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Hamas libera 4 soldate israeliane

Lo scambio «prima del previsto» – «Hamas ha reclutato tra 10.000 e 15.000 membri dall'inizio della sua guerra con Israele» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Hamas libera 4 soldate israeliane
Red. Online
25.01.2025 08:36
22:43
22:43
«Trump revoca lo stop alle bombe da 900 kg per Israele»

La Casa Bianca di Trump ha ordinato al Pentagono di revocare il blocco imposto dall'amministrazione Biden sulla fornitura di bombe da 2.000 libbre (900 kg circa) a Israele. Lo riferisce Axios citando tre funzionari israeliani. Lo stop di Biden lo scorso maggio innesco' una delle più grandi crisi delle relazioni tra Stati Uniti e Israele durante i 15 mesi di guerra a Gaza. Il governo di Tel Aviv è stato informato dal Pentagono ieri, ha detto un funzionario israeliano. Le fonti hanno detto che 1.800 bombe MK-84, che erano conservate negli arsenali Usa, saranno caricate su una nave e consegnate a Israele nei prossimi giorni.

22:15
22:15
Bambina di 2 anni uccisa da spari israeliani a Jenin

Sabato sera, una bambina palestinese è morta a causa delle ferite riportate durante un raid dell'esercito israeliano nel villaggio di Muthalath Ash-Shuhada, a sud della città di Jenin, nella Cisgiordania occupata. Lo ha reso noto il Ministero della Salute palestinese citato dall'agenzia locale Wafa.

Il Ministero ha confermato che Layla Mohammad Ayman al-Khatib, di 2 anni e mezzo, è morta per una ferita alla testa causata da proiettili sparati dall'esercito israeliano.

All'inizio della serata, riferiscono le autorità palestinesi, le forze speciali israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio e hanno assediato una casa. Hanno schierato cecchini intorno e hanno ordinato agli occupanti di uscire tramite altoparlanti, scatenando scontri.

Per il quarto giorno consecutivo, Israele ha lanciato una massiccia incursione nella città e nel campo profughi di Jenin, uccidendo 14 palestinesi e costringendo 1.800 residenti palestinesi a lasciare il campo profughi.

20:34
20:34
Libere quattro soldatesse, lo show di Hamas in piazza

Quattro delle cinque soldatesse israeliane rapite nell'avamposto militare di Nahal Oz il 7 ottobre 2023 sono state rilasciate da Hamas e sono tornate in Israele. In cambio, sono stati scarcerati 200 detenuti palestinesi, di cui 121 superterroristi, 'con le mani macchiate di sangue', ossia all'ergastolo per aver ucciso in diversi attentati decine di civili israeliani.

Il mancato ritorno in libertà della 29enne Arbel Yehud, civile e donna, che sarebbe dovuto avvenire oggi, ha però indotto Israele a dichiarare che Hamas ha violato la tregua e di conseguenza non ha consentito il ritorno degli sfollati verso il nord di Gaza attraverso il corridoio Netzarim.

«Oggi il mondo sta festeggiando. Il presidente Donald Trump è riuscito a ottenere il rilascio di altri quattro ostaggi israeliani, trattenuti per troppo tempo da Hamas in condizioni spaventose», ha commentato la Casa Bianca. «Forte preoccupazione» invece è stata espressa dal portavoce dell'Idf per la mancata liberazione di Shiri Bibas, che doveva avvenire oggi, e dei suoi bambini, Kfir e Ariel, di due e cinque anni. «Quando abbiamo visto che non erano nell'elenco, il mondo ci è crollato addosso», ha dichiarato la famiglia.

L'inedito show orchestrato da Hamas in occasione della liberazione di Karina Ariev, Daniela Gilboa, Naama Levy e Liri Elbag è stato ripreso in diretta tv e rilanciato in tutto il mondo dalle tv arabe. Circondate dai miliziani armati, le giovani sono uscite dai suv dei terroristi poco dopo le dieci, fatte sfilare lentamente in piazza Saraya a Gaza City e portate verso un palco dove un tavolo era stato allestito per l'occasione.

