Greenpeace denuncia il dilagare dei cercatori d'oro in Amazzonia

Nonostante il successo di alcune operazioni di contrasto all'attività mineraria illegale nella foresta amazzonica, l'esplorazione e l'estrazione di oro da parte di cercatori irregolari è «nuovamente esplosa lungo il fiume Madeira».
Lo denuncia Greenpeace in un dossier pubblico sul proprio sito internet, evidenziando che «cinque mesi dopo la distruzione di 459 draghe posizionate nelle riserve indigene» la presenza di nuove imbarcazioni è «preoccupante». Sono almeno 130 le draghe in attività lungo il più grande affluente del Rio delle Amazzoni rilevate grazie all'utilizzo di satelliti.
Da oltre quarant'anni il corso d'acqua è bersaglio di organizzazioni criminali e cercatori d'oro illegali «che minacciano l'equilibrio ambientale e sociale della regione», scrive Greenpeace.
«Le imbarcazioni dragano alla ricerca di oro dragano il letto del fiume, distruggendolo e contaminando l'acqua con il mercurio (usato per separare l'oro) che uccide i pesci e causa malattie alle persone che dipendono dal fiume per sopravvivere.
Secondo l'organizzazione ambientalista, la nuova offensiva incontrollata è dovuta alla »mancanza di politiche pubbliche strutturate« e ha chiesto al governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva »misure forti e coordinate« per proteggere il fiume Madeira, la foresta amazzonica e i popoli originari che la abitano.