Guerra

Gli USA inviano mine antiuomo all'Ucraina, il «Paese più minato del mondo»

Gli ordigni «non persistenti» verrebbero utilizzati per frenare l'avanzata delle truppe di terra russe: la mossa di Biden, già molto criticata, va contro la sua precedente decisione di non inviarle perché letali per i civili
©MARIA SENOVILLA
Michele Montanari
20.11.2024 18:30

Dopo il via libera all’utilizzo dei missili balistici statunitensi ATACMS in territorio russo, l’amministrazione Biden consentirà all'Ucraina di utilizzare mine antiuomo «non persistenti» fornite dagli USA per rallentare l'avanzata delle truppe russe sul campo di battaglia. Lo ha fatto sapere mercoledì il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin. La decisione di Washington ha riacceso le critiche sull'opportunità di utilizzare nel conflitto ordigni in grado di uccidere e mutilare indiscriminatamente militari e civili. Inoltre, il presidente Joe Biden finora si era sempre rifiutato di fornire le mine antiuomo, citando i molti rischi che queste pongono per i civili. Nel 2022 l’amministrazione Biden aveva pure promesso di rinunciare all’utilizzo, alla produzione e all’acquisto di tali ordigni. Gli USA, da tempo, forniscono all'Ucraina anche mine anticarro.

Parlando ai giornalisti durante un viaggio in Laos, Austin ha affermato che il cambiamento nella politica della Casa Bianca sulle mine antiuomo in Ucraina segue il «cambiamento di tattica da parte dei russi».

Austin ha fatto notare che le truppe di terra russe stanno avanzando sul campo di battaglia, lasciando i veicoli corazzati nelle retrovie, e l'Ucraina ha «bisogno di strumenti che possano aiutare a rallentare» i soldati di Putin. L'esercito russo, più numeroso, sta lentamente respingendo quello ucraino, numericamente inferiore, in ritirata nella regione orientale di Donetsk. 

L’annuncio dell’invio di questo tipo di armamenti ha suscitato numerose critiche, ma Austin ha tenuto a precisare che si tratta di «mine antiuomo non persistenti». Queste differiscono da quelle utilizzate finora in Ucraina perché diventano «inerti» dopo un periodo di tempo prestabilito e richiedono un’alimentazione a batteria per esplodere. Ciò significa che con il passare del tempo non possono più  detonare, risultando «più sicure» per i civili rispetto a quelle che rimangono sul terreno per diversi anni. Nonostante si tratti di «mine intelligenti», la Croce Rossa internazionale denuncia da tempo che pure questi ordigni «mettono indiscriminatamente in pericolo i civili». Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, dopo l'annuncio, ha affermato che l'amministrazione uscente americana di Joe Biden «sta facendo di tutto per continuare la guerra in Ucraina».

Le autorità statunitensi non hanno descritto nello specifico la tipologia dei congegni, ma secondo il portale ucraino d'informazione Defense Express in Ucraina potrebbero arrivare i sistemi a proiettili ADAM (Area Denial Artillery Munition). Un singolo proiettile di questo tipo ha una gittata fino a 17,6 km se sparato da un sistema di artiglieria di tipo M109, e disperde numerose mine fino a 600 metri dal punto di impatto. Quelle trasportate dai proiettili ADAM potrebbero essere le mine antiuomo a lunga durata M67 o quelle a breve durata M72, con un tempo di autodistruzione impostato al momento della fabbricazione rispettivamente su 4 o 48 ore. Una volta atterrata, la mina lancia sette fili d'innesco in grado di far esplodere l'ordigno, che può detonare solo tramite corrente elettrica.

Mosca ha già usato mine terrestri, del tipo che non diventano inerti con il passare del tempo, durante il conflitto, trasformando l’Ucraina in uno dei luoghi più minati al mondo, «con quasi un quarto del suo territorio contaminato da mine, un'area quattro volte più grande della Svizzera», stando al capo degli affari politici dell'ONU, Rosemary DiCarlo.

La Russia, oltre ad altre armi devastanti come le bombe a grappolo, ha più volte utilizzato le mine antiuomo in Ucraina, tra cui le POM-3, ordigni di nuova concezione in grado di uccidere indiscriminatamente persone entro un raggio di 16 metri. Ma lo stesso avrebbe fatto, in almeno una occasione, l’esercito di Zelensky.

La ONG Human Rights Watch (HRW), a gennaio del 2023, aveva denunciato il presunto utilizzo da parte dei soldati ucraini di migliaia di mine terrestri antipersona. Queste sarebbero state lanciate nella città orientale di Izium quando le forze russe stavano occupando l'area e avrebbero ucciso almeno 11 civili. HRW avrebbe documentato numerosi casi in cui razzi contenenti mine antiuomo PFM (i cosiddetti «pappagalli verdi» raccontati da Gino Strada in un celebre libro) sono stati lanciati in aree occupate dagli invasori vicino a strutture militari russe. L'Ucraina ha aderito al Trattato di messa al bando delle mine del 1997 (Convenzione di Ottawa), firmato da Kiev nel 1999 e ratificato nel 2005. Tra i Paesi membri della convenzione non figurano né la Russia né gli Stati Uniti.

La Svizzera, da parte sua, si sta impegnando a ripulire l’Ucraina dai letali ordigni. Il mese scorso il Consiglio federale ha deciso che la Confederazione sosterrà il lavoro svolto nel Paese invaso dai russi dalla Fondazione svizzera per lo sminamento (FSD), con sede a Ginevra, stanziando un contributo di 30 milioni di franchi da ora al 2027. I 30 milioni annunciati a ottobre vanno ad aggiungersi ai quasi 100 milioni di franchi destinati a ridurre il rischio rappresentato dalle mine per la popolazione messi a disposizione da Berna per il periodo 2024-2027.

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