Tenendosi per mano, con le buste ricevute in regalo dai loro carcerieri - dentro i souvenir di Gaza, come la settimana scorsa per le altre tre rapite liberate - hanno dovuto rivolgere grandi sorrisi alla folla, salutando e facendo il segno della vittoria. Tutt'intorno un'enorme cordone di miliziani di Hamas e della jihad islamica, tutti rigorosamente armati, a volto coperto, con la fascia verde islamica in testa.

E subito intorno a loro la folla di gazawi che urlava Allahu akbar. Mentre al Jazeera mostrava le immagini di un drone che lanciava caramelle sulla piazza. Le opprimenti scene di ressa, calca, caos che hanno accompagnato domenica scorsa la liberazione di Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher, questa volta non ci sono state.

L'organizzazione dell'evento - una inequivocabile dimostrazione di come Hamas sia ancora viva e vegeta - è stata curata nei dettagli in favore delle telecamera: striscioni con slogan in arabo e inglese sono stati srotolati per essere fotografati dai reporter arabi, «Palestina: la vittoria del popolo oppresso contro il sionismo nazista».

Poi gli operatori della Croce Rossa hanno firmato. Alle ragazze, vestite a nuovo con uniformi verde militare, è stato dato l'ok per scendere dal palco e dirigersi verso le jeep bianche. Immagini stigmatizzate dall'Idf che le ha definite «ciniche e crudeli». Specialmente ripensando ai video diffusi da Hamas in cui le quattro giovani donne venivano mostrate insanguinate, terrorizzate, sopraffatte dai miliziani che poco prima avevano massacrato decine di giovani militari nella stessa base di Nahal Oz.

Hamas nel frattempo ha pubblicato un video in cui a ciascuna delle rapite viene consegnato un 'modulo di rilascio dei prigionieri', un certificato incorniciato e un portachiavi con la bandiera palestinese.

Le ragazze hanno rimesso piede in Israele dopo 477 giorni in cattività. Ad aspettarle nella base al confine con Gaza, l'emozionante abbraccio dei genitori. Mentre la folla radunata in piazza degli ostaggi a Tel Aviv scoppiava in lacrime, applausi, gioia. Poi, Liri, Naama Daniela e Karina sono state portate in elicottero in ospedale, dove c'erano gli altri parenti, e fuori una folla di persone in festa.

Nel frattempo, in Cisgiordania, a Gerusalemme Est, e a Gaza la gente è scesa per strada ad applaudire i detenuti palestinesi scarcerati. Con lunghe parate, bandiere, canti. Nella Striscia sono stati accolti con i cori: «Noi siamo il popolo di Muhammad Deif», riferendosi al capo militare di Hamas ucciso in un attacco aereo israeliano a luglio. Secondo fonti statunitensi l'organizzazione terroristica in questi mesi sarebbe riuscita a reclutare tra i 10 e i 15 mila nuovi membri.

I media egiziani hanno riferito che 70 ergastolani sono stati trasferiti attraverso il valico di Rafah prima di essere esiliati. Le famiglie delle soldatesse uccise nell'avamposto militare di Nahal Oz durante l'attacco di Hamas hanno espresso gioia per la liberazione delle soldatesse: «Siamo profondamente addolorati per l'infinita nostalgia delle nostre figlie, ma abbiamo pregato per il ritorno delle loro amiche».

19:33
19:33
L'UE lunedì allenterà le sanzioni contro la Siria

Il consenso tra i 27 è già maturato, ora serve solo trovare un'intesa per entrare nei dettagli. Lunedì prossimo, nel quadro del Consiglio Affari Esteri, gli Stati membri dell'Ue decideranno di allentare le sanzioni alla Siria, pur mantenendo il monitoraggio sulla nuova leadership.

Se le autorità di Damasco garantiranno un processo inclusivo - compreso il rispetto delle donne e delle minoranze - le restrizioni diminuiranno mentre, in caso contrario, torneranno. Carota e bastone, insomma.

