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«Gli USA hanno iniziato a lanciare aiuti a Gaza»

Lo riferisce un funzionario americano: al momento si tratta di 66 pacchi contenenti circa 38.000 pasti – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Gli USA hanno iniziato a lanciare aiuti a Gaza»
Red. Online
02.03.2024 08:13
23:01
23:01
«Il raid israeliano sulle tende di Rafah? Scandaloso»

«Le notizie che parlano di un attacco israeliano contro le tende che davano rifugio agli sfollati a Rafah, con un bilancio di 11 morti e 50 feriti, compresi dei bambini sono scandalose. Tra le vittime si contano due operatori sanitari». Lo scrive su X il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, «Gli operatori sanitari e i civili non devono essere un bersaglio e devono essere protetti in ogni momento. Esortiamo Israele ad un cessate il fuoco», aggiunge.

20:46
20:46
Decine di migliaia di persone in piazza: «Netanyahu faccia di più per liberare gli ostaggi»

Nuova serata di accese manifestazioni - a Tel Aviv, Gerusalemme, e in diverse altre località - di dimostranti che invocano una netta svolta nella politica del governo Netanyahu.

A Gerusalemme, una folla stimata in decine di migliaia di persone si è raccolta presso la residenza ufficiale del premier per chiedere che Israele concluda in tempi serrati un accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza.

Questa manifestazione è giunta a conclusione di una marcia di massa di protesta, organizzata dai familiari degli ostaggi, iniziata quattro giorni fa nel kibbutz Reim: uno dei luoghi dove Hamas ha compiuto un massacro il 7 ottobre. Secondo i dimostranti le vite degli ostaggi ''sono ormai appese a un filo'' e la loro vita è in pericolo costante.

A Tel Aviv, nella centrale via Kaplan, si sono radunati oltre 10 mila dimostranti per protestare contro la politica interna del governo Netanyahu che a loro parere rappresenta una minaccia per il carattere democratico di Israele. Gli oratori che si sono alternati sul palco hanno scandito ''elezioni - subito'' e hanno polemizzato con Netanyahu secondo cui un voto anticipato in Israele ''sarebbe un regalo per Sinwar e per l'Iran''.

Una ulteriore manifestazione di protesta, di tono analogo, ha avuto luogo a Cesarea (a nord di Tel Aviv) di fronte alla residenza privata di Netanyahu.

19:02
19:02
Tregua, «La palla è nel campo di Hamas»

«La palla è nel campo di Hamas», per una tregua a Gaza. Lo ha detto un alto funzionario americano.

In una telefonata con un ristretto gruppo di giornalisti, un alto funzionario dell'amministrazione americana ha sottolineato che «l'accordo per una tregua» è «sul tavolo» e ora «la palla è nel campo di Hamas».

«Gli israeliani l'hanno più o meno accettato. Un cessate il fuoco di sei settimane potrebbe iniziare oggi se Hamas acconsentisse a rilasciare gli ostaggi vulnerabili», ha spiegato il funzionario precisando che, per il momento, «le discussioni continuano» con l'obiettivo di arrivare ad un'intesa entro l'inizio del Ramadan, il 10 o l'11 marzo.

18:32
18:32
Lanci di aiuti umanitari su Gaza oggi da tre Paesi

I lanci di aiuti umanitari sulla striscia di Gaza sono avvenuti oggi in tre fasi distinte: in mattinata li hanno condotti aerei egiziani, nel pomeriggio aerei americani ed in seguito aerei giordani.

Lo ha riferito la radio militare secondo cui qui voli ''sono coordinati al minuto con la aviazione militare israeliana''.

La emittente ha riferito che nei giorni passati anche aerei degli Emirati arabi uniti e aerei francesi hanno compiuto lanci analoghi. Questo crescente traffico aereo ''rende più complesse le operazioni dell'aviazione israeliana a Gaza''.

L'intervento odierno dell'aviazione Usa, ha aggiunto la radio in un commento, ''rappresenta un chiaro segno di insoddisfazione'' di Washington nei confronti di Israele per la grave situazione umanitaria creatasi a Gaza.

16:02
16:02
Affondata una nave cargo colpita dagli Houthi

Una nave mercantile carica di fertilizzanti è affondata nel Golfo di Aden meno di due settimane dopo essere stata danneggiata dai missili degli Houthi. Lo hanno riferito le autorità del governo yemenita riconosciuto a livello internazionale.

