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È quanto si legge in una nota diffusa dall'organizzazione su Telegram dopo l'ultimo scambio di ostaggi e detenuti nella notte fra mercoledì e giovedì – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:56
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Si indaga sui legami tra i membri dello staff Netanyahu e il Qatar
La procuratrice generale di Israele Gali Baharav-Miara ha ordinato l'apertura di un'indagine penale sui legami tra funzionari che lavorano nell'ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu e il Qatar. Lo riferisce Times of Israel spiegando che la decisione della procura è stata presa dopo le rivelazioni secondo cui l'ex portavoce del premier, Eli Feldstein, già accusato di aver messo a rischio la sicurezza nazionale in un caso riguardante il furto e la fuga di notizie di documenti classificati dell'esercito, «lavorava per il Qatar tramite una società internazionale incaricata da Doha di fornire ai principali giornalisti israeliani storie favorevoli all'emirato». Le indagini saranno condotte dallo Shin Bet e dalla polizia.
19:32
19:32
L'IDF ammette: «Un totale fallimento dell'esercito nel 7 ottobre»
Un'indagine interna dell'esercito israeliano sull'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, pubblicata oggi, ha riconosciuto il «completo fallimento» dell'Idf nel prevenire l'assalto, che ha ucciso centinaia di israeliani, ha detto un funzionario militare.
«Il 7 ottobre è stato un completo fallimento, l'Idf ha fallito nell'adempiere alla sua missione di proteggere i civili israeliani», ha precisato il funzionario che ha richiesto l'anonimato, informando i giornalisti sul contenuto del rapporto. «Troppi civili morirono quel giorno chiedendosi in cuor loro o ad alta voce: dov'era l'Idf?». «Le forze della difesa non sono riuscite a proteggere i cittadini israeliani. La Divisione di Gaza è stata invasa nelle prime ore della guerra, quando i terroristi hanno preso il controllo e hanno compiuto massacri nelle comunità e nelle strade della zona», hanno aggiunto i militari nella sintesi del rapporto consegnato ai giornalisti.
L'esercito ha riconosciuto di essere stato «troppo sicuro di sé» e di avere avuto idee sbagliate sulle capacità militari di Hamas prima dell'attacco del gruppo palestinese, ha precisato un alto funzionario militare nello stesso briefing.
L'inchiesta, che comprendeva 77 indagini separate su ciò che è accaduto nelle comunità, nelle basi militari e in molteplici punti di scontro attorno a Gaza, è in procinto di essere presentata alle persone direttamente colpite. «Non immaginavamo nemmeno uno scenario del genere», ha detto ai giornalisti il primo ufficiale militare, aggiungendo che i miliziani palestinesi guidati da Hamas hanno colto Israele di sorpresa, non solo per le dimensioni e la portata dell'attacco, ma anche per la sua «brutalità».
L'indagine militare ha scoperto che l'attacco di Hamas è avvenuto in tre ondate e al suo culmine più di 5'000 persone sono entrate in Israele da Gaza. «La prima ondata comprendeva più di 1'000 terroristi Nukhba (forze d'élite) che si sono infiltrate sotto la copertura del fuoco pesante», si legge nella sintesi dell'inchiesta. Una seconda ondata comprendeva invece 2'000 miliziani e la terza infine è stata caratterizzata dall'arrivo di centinaia di miliziani, insieme a diverse migliaia di civili. «In totale, circa 5'000 terroristi si sono infiltrati nel territorio israeliano durante l'attacco», afferma il rapporto.
Dal canto suo, il capo dell'esercito israeliano ha affermato di essersi assunto «la piena responsabilità» per non essere riuscito a prevenire l'attacco senza precedenti di Hamas del 7 ottobre 2023 in Israele, dopo la pubblicazione oggi dei risultati di un'indagine interna che evidenziava i fallimenti dell'esercito quel giorno.
«La responsabilità ricade su di me. Ero il comandante dell'esercito il 7 ottobre e ho la piena responsabilità davanti a tutti voi» per quanto accaduto, ha detto il generale Herzi Halevi in una dichiarazione rilasciata dall'esercito in video.
