Il punto

Grindavík, il giorno dopo l'eruzione

Il villaggio di pescatori si è svegliato parzialmente coperto da una colata di lava solidificata, che si è estesa fino ad alcune case: «Era il worst case scenario, ed è diventato realtà»
© Icelandic Civil Protection via AP
Federica Serrao
15.01.2024 15:30

Lo avevano definito «the worst case scenario». Lo scenario peggiore. Scenario che, alla fine, è diventato realtà. Questa volta, Grindavík, il villaggio islandese di pescatori minacciato da un'eruzione vulcanica, non è stato risparmiato. Nel punto caldo monitorato ormai da mesi si sono aperte due nuove crepe. Una di queste, in un punto troppo vicino alle porte della cittadina. E così, per la prima volta da tempo, nel Paese nordico la lava ha travolto le case incontrate sul suo percorso. 

Da ieri pomeriggio, hanno cominciato a diffondersi le prime, terrificanti immagini, in cui si vede la lava inghiottire almeno tre abitazioni. La videodiretta, trasmessa ininterrottamente su YouTube dal momento in cui è iniziata l'eruzione, non ha lasciato spazio a speranze. Ed è proprio grazie a quei filmati che oggi, con la luce del giorno, riusciamo a vedere i segni che il fuoco ha lasciato sul villaggio, cancellandone in un attimo strade, case, storie. 

Il villaggio questa mattina si è svegliato parzialmente coperto dai resti, ormai spenti, della colata lavica che qualche ore prima minacciava di spingersi oltre, fino al porto. Con le prime luci del sole, sorto solamente attorno alle 11.00, hanno fatto capolino le prime immagini, da cui si evince solo una parte dei danni causati dall'eruzione. Nel mezzo di Grindavík, oggi, c'è un'imponente striscia di lava solidificata, che si estende fino alle porte di alcune case, ricoprendo quella che un tempo era una strada. 

La buona notizia è che i 4.000 residenti di Grindavík sono stati evacuati per tempo. Già mesi, addirittura, se pensiamo che il primo divieto di accesso alla cittadina era arrivato nel mese di novembre, quando l'attività sismica nella penisiola di Reykjanes era diventata troppo frequente per essere ignorata. Tuttavia, sono servite a poco le barriere difensive erette alle porte del villaggio, che avrebbero dovuto deviare il corso della lava. Lava che, invece, non si è fermata di fronte all'ostacolo, e ha prepotentemente trovato un modo per entrare nella cittadina. Inoltre, nonostante fino ad ora non si fosse registrata nessuna vittima, è stato lanciato l'allarme per la scomparsa di un operaio. Secondo le prime informazioni, potrebbe essere stato inghiottito da una fessura del vulcano. 

«In un piccolo villaggio come il nostro, dove siamo come una famiglia, vedere queste immagini è tragico», ha raccontato uno dei residenti di Grindavík. «È surreale, è come guardare un film». Dal canto suo, invece, il presidente islandese Guðni Th. Jóhannesson, ha ribadito come sia accaduto «ciò che tutti speravamo non accadesse». «È successo che la lava si è messa a scorrere verso Grindavík, una fiorente cittadina dove le persone hanno costruito la propria vita, dedicandosi alla pesca e ad altre occupazioni e creando una comunità in armonia con Dio e tra di loro», ha dichiarato il presidente.

Ma quanto si protrarrà la situazione d'emergenza? Quando c'è di mezzo la natura, chiaramente, è difficile fare previsioni. Secondo le prime informazioni che giungono dall'Islanda, è probabile che Grindavík rimarrà inaccessibile per almeno altre tre settimane. Secondo Magnús Tumi Guðmundsson, geofisico interpellato dal Guardian, la crepa che si è aperta a sud, in prossimità della cittadina, si sarebbe già estinta del tutto – come si evince dalle riprese video – durante la notte. Allo stesso modo, anche quella più a nord, di dimensioni maggiori, sembrerebbe essersi «calmata». Ma la fine dell'eruzione, a detta degli esperti, è ancora «impossibile definire» quando, effettivamente, avverrà. 

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