Giura, la generazione di «Non è la Rai»
Poche canzoni fanno anni Novanta come T’appartengo, che immediatamente evoca Ambra Angiolini, per sempre Ambra, ma soprattutto il mondo di Non è la Rai e dei suoi giovani telespettatori. A ricordarcelo, ma non ce ne sarebbe stato bisogno, ha provveduto Annamaria Bernini, il nuovo ministro italiano dell’Università e della Ricerca.
Giura
Sabato scorso sul profilo Instagram della Bernini, entrata nel governo di Giorgia Meloni in quota Forza Italia, sono comparse storie e immagini riguardanti il giuramento di fronte al presidente della Repubblica Mattarella. Il tutto in un delirio di emoticon, cuoricini, eccetera: ai social media manager scappa spesso la mano. Questa volta anche di più, visto che le immagini della Bernini tornata ministro sono state accompagnate dalle note di T’appartengo e soprattutto dalle parole, come quel martellante «e adesso giura» che da quasi tre decenni è nella testa di tutti. Ovviamente il conformista popolo del web ha giudicato trash l’operazione e la cosa non è sfuggita ai colleghi della Bernini, così la storia con Ambra in sottofondo è rapidamente sparita dal suo account. Di sicuro era in linea con la filosofia comunicativa della ministra, che ama sottolineare con la musica le sue performance politiche: da The show must go on dei Queen a I migliori anni della nostra vita di Renato Zero, da Camilla Cabello ai Coldplay, nessun genere è trascurato e il giuramento con Ambra in sottofondo è stato anche accompagnato dalla scritta di una parte del testo: «T’appartengo / Ed io ci tengo / E se prometto, poi mantengo». Quasi un programma politico.
Ambra cantante
La mano del social media manager è certificata dalle date. La Bernini ha 57 anni e T’appartengo uscì nell’ottobre del 1994, esattamente 28 anni fa. Insomma, ai tempi che una ventinovenne passasse il pomeriggio a guardare Italia 1 era possibile ma non probabile, a maggior ragione nel caso della Bernini che all’epoca dopo la laurea in giurisprudenza aveva intrapreso la carriera accademica a Bologna. Certo può avere apprezzato T’appartengo anche come semplice canzone, senza la sovrastruttura ideologica di Non è la Rai, e magari l’ha scoperta grazie alle innumerevoli cover successive. Di sicuro questa canzone è l’unica originale dello storico programma di Gianni Boncompagni ed Irene Ghergo ad essere sopravvissuta fino ai giorni nostri e non è un caso visto che fra i vari autori la mano forte era quella di Franco Migliacci, il creatore di Nel blu dipinto di blu, Il cuore è uno zingaro, Uno su mille e innumerevoli altri capolavori. Super autore di testi, quindi anche del «Giura» rispolverato dalla Bernini, e anche padre di Laura, che era una delle ragazze di Non è la Rai più conosciute. Meno di Ambra, ovviamente, che con T’appartengo lanciò anche un album omonimo, che conteneva canzoni terrificanti ma anche L’ascensore, che avrebbe avuto un discreto successo al Festivalbar. Ambra, attualmente giurata nell’edizione italiana di X Factor, vendette più di mezzo milione di CD, ma i successivi tre album sarebbero andati in maniera molto diversa, prima della riconversione come attrice più o meno impegnata.
Le ultime dive
T’appartengo è quindi rimasto il simbolo musicale di Non è la Rai, insieme ai tanti ipnotici tormentoni, su tutti Please don’t go dei KC and The Sunshine Band, anche perché quella fu l’ultima delle quattro stagioni della trasmissione rimasta un culto proprio perché si seppe fermare al momento giusto. Una trasmissione che all’inizio, nel 1991, andava in onda su Canale 5 con la conduzione di Enrica Bonaccorti, per poi passare brevemente nelle mani di Paolo Bonolis, ed infine, ad inizio 1993, diventare di fatto autogestita dalle ragazze, sempre con la voce di Boncompagni nell’auricolare. Ognuna aveva un blocco di programma, ma in breve tempo Ambra svettò sulle altre e soprattutto su Pamela (Petrarolo di cognome), rivalità vera e costruita al tempo stesso come era logico che fosse per adolescenti passate in pochi mesi dai provini scortati da genitori ambiziosi a un divismo quasi assurdo, che le fece conoscere a milioni di persone soltanto con il nome, come se fossero amiche delle porta accanto. Così Miriana (Trevisan), Laura (Freddi), Alessia (Merz), Antonella (Mosetti), Alessia (Mancini), Nicole (Grimaudo), Romina (Mondello), Cristina (Quaranta), oltre ovviamente ad Ambra e senza dimenticare le fuori età della prima edizione (su tutte Claudia Gerini), possono essere considerate le ultime vere dive pre internet. Il loro fan tipo oggi ha poco meno di 50 anni, ma la loro assenza di volgarità le faceva apprezzare da ogni fascia di età. Anche se l’abile Boncompagni e la non meno abile Irene Ghergo conoscevano i meccanismi dei media: quanti dibattiti sul lolitismo degni di miglior causa…
Ragazze oggi
Si può quindi dire che esista una generazione, anzi una doppia generazione, di Non è la Rai, di nati fra il 1965 della Bernini che magari lo seguivano al secondo livello di lettura, ed il 1985, accomunata da uno spirito leggero e giocoso, che non è in contraddizione con il fare le cose sul serio nel proprio lavoro. Una generazione che nel corso del tempo ha seguito le vite, gli amori e le carriere delle ragazze, non sempre scintillanti, come se fossero quelle di sorelle. Va detto che l’unica ad avere mantenuto il successo nello spettacolo, fra alti e bassi, è stata proprio Ambra. Molte sono ancora visibili in televisione, da Alessia Mancini che fa la presentatrice a Cristina Quaranta adesso al Grande Fratello Vip, qualcuna come Romina Mondello e Nicole Grimaudo ce l’ha fatta come attrice, qualcuna naviga fra televisione e web (Antonella Mosetti è una stella di OnlyFans), qualcuna come Pamela ci crede ancora e moltissime come Alessia Merz si dedicano alla famiglia. Sono tutte cresciute e chi ha più o meno la loro età sa cosa significa. Ma ogni volta che si ascolta T’appartengo scatta qualcosa, che non è semplice nostalgia. È come se avessimo ancora una possibilità: giura.