La Rubymar, battente bandiera del Belize e gestita da una ditta libanese, era stata colpita con due missili lo scorso 19 febbraio. L'equipaggio aveva abbandonato la nave e si era messo in salvo.

«La MV Rubymar è affondata la scorsa notte, in coincidenza con fattori meteorologici e forti venti in mare», ha detto una cellula di crisi del governo yemenita. «Una fuoriuscita di fertilizzante a base di nitrato di ammonio in mare potrebbe avere impatti significativi sugli ecosistemi marini», ha affermato Julien Jreissati, direttore del programma di Greenpeace in Medio Oriente e Nord Africa.

L'agenzia per la sicurezza marittima Ukmto, gestita dalla marina britannica, ha affermato che la Rubymar si trovava a 35 miglia nautiche (65 chilometri) dal porto yemenita di Mokha quando il suo equipaggio è stato costretto ad abbandonarla. La Rubymar è stata identificata come immatricolata in Gran Bretagna dalla società di sicurezza statunitense Ambrey, ma la compagnia che gestisce il cargo, la Blue Fleet, ha smentito.

15:54
15:54
Gli Stati Uniti hanno iniziato il lancio di aiuti a Gaza dagli aerei

Gli Stati Uniti hanno iniziato il lancio di aiuti a Gaza da aerei militari. Lo riferisce un funzionario americano.

Tre C-130 dell'Air Forces Central hanno lanciato a Gaza 66 pacchi contenenti circa 38.000 pasti alle 8.30 ora americana, le 14.30 in Svizzera, secondo quanto hanno riferito due funzionari Usa al Washington Post.

15:34
15:34
Israele annuncia «pause umanitarie» nel sud della Striscia

L'esercito israeliano ha annunciato oggi una serie di 'pause umanitarie' di quattro ore ciascuna per consentire alla popolazione di due località situate nel sud della Striscia di Gaza - Rafah e Dir el-Balah - di provvedere ai rifornimenti necessari. Lo ha reso noto su X il portavoce militare Avichay Adraee.

A Rafah quelle pause saranno osservate oggi, domani e giovedì nei rioni Jneia, Salam e Sultan. A Dir el-Balah la sospensione delle attività militari avrà luogo lunedì, martedì e mercoledì nei rioni Jaffa, Sheikh Yamani e Salam.

A Rafah, riferiscono fonti locali, permane una situazione di emergenza costante dopo che - su pressione dell'esercito israeliano - vi sono sfollati oltre un milione di palestinesi originari da altre zone della Striscia. A Dir el-Balah, aggiungono le fonti locali, la situazione è invece ancora sotto controllo anche perché ancora non vi sono penetrate le forze di terra israeliane, che pure sono impegnate nella vicina Khan Yunis.

14:45
14:45
«Hamas rifiuta di rivelare quanti ostaggi siano vivi»

Hamas respinge la richiesta israeliana di sapere quanti degli ostaggi tenuti prigionieri a Gaza siano ancora vivi. Lo ha appreso il giornale al-Arabi al-Jadid, citato da media israeliani.

«Hamas e la resistenza - ha affermato la fonte raggiunta dal giornale - non consegnerà alcuna informazione circa i prigionieri senza che sia pagato un prezzo. Non accettiamo il condizionamento richiesto da Israele fra la consegna di quella lista e la ripresa delle trattative sul cessate il fuoco».

Ieri l'ala militare di Hamas aveva pubblicato su Telegram un video in cui annunciava la morte di sette ostaggi e sosteneva che «può superare i 70» il numero complessivo degli ostaggi morti «a causa dei bombardamenti» israeliani. Gli ostaggi a Gaza sono 134.

13:31
13:31
Manifestazione contro la guerra in un villaggio arabio in Galilea

Una manifestazione di protesta contro la guerra a Gaza è stata organizzata oggi nel villaggio arabo di Kfar Kana, a nord di Nazareth (Galilea). Lo riferisce il partito comunista israeliano Hadash. Secondo i media vi prendono parte circa duemila persone.