«La Siria deve rimettersi in piedi e l'Ue deve poter giocare un ruolo, anche nella sua ricostruzione», spiega un alto diplomatico. «Restano molte incertezze ma è essenziale offrire al popolo siriano una luce in fondo al tunnel, considerando pure la situazione attuale del Medio Oriente: abbiamo bisogno che la Siria torni in gioco», aggiunge ancora.

Naturalmente c'è poi l'aspetto migratorio. Un Paese stabile - e magari in crescita - significa fermare le partenze e, potenzialmente, dare inizio ai rimpatri - che l'Ue ricorda dover essere sempre «volontari». Il Servizio di Azione Esterna della Commissione Europea (Eeas), guidato da Kaja Kallas, ha messo a punto un documento con delle proposte su varie tematiche (dalla sospensione delle sanzioni al rafforzamento della ricostruzione dei servizi di base, come la rete energetica o le infrastrutture ospedaliere), compreso il tema dei rifugiati.

«Dovremmo considerare come consentire un certo livello di circolarità che permetta ai rifugiati siriani di andare avanti e indietro in una fase di transizione, con visite di 'andata e ritorno', evitando che perdano il loro status di rifugiati», si legge nel documento. «È improbabile - prosegue l'Eeas - che la realtà sul campo sia sufficientemente stabile nel breve termine per consentire a gruppi numerosi di prendere in considerazione il rimpatrio permanente e il timore di perdere lo status di rifugiato può avere un effetto scoraggiante». Ma si tratta solo di un'ipotesi.

Il non-paper dell'Eeas fa seguito alla proposta fatta circolare da sei Paesi - Germania, Francia, Olanda, Spagna, Finlandia e Danimarca - in cui si chiede di rimuovere le misure restrittive ad alcune entità - come la Syrian Arab Airline - e settori dell'economia per promuovere la ripresa del Paese - la finanza o la tecnologia necessaria all'oil&gas - così da permettere sia l'ingresso di capitali che di facilitare il movimento delle persone.

È essenziale, ad ogni modo, che i nuovi signori della Siria righino dritto (e non si dimostrino amici della Russia o dell'Iran). I sei Paesi immaginano allora un «meccanismo» per sospendere temporaneamente le sanzioni fino alla prossima revisione del regime nel 2026, con l'intesa tuttavia che potrebbero essere rimesse in qualsiasi momento «qualora la situazione sul campo fosse contraria alle nostre aspettative». Le idee, dunque, non mancano. Per i dettagli, però, si dovrà attendere: lunedì i ministri daranno infatti solo un via libera «politico» a cui dovranno seguire atti legislativi precisi. La seconda fase sarà quella con dentro la sostanza.

18:46
18:46
Ginevra, oltre 2000 persone alla marcia pro Palestina

Circa 2200 persone sono scese oggi in piazza a Ginevra per dimostrare solidarietà al poopolo palestinese e per denunciare la politica Svizzera in Medio Oriente. La manifestazione era stata indetta dall'organizzazione BDS («boycott, désinvestissement et sanctions»).

«La manifestazione si è svolta pacificamente e non ci sono stati particolari problemi», ha dichiarato a Keystone-ATS una portavoce della polizia cantonale ginevrina.

I dimostranti hanno accusato la Confederazione di «vergognosa complicità» con Israele e hanno chiesto «sanzioni immediate e severe» contro lo Stato ebraico, deplorando la sospensione del sostegno finanziario di Berna all'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.

Gli organizzatori della manifestazione hanno ricordato che quasi un anno fa la Corte internazionale di giustizia (CIG) ha riconosciuto la plausibilità del crimine di genocidio commesso dallo Stato israeliano contro la popolazione della Striscia di Gaza.

Riconoscimento richiesto
Lo scorso novembre, hanno aggiunto, la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant.

I manifestanti hanno deplorato il fatto che, nonostante queste pressioni, Israele continui la sua «guerra genocida» contro i palestinesi e prosegua i suoi attacchi contro i Paesi vicini, una politica che, a loro avviso, Israele non potrebbe perseguire «senza la complicità dei suoi alleati», ossia Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania «e Svizzera».

