Gli ultimi giorni di Biden per l’Ucraina: cosa può fare ancora?
Il mandato di Joe Biden volge al termine, ma prima del cambio al vertice alla Casa Bianca, che avverrà il 20 gennaio con l’insediamento di Donald Trump, c’è ancora almeno un questione cruciale su cui l’attuale presidente USA cercherà di fare pressioni: gli aiuti all’Ucraina.
Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha fatto sapere che Biden durante questi ultimi mesi si schiererà a favore della continuazione del sostegno statunitense a Kiev durante la transizione verso l'amministrazione del nuovo presidente eletto.
«Il presidente Biden avrà l'opportunità nei prossimi 70 giorni di dimostrare al Congresso e alla nuova amministrazione che gli Stati Uniti non dovrebbero abbandonare l'Ucraina», ha detto Sullivan domenica durante il programma «Face the Nation» in onda sulla CBS.
La Casa Bianca starebbe trasferendo armi e fino a 6 miliardi di dollari di aiuti rimanenti all'Ucraina il più rapidamente possibile, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a chiedere agli USA di revocare le restrizioni sulle armi a lungo raggio e di trovare altre fonti di finanziamento per la guerra prima dell'arrivo del tycoon.
Secondo Bloomberg, la vittoria elettorale di Trump e il potenziale controllo repubblicano di entrambe le camere del Congresso stanno infatti sollevando numerosi dubbi sul futuro degli aiuti statunitensi che hanno finora permesso al Paese di Zelensky di difendersi dagli invasori russi. Trump, durante la campagna elettorale, ha promesso di poter porre fine alla guerra in Ucraina «entro 24 ore», senza però specificare in che modo.
Come riportato ieri dal Washington Post, giovedì scorso, il tycoon avrebbe parlato al telefono con Vladimir Putin per discutere del conflitto. Il nuovo presidente degli Stati Uniti avrebbe consigliato al suo omologo russo di non inasprire la guerra in Ucraina, ricordando la «considerevole presenza militare statunitense in Europa». Trump avrebbe pure espresso interesse nel proseguire le conversazioni sulla «rapida risoluzione della guerra in Ucraina».
Secondo un ex funzionario statunitense a conoscenza della chiamata tra i due, Trump non vorrebbe iniziare il suo secondo mandato presidenziale con un'escalation della guerra in Ucraina, «il che lo incentiva a voler impedire che la guerra peggiori», si legga ancora sul Washington Post. La notizia della telefonata quest'oggi è stata smentita dal Cremlino, tramite il portavoce Dmitri Peskov, che ha parlato di «informazioni false»
Da quando l'Ucraina è stata invasa dalla Russia, nel febbraio 2022, Washington ha fornito decine di miliardi di dollari in aiuti militari ed economici statunitensi a Kiev. Finanziamenti che Trump ha ripetutamente criticato e contro cui si è scagliato insieme ad altri deputati repubblicani. Pure il suo vice JD Vance ha cercato di bloccare al Congresso il sostegno economico all’Ucraina.
Il senatore Bill Hagerty, repubblicano del Tennessee che ha sempre votato contro gli aiuti destinati a Kiev, ha visto la vittoria di Trump come il segnale che gli americani sono stanchi di fornire assistenza militare: «Dobbiamo concentrarci prima sui nostri problemi. Questo è ciò che il popolo americano ha detto e vuole che facciamo», ha detto ha detto Hagerty durante il programma «Face the Nation».
Al contrario, Biden continuerà a sostenere che gli americani hanno «bisogno di risorse continue per l’Ucraina anche dopo la fine del suo mandato, perché la minaccia per l’Ucraina rimarrà indipendentemente da cosa accada esattamente sul campo di battaglia o al tavolo delle trattative, e gli Stati Uniti non dovrebbero tirarsi indietro dal loro impegno», ha sottolineato Jake Sullivan.
Biden questa settimana dovrebbe ospitare Trump alla Casa Bianca per un incontro in cui, molto probabilmente, si discuterà dei finanziamenti all'Ucraina. Secondo il Guardian, è improbabile che l'attuale amministrazione in questi due mesi riesca a ottenere più finanziamenti destinati a Kiev attraverso il Congresso, ma, come detto, ci sono ancora 6 miliardi di dollari in aiuti in sospeso che dovrebbero essere distribuiti prima che Biden lasci l'incarico.
Alti funzionari statunitensi ed europei, scrive ancora il Guardian, avrebbero compiuto sforzi per rendere «a prova di Trump» gran parte del sostegno all’Ucraina, trasferendo l’autorità per le consegne di armi a Kiev alla NATO in vista di possibili mosse del tycoon.
«Se Trump, di fatto, interrompe gli aiuti militari all'Ucraina, l'attuale pacchetto di assistenza durerà solo fino alla fine di questo anno solare, e gli ucraini non potranno combattere adeguatamente in assenza del supporto militare degli Stati Uniti. E lo abbiamo visto all'inizio di quest'anno, durante il periodo tra i pacchetti, gli europei non possono colmare le lacune. Gli ucraini non possono colmare tutte le lacune», ha dichiarato Richard Fontaine, amministratore delegato del think tank Centre for a New American Security.
Stando al New York Times, la Russia in questa fase del conflitto è riuscita a schierare 50 mila soldati, tra cui truppe nordcoreane, per preparare un attacco con cui intende riconquistare il territorio invaso dagli ucraini nella regione russa di Kursk. Le forze di Mosca attualmente occupano circa un quinto dell'Ucraina.
Lo scorso 14 giugno Putin ha esposto le sue condizioni per porre fine alla guerra: l'Ucraina deve abbandonare le sue ambizioni di adesione alla NATO e ritirare tutte le sue truppe dalle quattro regioni occupate dai russi, Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Kiev, da parte sua, vuole che l'esercito di Putin lasci il territorio ucraino. Una posizione, questa, ampiamente sostenuta dagli alleati occidentali.