«Facciamo appello - hanno reso noto gli organizzatori - contro la guerra criminale contro il nostro popolo a Gaza, contro la fame tremenda, contro la possibile invasione della città di Rafah e contro ogni escalation della guerra lanciata dal governo di Israele». La manifestazione è stata autorizzata dalla polizia e finora non si ha notizia di incidenti.

13:06
13:06
Egitto e Qatar ribadiscono: «Serve una tregua a Gaza il prima possibile»

Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry e il suo omologo del Qatar, Mohammed bin Abdul Rahman bin Jassim Al Thani, durante un incontro a Doha, hanno ribadito «la necessità di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, l'attuazione della tregua e lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi nel più breve tempo possibile, nonché la necessità di garantire pienamente introdurre aiuti umanitari per alleviare la catastrofe umanitaria che i palestinesi sperimentano quotidianamente».

Shoukry e Al Thani hanno poi ribadito la necessità «di consentire all'Unrwa di continuare a svolgere i suoi compiti essenziali conformemente al suo mandato», e hanno sottolineato il loro «categorico rifiuto dei tentativi di sfollare i palestinesi dalle loro terre».

Il ministro egiziano ha quindi rinnovato il suo avvertimento contro le conseguenze di un'operazione militare di terra condotta da Israele nella città di Rafah.

Egitto e Qatar esprimono la loro «categorica condanna di una simile ipotesi e delle catastrofiche conseguenze umanitarie che ne conseguirebbero sui palestinesi di Rafah, così come dei costanti bombardamenti e gli attacchi israeliani sugli sfollati al centro e al nord della Striscia di Gaza».

12:34
12:34
«Domani al Cairo riprendono i negoziati per Gaza»

Fonti della sicurezza egiziana annunciano all'emittente televisiva saudita Al Arabiya che domani, domenica, riprenderanno al Cairo i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.

«Si ragiona su una lunga tregua a Gaza e sullo scambio - dice la fonte - ma per raggiungere l'accordo occorre stabilire il ritiro di Israele dal nord di Gaza e il rientro degli sfollati».

11:11
11:11
Unicef Palestina: «La popolazione di Gaza è disperata»

 «Gli incidenti come quello gravissimo dell'altro giorno e altri meno gravi avvenuti in precedenza sono la dimostrazione che la situazione della popolazione civile è disperata, perché non riesce ad accedere ai beni essenziali per sopravvivere». Lo ha detto il portavoce di Unicef Palestina, il belga Jonathan Cricks, intervistato dal Quotidiano nazionale, commentando la morte di 112 persone in fila per ricevere aiuti umanitari. «Serve che l'aiuto umanitario possa raggiungere la popolazione civile ovunque essa si trovi.

Serve che più aiuti umanitari possano entrare nella Striscia. E per questo è assolutamente indispensabile una tregua. Oggi abbiamo 2,2 milioni di persone, praticamente l'intera popolazione di Gaza, che vive di aiuti umanitari: questo non è sostenibile con operazioni militari in corso», sottolinea Cricks. Per l'operatore «ben il 55% della popolazione palestinese della Striscia riesce ad avere solo un pasto al giorno e un pasto magro, per nulla diversificato, con zero proteine e pochissima o zero verdura e frutta». Con effetti visibili: «La scorsa settimana ci è giunta dal ministero della Salute di Gaza la notizia di dieci bambini morti per malnutrizione e disidratazione».

08:13
08:13
Il punto alle 8.00

L'agenzia palestinese Wafa afferma che almeno 17 persone sono morte e altre decine rimaste ferite in bombardamenti israeliani avvenuti nelle ultime ore contro tre abitazioni a Deir al-Balah e a Jabalia, rispettivamente nel centro e nel nord della Striscia di Gaza. 

Nella giornata di ieri decine di persone sono rimaste uccise nei raid di Israele sulla Striscia, sempre secondo la Wafa. Il bilancio delle vittime nell'enclave palestinese dal 7 ottobre è di almeno 30.228 morti e 71.377 feriti, secondo il Ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas.

Colpi da arma da fuoco sull'80% dei feriti nella strage degli aiuti

Il direttore ad interim dell'ospedale al-Awda di Jabalia, Mohammed Salha, afferma che circa l'80% dei feriti nella strage durante la fila per gli aiuti umanitari a Gaza portati nella sua struttura sanitaria presentavano lesioni d'arma da fuoco. Lo riporta l'emittente araba Al Jazeera.

