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Gli USA: «Con i nostri raid colpiti 800 target degli Houthi nello Yemen»

Lo rende noto il Centcom, sottolineando che i raid americani hanno ucciso centinaia di combattenti e leader degli Houthi, oltre che vari impianti di armi e di difesa aerea – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Gli USA: «Con i nostri raid colpiti 800 target degli Houthi nello Yemen»
Ats
28.04.2025 06:21
20:17
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«Israele usa gli aiuti come arma di guerra»: Tel Aviv nella bufera all'Aja

Israele sul banco degli imputati, gli alti funzionari palestinesi e delle Nazioni Unite che incalzano con un fuoco incrociato di accuse. All'Aja si è aperto il braccio di ferro giudiziario che vede il governo di Benyamin Netanyahu chiamato a rispondere della gestione della crisi umanitaria a Gaza davanti ai giudici della Corte internazionale di giustizia.

Le udienze ruotano attorno a una data: il 2 marzo. Quando lo Stato ebraico ha chiuso i valichi intorno alla Striscia, lasciando 2,4 milioni di palestinesi con scorte di cibo ridotte al lumicino.

«La fame è qui», ha attaccato il capo della rappresentanza palestinese nei Paesi Bassi, Ammar Hijazi, denunciando l'uso degli aiuti «come arma di guerra». La risposta israeliana non si è fatta attendere: il ministro degli Esteri, Gideon Sa'ar, da Gerusalemme ha liquidato il processo come «un circo» accusando a sua volta l'Onu e l'Unrwa di aver «strumentalizzano il diritto internazionale per privare Israele del suo diritto fondamentale di difendersi».

Uno dopo l'altro, decine di Stati e organizzazioni sfileranno nei prossimi giorni davanti ai giudici incaricati dalle Nazioni Unite di redigere un parere consultivo sui doveri umanitari di Israele. «In quanto potenza occupante, ha l'obbligo inderogabile di consentire e facilitare la consegna degli aiuti», ha scandito in aula la consulente legale dell'Onu, Elinor Hammarskjold, rivolgendo il monito allo Stato ebraico.

Che, a stretto giro, ha replicato con un 'j'accuse' nei confronti della massima corte dell'Onu: «Vogliono costringerci a collaborare con un'organizzazione infestata da terroristi», ha tuonato Sa'ar durante un briefing con la stampa, osservando che è l'organizzazione guidata da Antonio Guterres a dover essere processata per non aver epurato la sua agenzia Unrwa - che coordina gli aiuti a Gaza - dai terroristi di Hamas: ne ha impiegati «1.400», ha sottolineato il ministro, «molti dei quali hanno preso parte alle atrocità del 7 ottobre, compreso il comandante della forza Nukhba».

La delibera - non vincolante - dell'Aja potrebbe richiedere mesi. Sul campo, stando al Wall Street Journal, Israele starebbe intanto valutando un piano pilota per una nuova zona umanitaria nel sud della Striscia di Gaza, con il supporto di aziende private americane. L'obiettivo è far transitare i camion con gli aiuti direttamente verso i civili, evitando che finiscano nelle mani dei miliziani.

Ma la gestione umanitaria resta un nodo aperto: il presidente statunitense Donald Trump nei giorni scorsi aveva rivelato di aver sollecitato il premier Netanyahu a «essere buoni con Gaza», chiedendo l'apertura ai rifornimenti di cibo e medicine. Un colloquio emerso poco dopo l'allarme lanciato dal Programma alimentare mondiale dell'Onu sulle le scorte alimentari ormai terminate nella Striscia.

La guerra di Gaza non vede comunque la prospettiva di una fine: un alto funzionario politico israeliano, stando a quanto riportato dai media, ha rifiutato la proposta di Hamas per un cessate il fuoco di cinque anni in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi. Una tregua simile, ha detto il rappresentante di Israele, «permetterebbe» ai miliziani «solo di riarmarsi, riprendersi e continuare la guerra contro lo Stato di Israele con maggiore intensità».

14:31
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Israele respinge proposta di Hamas per 5 anni di tregua

Un «alto funzionario politico» israeliano ha rifiutato la proposta del movimento islamista al potere a Gaza, Hamas, per un cessate il fuoco di cinque anni in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi israeliani detenuti nell'enclave palestinese. Lo riferiscono i media locali.

«Alcuni paesi arabi stanno proponendo idee come quella di fermare la guerra per cinque anni», ha osservato l'alto funzionario. «Non c'è alcuna possibilità che accetteremo una tregua con Hamas che gli permetterebbe solo di riarmarsi, riprendersi e continuare la sua guerra contro lo stato di Israele con maggiore intensità.»

12:28
12:28
«Israele usa gli aiuti umanitari come arma di guerra»

Un alto funzionario palestinese ha dichiarato alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia che Israele sta bloccando gli aiuti umanitari ai palestinesi di Gaza come «arma di guerra». Dal canto suo, il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar ha dichiarato che gli accusati dovrebbero esssere le Nazioni Uniti e l'Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA).

La denuncia è arrivata all'inizio di una settimana che, all'Aia, sarà caratterizzata da una serie di udienze sugli obblighi di Israele nei confronti delle agenzie di aiuto delle Nazioni Unite. «La fame è qui. Gli aiuti umanitari vengono usati come arma di guerra», ha sottolineato l'alto funzionario palestinese.