18:30
18:30
Attacco ad Haifa, i feriti sono tredici
La polizia israeliana ha annunciato che, «l'uomo che oggi ha investito alcuni pedoni in un sospetto attacco terroristico a sud di Haifa nel nord del Paese è stato ucciso». Lo riporta The Times of Israel. Dal canto loro, i feriti investiti dall'auto del presunto «terrorista» sono tredici. Una ragazza di 17 anni è in gravi condizioni.
Secondo le ultime informazioni il presunto attentatore sarebbe un palestinese di 53 anni, originario della zona di Jenin. Viveva illegalmente in Israele ed era sposato con una cittadina israeliana.
18:02
18:02
«Colpito un posto di osservazione di Hezbollah a sud del Libano»
Un aereo dell'aeronautica militare israeliana ha attaccato un posto di osservazione di Hezbollah nella zona di Einta, nel Libano meridionale.
Secondo un portavoce dell'Idf, «il posto di osservazione costituisce una violazione degli accordi tra Israele e Libano». Lo riporta Ynet.
16:38
16:38
I leader mondiali a Gaza in un mare di sangue: virale un altro video fatto con l'AI
Il giorno dopo la pubblicazione da parte di Donald Trump del video che mostra la Striscia di Gaza trasformata in una scintillante ma grottesca Riviera del Medio Oriente tra statue d'oro e piogge di dollari, diventa virale sui social un'altra clip, sempre generata dall'IA, dove si vedono vari leader mondiali, dal tycoon alla presidente dell'Ue Ursula Von der Leyen fino alla premier italiana Giorgia Meloni, che sono sulla spiaggia di Gaza con il mare rosso per il sangue delle vittime palestinesi. L'autore è Andrea Gastaldon (Sax-Star), un creative director che nelle stories, condividendo il reel, scrive: «Questo mi sembra più realistico».
«Strip in trip» è il titolo del video che mostra nella prima scena Trump seduto su una spiaggia che beve un cocktail. Alle sue spalle si infrangono le onde color rosso sangue. Poi arrivano vari leader: l'israeliano Benjamin Netanyahu che, in costume da bagno, ha in mano una pistola ad acqua, poi Joe Biden che mangia il gelato e Kamala Harris che costruisce un castello di sabbia. Ursula von der Leyen spalma la crema solare sul corpo di Trump, Elon Musk piange come un bambino seduto sulla spiaggia con un piccolo razzo bianco tra le mani, poi arrivano anche Giorgia Meloni e Mark Zuckerberg. Nella scena finale, Netanyahu brinda con il tycoon in costume blu intero.
16:31
16:31
Israele: «Diversi feriti in un sospetto attacco terroristico ad Haifa»
La polizia israeliana ha reso noto che diverse persone sono rimaste ferite in un «sospetto attacco terroristico» che si è verificato ad Haifa, nel nord del Paese. Secondo le prime informazioni, un veicolo sospetto ha investito sette pedoni all'incrocio di Karkur. Il conducente è stato arrestato dalla polizia, riferiscono i media locali.
Stando all'agenzia francese Afp, almeno 8 persone sarebbero rimaste ferite, di cui una in modo grave, dopo essere state travolte dall'auto ad Haifa.
«Le forze di polizia sono riuscite a intercettare un veicolo sospetto e ad arrestare un sospetto» che ha guidato un'auto contro i civili in un incrocio a sud della città, ha precisato la polizia in un comunicato.
15:34
15:34
L'annuncio di Israele: «Rilasciati 643 detenuti palestinesi»
Il servizio carcerario israeliano ha annunciato che sono stati appena rilasciati 643 detenuti palestinesi, nell'ultimo scambio con Hamas che ieri notte ha consegnato le salme di quattro ostaggi israeliani.
«Il servizio carcerario israeliano ha completato il settimo rilascio dei terroristi imprigionati, in conformità con l'accordo» di tregua «sulla restituzione degli ostaggi», si legge in una nota dell'amministrazione penitenziaria israeliana.
In totale «643 terroristi sono stati trasferiti da diverse carceri del Paese», ha aggiunto la stessa fonte.
