sbagliato. L'azienda di Stato, infatti, ha già lanciato un paio d'anni fa un nuovo business, chiamato semplicemente «886». E vende gioielli di alta gamma online: anelli, collane e orecchini fabbricati, sì, con ciò che è ricavato dai nostri vecchi aggeggi elettrici, dal cosiddetto "e-waste".

I dati

Meno del 20% dei rifiuti elettronici, del resto, viene attualmente riciclato in tutto il mondo e si stima, spiega il sito della Royal Mint, che il 7% dell'oro mondiale sia nascosto in questi e-waste, insieme ad altri metalli e materiali utilizzabili. Non solo oro: argento, rame e altri metalli di grande valore (stima complessiva: 57 miliardi di dollari) vengono attualmente scartati invece di essere raccolti per essere trattati e riutilizzati. Un vero e proprio tesoretto sprecato nelle discariche. «Il nostro processo», garantisce allora la Zecca britannica, «fornisce un modo per recuperare l'oro e mostra una soluzione più sostenibile al crescente problema dei rifiuti elettronici».

Il procedimento

Con la nuova fabbrica a disposizione, il business è pronto a prendere il volo. L'estrazione dell'oro, si legge in un articolo pubblicato dal Guardian, avverrà in due fasi: la Royal Mint tratterà le schede dei circuiti in un impianto specializzato che separa i componenti e i metalli. I pezzi contenenti oro saranno quindi inviati all'impianto in Galles. La fabbrica di Llantrisant utilizzerà poi nuovi processi chimici, creati e brevettati dall'azienda canadese di ecotecnologia Excir, per estrarre e recuperare l'oro. Sinora, l'estrazione dell'oro richiedeva molta energia e il mantenimento di temperature estremamente elevate su un lungo periodo. La tecnica ideata dall'impresa canadese promette invece quattro minuti di "lavaggio" in una miscela di acidi posta in una sorta di tamburo rotante (pensate a una lavatrice) per ottenere lo stesso, affidabile, risultato. Un risparmio anche e soprattutto in termini ecologici.

Si stima che per creare uno degli anelli d'oro da 7,5 grammi venduti nella collezione 886, simili al peso di una moneta da 1 sterlina, dovranno essere lavorati circa 600 telefoni cellulari.

Perché nel Galles?

La Royal Mint, che produce tutte le monete britanniche da oltre 1.100 anni, si è trasferita da Londra a Llantrisant nel 1967 per aumentare la produzione e soddisfare così la domanda quando il Regno Unito è passato dal vecchio penny (1/12 di scellino, 1/240 di sterlina) all'attuale sistema a moneta decimale. A Llantrisant, l'arrivo dell'azienda di Stato ha portato un afflusso turistico non indifferente, interessato alla visita delle fabbriche (The Royal Mint Experience) o dell'annesso museo, il Royal Mint Museum, che organizza eventi e mostre numismatiche.

Scelta naturale, dunque, che il nuovo stabilimento fosse posto nella remota cittadina del Galles, dove in futuro nuove attività potrebbero essere aperte proprio dalla Royal Mint, che – azienda al 100% di proprietà del Tesoro britannico – dovrà forzatamente diversificare ancor più la propria attività, per sopperire all'uso del contante in costante diminuzione.