Dal canto suo, il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar ha accusato le Nazioni Uniti e l'Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA), di aver «strumentalizzano il diritto internazionale per privare Israele del suo diritto fondamentale di difendersi». «Non è Israele che dovrebbe essere processato, ma l' ONU e l'UNRWA che coordina gli aiuti a Gaza», ha detto.

«l'UNRWA ha impiegato 1'400 terroristi, molti dei quali hanno preso parte alle atrocità del 7 ottobre, compreso il comandante della forza Nukhba di Hamas», ha dichiarato Sa'ar mentre la Corte internazionale di giustizia dell'Aia ha aperto le udienze sugli obblighi umanitari di Israele nei confronti dei palestinesi.

Il «j'accuse» di Israele

Durante il briefing di Sa'ar con la stampa a Gerusalemme, un grande schermo mostrava i volti del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e del Commissario generale dell'UNRWA Philippe Lazzarini, insieme al titolo in grassetto «J'Accuse», facendo riferimento alla lettera aperta del 1898 scritta dallo scrittore francese Émile Zola durante l'affare Dreyfus.

«Proprio in questo momento, la Corte internazionale di giustizia sta iniziando le deliberazioni di un altro procedimento vergognoso contro Israele», ha affermato il ministro, aggiungendo che Israele ha scelto di non presenziare alla discussione per «non prendere parte a questo circo».

Sa'ar ha criticato le precedenti sentenze della Corte, sottolineando che «questo è il quarto procedimento riguardante Israele presso la Corte dopo il massacro del 7 ottobre». «Adesso stanno abusando dei tribunali, ancora una volta, per cercare di costringere Israele a collaborare con un'organizzazione infestata dai terroristi di Hamas, e ciò non accadrà», ha detto Sa'ar. Il ministro ha ricordato che il dipendente dell'UNRWA Mohammed Abu Itiwi, comandante di Hamas, «è stato ripreso in un video mentre prendeva parte all'omicidio e al rapimento di israeliani vicino al kibbutz Re'im il 7 ottobre 2023, tra cui Hirsch Goldberg-Polin, preso in ostaggio e poi assassinato durante la prigionia».

Niente aiuti dal 2 marzo

L'ONU ha chiesto ai giudici dell'Aia di chiarire, nel procedimento di questa settimana, gli obblighi legali di Israele nei confronti delle Nazioni Unite e delle sue agenzie, organizzazioni internazionali o stati terzi, per «garantire e facilitare la fornitura senza ostacoli per la sopravvivenza della popolazione civile palestinese».

Israele controlla tutti gli afflussi di aiuti internazionali destinati ai 2,4 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza e ha interrotto le consegne di nella Striscia il 2 marzo, dopo il fallimento dell'accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi.

12:27
12:27
«Circa 200 mila profughi tornati in Siria dopo la caduta di Assad»

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che da quando in Siria è caduto il regime di Bashar Al-Assad, circa 200 mila profughi arrivati dalla Siria in Turchia durante la guerra negli anni scorsi sono rientrati nel loro Paese di origine.

«Dal 9 dicembre, il numero delle persone tornate in Siria dalla Turchia ha raggiunto la quota di 200 mila», ha affermato Erdogan, citato dall'agenzia Anadolu.

«Nonostante varie difficoltà, ostacoli e sabotaggi, la Siria si sta lentamente riprendendo. Mentre la Siria si riprende, il numero di coloro che rientrano a iniziato ad aumentare», ha aggiunto il leader turco, dichiarando che «negli ultimi due anni è stato impedito a 270 mila migranti irregolari», di cui non ha specificato la nazionalità, di entrare in Turchia.

09:17
09:17
Sale ad almeno 68 morti il bilancio del raid USA

Il bilancio dei morti in seguito al raid aereo statunitense contro un centro di detenzione per migranti a Saada, nel nord-ovest dello Yemen, è salito ad almeno 68, mentre si continuano ad estrarre corpi dalle macerie. Lo afferma l'emittente dei ribelli yemeniti filoiraniani Houthi, che controllano la zona.

08:58
08:58
Fonti mediche: almeno 17 morti in raid notturni su Gaza

Almeno 17 palestinesi sono morti in vari attacchi condotti la scorsa notte dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza, secondo fonti mediche palestinesi citate da Al Jazeera. Ieri erano state uccise almeno 53 persone nella Striscia, sempre secondo le fonti dell'emittente qatarina.

07:40
07:40
Hamas: «Almeno 50 morti negli attacchi israeliani oggi a Gaza»

La Protezione civile palestinese ha segnalato 50 morti negli attacchi odierni israeliani nella Striscia di Gaza. Rompendo una tregua di due mesi, Israele ha ripreso la sua offensiva nella Striscia il 18 marzo scorso con l'obiettivo dichiarato di costringere Hamas a rilasciare gli ostaggi ancora trattenuti lì dall'attacco senza precedenti del movimento islamista del 7 ottobre del 2023.

«Cinquanta martiri sono stati registrati a causa dei continui attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza dall'alba fino ad ora», ha dichiarato il funzionario della Protezione civile a Gaza, Mohammed al-Moughair.

06:22
06:22
Il punto alle 6

I lanci dei missili balistici da parte degli Houthi sono calati del 69% da quando gli Stati Uniti hanno lanciato la loro campagna di raid in Yemen, con la quale hanno colpito 800 target.

Lo rende noto il Centcom, sottolineando che i raid americani hanno ucciso centinaia di combattenti e leader degli Houthi, oltre che vari impianti di armi e di difesa aerea.