Nella notte, Hamas ha restituito in Israele, in privato e lontano dalle telecamere, i corpi di quattro ostaggi morti, poi formalmente identificati dai parenti e dal Forum delle Famiglie.
Questo scambio è l'ultimo previsto nell'ambito della prima fase della tregua nella Striscia di Gaza, negoziata con la mediazione di tre Paesi, Qatar, Egitto e Stati Uniti, dopo 15 mesi di guerra.
Durante questa prima fase, 33 ostaggi provenienti da Gaza, compresi otto corpi, sono stati restituiti a Israele attraverso il Comitato internazionale della Croce Rossa.
Nel frattempo, secondo il sito del principale quotidiano egiziano, Al Ahram, c'è «ancora molto lavoro da fare per forgiare un piano arabo collettivo in vista del 'Vertice arabo', in programma al Cairo il 4 marzo». ''Secondo fonti egiziane informate« - l'incontro di Riad della settimana scorsa »non ha prodotto un consenso« su una »prima bozza del piano redatto dall'Egitto«.
Venerdì, sette leader arabi si erano riuniti nella capitale dell'Arabia Saudita »per discutere un piano egiziano sul futuro di Gaza, che riguarda la ricostruzione, la gestione e la sicurezza«, ricorda da ieri il sito. Le consultazioni con i paesi arabi coinvolti, in particolare la Giordania, servono »per aggirare il piano dell'ex presidente statunitense Donald Trump che prevedeva lo spostamento forzato dei gazawi e la trasformazione della Striscia in un hub turistico«, viene aggiunto.
»Fonti riferiscono che alcuni partecipanti al vertice di Riad erano esitanti nell'impegnarsi per la ricostruzione prima di un'uscita completa di Hamas dalla scena«, riferisce al-Ahram.
»Altri hanno sostenuto che aspettarsi una semplice scomparsa di Hamas sia irrealistico. Rimangono inoltre divergenze sui dettagli relativi alla gestione e alla sicurezza di Gaza e sul ruolo dell'Autorità Palestinese con sede a Ramallah, che devono ancora essere risolte«, avverte il quotidiano.
Intanto, il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdel Aty, »ha avuto un colloquio telefonico« con l'omologo russo Serghiei Lavrov per discutere le »relazioni bilaterali« e gli sviluppi nella regione. Lo ha riferito l'ambasciatore Tamim Khalaf, portavoce del ministero degli Esteri egiziano.
Abdelatty ha lodato la »profondità delle relazioni storiche« tra Egitto e Russia, evidenziando la crescita della »cooperazione congiunta« dopo l'»accordo di partenariato strategico globale« siglato nel 2018, ha scritto il portavoce sulla pagina Facebook del dicastero.
I due ministri hanno esaminato la situazione nella Striscia di Gaza e in Siria. Abdel Aty ha illustrato i preparativi per il Vertice arabo del 4 marzo al Cairo e gli sforzi dell'Egitto per garantire la »stabilità del cessate il fuoco« e avviare la »ricostruzione di Gaza« senza spostare i palestinesi dalle loro terre. Ha ribadito il »rifiuto egiziano« di un loro trasferimento e la necessità di una »soluzione politica permanente e giusta«. Sulla Siria, Abdel Aty ha confermato il sostegno egiziano alla »sovranità, unità e integrità territoriale« del Paese, sottolineandone il ruolo nella stabilità regionale.
15:08
15:08
Molto lavoro da fare sul piano egiziano per Gaza
C'è «ancora molto lavoro da fare per forgiare un piano arabo collettivo in vista del 'Vertice arabo', in programma al Cairo il 4 marzo»: lo afferma il sito del principale quotidiano egiziano, Al Ahram, segnalando che - «secondo fonti egiziane informate» - l'incontro di Riad della settimana scorsa «non ha prodotto un consenso» su una «prima bozza del piano redatto dall'Egitto».
Venerdì, sette leader arabi si erano riuniti nella capitale dell'Arabia Saudita «per discutere un piano egiziano sul futuro di Gaza, che riguarda la ricostruzione, la gestione e la sicurezza», ricorda da ieri il sito. Le consultazioni con i paesi arabi coinvolti, in particolare la Giordania, servono «per aggirare il piano dell'ex presidente statunitense Donald Trump che prevedeva lo spostamento forzato dei gazawi e la trasformazione della Striscia in un hub turistico», viene aggiunto.