Dei 176 feriti portati all'ospedale al-Awda 142 avevano lesioni d'arma da fuoco mentre gli altri 34 mostravano ferite dovute a una fuga precipitosa, ha detto Salha specificando di non poter fornire informazioni sulla causa della morte delle vittime dell'accaduto perché i loro corpi sono stati trasportati in altre strutture.

Precedentemente anche il portavoce del segretario generale delle Nazioni unite Stephane Dujarric aveva detto che durante una visita all'ospedale al-Shifa un team dell'Onu «ha potuto confermare che molte delle persone in cura lì», vittime dell'attacco di giovedì vicino Gaza, «avevano ferite da arma da fuoco».

Hamas afferma che almeno 112 palestinesi sono morti e altri 760 rimasti feriti quando l'esercito israeliano ha aperto il fuoco contro una folla di persone accalcata intorno a un convoglio di aiuti umanitari. Israele sostiene che decine di persone «sono state uccise e ferite» nella calca o «travolte dai camion».

«Anche una guerra contro le donne»

L'Ente dell'Onu per l'uguaglianza di genere e l'empowerment femminile (Un Women) definisce il conflitto nella Striscia di Gaza «anche una guerra contro le donne», stimando che circa 9.000 siano state uccise nell'enclave palestinese dal 7 ottobre.

Con la guerra nella Striscia «che si avvicina ai suoi cinque mesi, le donne di Gaza continuano a subirne un impatto devastante: anche se questo conflitto non risparmia nessuno» - si legge in un comunicato dell'ente Onu -, i dati di Un Women mostrano che uccide e ferisce le donne in modi senza precedenti.

L'ente Onu elenca quindi sette fatti che spiegano perché «questa è anche una guerra contro le donne. Si stima che fino ad oggi siano state uccise dalle forze israeliane a Gaza circa 9.000 donne: questa cifra è probabilmente sottostimata, poiché si pensa che molte più siano morte sotto le macerie. Ogni giorno che la guerra continua, al ritmo attuale una media di 63 donne continueranno a essere uccise. Si stima che ogni giorno vengano uccise 37 madri, lasciando le loro famiglie devastate e i loro figli con una protezione ridotta. Più di quattro donne su cinque (l'84%) riferiscono che la loro famiglia mangia metà o meno del cibo che consumavano prima dell'inizio della guerra, con madri e donne adulte che hanno il compito di procurarsi il cibo ma mangiano per ultime e meno di tutti gli altri. Quattro donne su cinque a Gaza indicano che almeno uno dei loro familiari ha dovuto saltare i pasti durante la scorsa settimana: nel 95% dei casi sono le madri a restare senza cibo, saltando almeno un pasto per nutrire i propri figli. L'intera popolazione di Gaza si troverà ad affrontare entro poche settimane livelli acuti di insicurezza alimentare: quasi nove donne su dieci (l'87%) riferiscono di avere più difficoltà ad accedere al cibo rispetto agli uomini. Nonostante i loro sforzi straordinari, meno dell'1% dei finanziamenti raccolti attraverso l'Appello flash del 2023 è andato a organizzazioni nazionali o locali per i diritti delle donne». 

Distrutto un missile degli Houthi

L'esercito degli Stati Uniti ha annunciato di aver distrutto nelle prime ore di oggi nello Yemen un missile terra-aria dei ribelli Houthi pronto per essere lanciato.

Le forze del Comando centrale (Centcom) americano «hanno identificato il missile e hanno stabilito che rappresentava una minaccia imminente per gli aerei statunitensi nella regione», ha detto il Centcom su X aggiungendo che gli houthi ieri sera hanno lanciato un missile balistico antinave nel Mar Rosso ma non vi è stato alcun impatto o danno ad alcuna nave.

Ucciso un giovane 16.enne

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che un ragazzo di 16 anni è morto oggi dopo essere stato raggiunto alla testa da proiettili dell'esercito israeliano durante un raid notturno effettuato nel villaggio di Kafr Ni'ma a ovest di Ramallah, in Cisgiordania.

Il bilancio delle vittime in Cisgiordania dal 7 ottobre è di almeno 417 morti e oltre 4,600 feriti, secondo gli ultimi dati del Ministero della Sanità palestinese.