Il dato

Giorgia Meloni sta pagando la sua vicinanza a Donald Trump?

L'indice di gradimento della premier italiana è diminuito – scendendo al 41% – per la prima volta dal suo insediamento nell'ottobre del 2022
© AP/Christophe Ena
Red. Online
02.03.2025 23:30

Sì, Giorgia Meloni è in perdita di velocità. Almeno, stando a un sondaggio condotto da Ipsos per il Corriere della Sera, secondo cui l’indice di gradimento della premier italiana è diminuito – scendendo al 41% – per la prima volta dal suo insediamento, nell’ottobre del 2022.

Molto, secondo gli esperti, hanno fatto le divisioni interne al governo e le vicende Dalmastro, Almasri e Santanchè. Ma a determinare, ancora di più, il calo sarebbe stato il legame, forte, fra Meloni e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, le cui posizioni nei confronti dell’Europa sono sempre più aggressive. Meloni ha costruito la sua politica, definita tecno-sovranista, su un allineamento e un dialogo costruttivo sia con Washington sia con Bruxelles. Le relazioni internazionali, di per sé, le hanno permesso di ottenere una stabilità senza precedenti all’interno dei confini italiani. Un dato su tutti: il suo è il governo più longevo dai tempi di Matteo Renzi.

Proprio le relazioni internazionali, tuttavia, ora sembrano essere il tallone d’Achille di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio, infatti, deve destreggiarsi fra la vicinanza a Elon Musk e Donald Trump e le (inevitabili) tensioni provocate da Washington, in particolare sulla questione della difesa e del sostegno all’Ucraina. Il tutto, appunto, mantenendo relazioni di buon vicinato con gli altri Stati membri dell’Unione Europea e con le istituzioni dell’UE.

Meloni, nello specifico, ha dichiarato di condividere la critica sulla libertà di parola «in ritirata» in Europa mossa dal vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, in occasione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Non solo, non ha sostenuto esplicitamente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’indomani dell’incontro-scontro con Donald Trump e il citato Vance. Una posizione, quella di Meloni, certo interlocutoria e tutto fuorché coerente pensando all’oramai imminente Consiglio europeo sulla difesa, in agenda il prossimo 6 marzo. Come ha spiegato Paolo Gentiloni, già primo ministro italiano, a Grand Continent, «la decisione dell’Italia di cedere al richiamo delle sirene di Trump, o di sostenere una risposta unitaria che sarà fondamentalmente sostenuta dalle istituzioni europee, è davvero cruciale».

Fonti – al riguardo – indicano che, dall’insediamento di Donald Trump, Meloni ha cercato di difendere e promuovere una posizione sull’Ucraina diversa da quella del presidente francese Emmanuel Macron, nel tentativo di diventare una sorta di deal maker. L’obiettivo della diplomazia italiana, concretamente, sarebbe quello di evitare un disimpegno americano dall’Europa e di ottenere garanzie concrete con un deterrente efficace. Meloni avrebbe suggerito a Zelensky di prendere in considerazione l’estensione dello scudo dell’articolo 5 a Kiev dopo un cessate il fuoco, senza che l’Ucraina entri nella NATO. Secondo quanto riferito, scrive sempre Grand Continent, ha pure proposto di estendere una potenziale missione di pace internazionale in Ucraina a Paesi come la Cina, al fine di rafforzare il suo ruolo di deterrenza.

A capo di un governo le cui forze filorusse sono particolarmente presenti e influenti, in particolare attorno alla Lega di Matteo Salvini, Meloni sta cercando di giocare più partite. E di sottolineare (anche) i benefici della pace che intende perseguire il tycoon. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, a tal proposito, ha lanciato una proposta: «Con la pace firmata da Trump torneremo al gas russo e offriremo riduzioni sulla bolletta alle famiglie». Fronte Europa ed europeismo, per contro, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, oggi in serata, ha detto: «Il modello Meloni può essere inserito nel quadro dell'Europa, l'Italia ritiene che non si può fare niente senza l'Europa. L'America ha bisogno dell'Europa come l'Europa ha bisogno dell'America».

Un sondaggio esclusivo pubblicato lo scorso dicembre da Grand Continent ha rivelato che gli italiani (31%) sono tra i Paesi europei meno disposti a impegnarsi militarmente in Ucraina per difenderla dalla Russia qualora Donald Trump dovesse abbandonare l’Europa. Tuttavia, dallo stesso sondaggio è emerso che solo il 30% degli italiani ritiene che Donald Trump renderà il mondo più sicuro.