«Fonti riferiscono che alcuni partecipanti al vertice di Riad erano esitanti nell'impegnarsi per la ricostruzione prima di un'uscita completa di Hamas dalla scena», riferisce al-Ahram.
«Altri hanno sostenuto che aspettarsi una semplice scomparsa di Hamas sia irrealistico. Rimangono inoltre divergenze sui dettagli relativi alla gestione e alla sicurezza di Gaza e sul ruolo dell'Autorità Palestinese con sede a Ramallah, che devono ancora essere risolte», avverte il quotidiano.
13:52
13:52
L'Idf annuncia l'uccisione di un leader di Hezbollah in Libano
Le forze di difesa israeliane hanno annunciato ieri che l'aeronautica militare ha condotto un attacco basato sull'intelligence ed eliminato Mahran Ali Nasser Al-Din, definito «un importante terrorista dell'Unità 4400 di Hezbollah», «responsabile del contrabbando di armi nel territorio libanese dall'Iran e dai suoi alleati, con l'obiettivo di massimizzare le scorte di armi».
Dalla sua istituzione - afferma l'Idf - l'Unità 4400 ha stabilito numerose rotte di contrabbando lungo il confine tra Siria e Libano. Durante la guerra, l'Idf ha condotto attacchi estesi all'Unità 4400 di Hezbollah e ai suoi comandanti, tra cui il suo capo Muhammad Ja'far Qasir, e il suo successore designato, Ali Hassan Gharib.
L'Idf ha anche riferito, in un'altra informativa, di avere condotto «attività di antiterrorismo» la scorsa settimana in Giudea e Samaria, arrestando 75 persone e confiscando armi. «Attività antiterrorismo» anche a Gerico, in Cisgiordania, dove sono stati arrestati «diversi individui ricercati e interrogati decine di sospettati di attività terroristiche».
13:51
13:51
Katz: «Pronti ad aprire porto e scalo per espulsione gazawi»
Se il piano di Trump per il trasferimento dei palestinesi da Gaza si materializzasse, «sto rapidamente promuovendo l'istituzione di un'amministrazione di immigrazione volontaria per consentire a coloro che desiderano lasciare Gaza di farlo tramite il porto di Ashdod o l'aeroporto di Ramon». Lo ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, citato dal Times of Israel.
Il ministro ha affermato che la prima fase della tregua «è completa» e che Israele «punta a riportare indietro tutti» gli ostaggi ancora a Gaza. «Il modo più efficace per garantire ciò è che Hamas sappia che l'Idf è pronta a tornare in guerra», ha detto.
13:29
13:29
Via libera alla squadra negoziale israeliana per la fase 2 della tregua
La squadra negoziale israeliana andrà al Cairo dopo l'approvazione del primo ministro Benjamin Netanyahu per i colloqui in merito alla seconda fase del cessate il fuoco con Hamas. Lo riferisce l'ufficio del premier, come riporta Haaretz.
13:17
13:17
Hamas: «Israele nel corridoio Filadelfia viola l'accordo»
L'affermazione di Israele che resterà nel corridoio Filadelfia tra Egitto e Gaza «viola l'accordo». Lo afferma Hamas, come riporta Haaretz.
10:45
10:45
«Israele non si ritirerà dal corridoio Filadelfia»
Un funzionario israeliano ha inviato una dichiarazione ai media israeliani affermando che l'Idf non si ritirerà dal corridoio Filadelfia, la zona cuscinetto tra Egitto e Gaza, nonostante l'accordo di cessate il fuoco imponga all'esercito di abbandonare il tratto di confine al termine della prima fase.
«Non lasceremo il Philadelphia Corridor. Non permetteremo agli assassini di Hamas di aggirarsi di nuovo per i nostri confini con pick-up e armi, e non permetteremo loro di riarmarsi tramite il contrabbando», afferma il funzionario israeliano, sostenendo che Hamas stava usando la rotta per introdurre le armi nella Striscia.