Gli attivisti filopalestinesi hanno chiesto a Berna di cambiare il suo approccio al Medio Oriente, cessando il suo sostegno allo Stato israeliano. Secondo loro, la Confederazione dovrebbe anche riprendere e aumentare i finanziamenti all'UNRWA e riconoscere immediatamente lo Stato di Palestina, seguendo l'esempio di Spagna, Irlanda e Norvegia.

18:13
18:13
«Detenuto palestinese rifiuta di tornare a Gaza»

Un detenuto palestinese destinato al rilascio come parte dell'accordo tra Israele e Hamas si è rifiutato di tornare a Gaza, dicendo di temere per la sua vita.

È stato sostituito con un prigioniero che avrebbe dovuto essere scarcerato la prossima settimana. Lo ha riferito il servizio carcerario.

18:01
18:01
«Uomo ucciso dall'Idf mentre cercava di andare a Gaza nord»

Fonti palestinesi dalla Striscia di Gaza hanno riferito che un uomo è stato ucciso dall'Idf mentre con altre persone cercava di dirigersi a Nord, in Rashid Street, nel centro dell'enclave. Lo riporta Ynet.

17:28
17:28
«Gli USA sono con Israele per la liberazione di tutti gli ostaggi»

«Oggi il mondo festeggia perché il presidente Trump ha ottenuto il rilascio di altri quattro ostaggi israeliani che, per troppo tempo, sono stati trattenuti contro la loro volontà da Hamas in condizioni orribili. Gli Stati Uniti continueranno con il loro grande partner Israele a spingere per il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti e per il perseguimento della pace in tutta la regione»: cosi' la Casa Bianca in una nota a commento della liberazione di altri quattro ostaggi israeliani.

17:27
17:27
Il Libano accusa: «Israele sta ritardando il ritiro»

L'esercito libanese ha dichiarato di essere pronto a schierare le sue forze nel sud del Paese, accusando Israele di «procrastinare» il suo ritiro previsto nell'accordo di cessate il fuoco di 60 giorni con scadenza domani.

«C'è stato un ritardo in diverse fasi a causa della procrastinazione nel ritiro dalla parte del nemico israeliano», ha affermato l'esercito, confermando di essere «pronto a continuare il suo spiegamento non appena il nemico israeliano si ritirerà».

Israele ha fatto sapere venerdì che il ritiro graduale delle sue truppe dal Libano meridionale proseguirà oltre i 60 giorni previsti dall'accordo che ha portato alla tregua. «Poiché l'accordo di cessate il fuoco non è stato ancora pienamente applicato dallo Stato libanese, il processo di ritiro graduale continuerà in pieno coordinamento con gli Stati Uniti», ha fatto sapere l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu.

Una posizione che è stata immediatamente appoggiata dall'amministrazione Usa, che ha chiesto un'estensione della scadenza: «Il presidente Trump è impegnato a garantire che i cittadini israeliani possano tornare in sicurezza nelle loro case nel nord di Israele, sostenendo al contempo il presidente Aoun e il nuovo governo libanese. Tutte le parti condividono l'obiettivo di garantire che Hezbollah non abbia la capacità di minacciare il popolo libanese o i suoi vicini. Per raggiungere questi obiettivi, è urgentemente necessaria una breve estensione temporanea del cessate il fuoco», ha dichiarato Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca

In questo scenario incerto, la tv libanese al Mayadeen, vicina a Hezbollah, ha riferito di attacchi israeliani nel sud del Libano, avvenuti durante la giornata, che «hanno avuto un'escalation come non si vedeva da due mesi».

Secondo i termini del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, mediato da Usa e Francia ed entrato in vigore il 27 novembre, l'esercito libanese dovrebbe schierarsi insieme alle forze di pace delle Nazioni Unite (Unifil) nel sud del Paese mentre l'esercito israeliano si sarebbe dovuto ritirare. Il tutto entro domani. Hezbollah, dal canto suo, deve ritirare le sue forze a nord del fiume Litani, a circa 30 chilometri dal confine israeliano, e smantellare qualsiasi infrastruttura militare rimasta nel sud.