10:07
10:07
«Mancano altri 46 detenuti per concludere lo scambio»
Israele ha liberato oggi 596 palestinesi detenuti nelle sue carceri in cambio della restituzione dei corpi di quattro ostaggi israeliani trattenuti a Gaza, e deve ancora rilasciarne altri 46, donne e minori, per concludere lo scambio, ha riferito un'ong per la difesa dei prigionieri palestinesi.
09:03
09:03
Israele ha ricevuto tutti i 33 ostaggi della prima fase della tregua
Con l'identificazione dei corpi di tutti e quattro gli ostaggi dell'ultimo scambio di prigionieri, Israele ha ricevuto tutti i 33 rapiti che dovevano essere consegnati nella prima fase dell'accordo di cessate il fuoco. Venticinque sono tornati vivi, mentre otto sono deceduti, ricorda il Times of Israel sottolineando che ogni futuro rilascio degli ostaggi dipenderà dal raggiungimento di ulteriori intese con Hamas.
08:48
08:48
Confermate le identità dei quattro corpi consegnati a Israele
Le identità di tutti e quattro i corpi consegnati da Hamas e riportati in Israele la scorsa notte nell'ultimo scambio con prigionieri palestinesi sono state confermate. Lo riportano i media locali.
Il kibbutz Nir Oz ha ufficializzato la morte di Itzik Elgarat e di Ohad Yahalomi. Il decesso di Tsahi Idan è stato confermato dalla famiglia, mentre la sorella di Shlomo Mantzur ha riferito che il corpo del fratello è stato identificato.
07:01
07:01
Israele ha ricevuto le bare di quattro ostaggi consegnate da Hamas
Israele ha ricevuto, attraverso la Croce Rossa, le bare di «quattro ostaggi caduti» a Gaza consegnate da Hamas: lo rende noto l'ufficio del primo ministro.
«Le bare sono state trasferite, con la mediazione egiziana, a un'unità (dell'esercito) al valico di Kerem Shalom. Ora è iniziato un processo di identificazione preliminare sul suolo israeliano», ha aggiunto. Si dovrebbe trattare delle salme di Itzik Elgarat, Tsahi Idan, Shlomo Mantzur e Ohad Yahalomi.
In cambio, le autorità israeliane hanno rilasciato nella notte detenuti palestinesi appartenenti al settimo e ultimo gruppo nell'ambito della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: lo riporta la Wafa.
Secondo l'agenzia di stampa palestinese, 37 persone sono arrivate nella capitale amministrativa dei territori palestinesi in Cisgiordania, Ramallah, e altre cinque sono state portate a Gerusalemme.
Secondo i media internazionali, che citano una fonte di Hamas e quelli egiziani, le autorità israeliane hanno inoltre consegnato all'Egitto 97 detenuti palestinesi.
06:24
06:24
Israele «non ha altra scelta che avviare i negoziati per la seconda fase»
Israele «non ha altra scelta» se non quella di avviare i negoziati per la seconda fase del cessate il fuoco a Gaza, poiché la prima fase scade sabato: lo ha affermato Hamas su Telegram.
«Non ha altra scelta che avviare i negoziati per la seconda fase», si legge in un comunicato stampa diffuso dopo l'ultimo scambio di ostaggi e detenuti nella notte tra mercoledì e giovedì.
Il gruppo si è inoltre assicurato che Israele non possa avere «false scuse» per far deragliare il processo.
06:23
06:23
Il punto alle 6
Le autorità israeliane hanno consegnato all'Egitto 97 detenuti palestinesi: lo riportano i medi internazionali, che citano una fonte di Hamas e media egiziani. Il gruppo, secondo le fonti, rimarrà in Egitto finché non troverà accoglienza in un altro Paese. In un primo momento, l'agenzia di stampa palestinese Wafa aveva parlato di 42 persone rilasciate nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Secondo Wafa, 37 persone sono arrivate nella capitale amministrativa dei territori palestinesi in Cisgiordania, Ramallah, e altre cinque sono state portate a Gerusalemme. In precedenza, i canali televisivi arabi avevano mostrato un filmato dell'arrivo a Ramallah di un autobus della Croce Rossa con a bordo un gruppo di detenuti palestinesi rilasciati da Israele.