L'accusa dell'esercito libanese arriva dopo che il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto il 17 gennaio a Israele di porre fine alla sua «occupazione» del sud. In una telefonata con il suo omologo francese Emmanuel Macron, il nuovo presidente libanese Joseph Aoun ha parlato della «necessità di obbligare Israele a rispettare i termini dell'accordo per mantenere la stabilità nel sud».

L'esercito libanese ha comunque esortato le persone a «essere caute nel tornare nelle aree di confine meridionali, a causa della presenza di mine e oggetti sospetti lasciati» dalle forze israeliane.

15:34
15:34
Tra i condannati liberati da Israele non c'è Zakaria Zubeidi

Tra i 200 detenuti palestinesi rilasciati in cambio delle quattro soldatesse, ci sono 121 condannati all'ergastolo per l'omicidio di civili israeliani e 79 con pene fino a 15 anni. Lo riferiscono i media israeliani citando il Servizio carcerario.

Di questi, 70 sono stati espulsi in Egitto, 114 sono stati rilasciati in Cisgiordania e 16 nella Striscia di Gaza. Non è stato scarcerato Zakaria Zubeidi, ex comandante delle brigate dei martiri di Al-Aqsa di Fatah a Jenin, e simbolo per i terroristi della Cisgiordania. Dei detenuti rilasciati, 137 appartengono a Hamas, 26 a Fatah, 29 alla Jihad islamica, tre al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e uno al Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina. Quattro di loro non risultano affiliati a nessuna fazione.

Tra i prigionieri più noti liberati ci sono Raed al-Saadi, il più anziano di Jenin, membro della Jihad islamica, che ha trascorso 36 anni in carcere per attacchi in cui sono stati uccisi soldati israeliani, e Mohammed al-Tous, 69 anni, di Betlemme, legato a Fatah, condannato all'ergastolo per aver guidato un gruppo responsabile di numerosi attacchi armati.

Altri detenuti particolarmente noti includono Tahr Awadat, dichiarato morto in un attacco aereo dell'Idf a febbraio, ma successivamente risultato solo ferito, e Salim Hajeh, membro di Hamas, responsabile di 15 morti in un attentato suicida nel 2011 a Haifa. Nel carcere di Ketziot si è verificato un incidente insolito: alcuni dei detenuti destinati a Gaza si sono rifiutati di salire sugli autobus e la questione è stata risolta solo dopo l'intervento di terze parti.

15:33
15:33
«Escalation di attacchi israeliani nel sud del Libano»

La tv libanese al Mayadeen, vicina a Hezbollah, ha riferito di attacchi israeliani nel sud del Libano nelle ultime ore, che «hanno avuto un'escalation come non si vedeva da due mesi».

14:10
14:10
Rilasciati tutti i 200 detenuti, è festa a Ramallah

Tutti i 200 detenuti palestinesi sono stati rilasciati dalle prigioni israeliane come parte dello scambio di oggi. Lo ha confermato il servizio penitenziario israeliano, mentre una folla di palestinesi a Ramallah è esplosa di gioia all'arrivo dei bus con i prigionieri rilasciati.

14:07
14:07
70 detenuti palestinesi rilasciati sono in Egitto

Secondo la tv pubblica del Cairo Qahera, Israele ha rilasciato 70 prigionieri palestinesi in territorio egiziano in base all'accordo con Hamas. I detenuti liberati sono arrivati al lato egiziano del valico di frontiera di Rafah con la Striscia.

Oggi si prevede che saranno scarcerati 200 palestinesi: circa 70 saranno esiliati e non potranno tornare a Gaza o in Cisgiordania. I palestinesi condannati per l'omicidio di israeliani, secondo l'intesa, devono essere esiliati in via definitiva.

Gli autobus con i detenuti hanno lasciato la prigione di Ofer, in Cisgiordania, e quella di Ktziot, nel deserto del Negev. In cambio, Hamas ha liberto stamane a Gaza quattro donne israeliane, tutte soldatesse.

12:17
12:17
«Arbel Yehud è viva e sarà liberata tra sette giorni»

«Arbel Yehud è viva e sarà liberata tra sette giorni»: lo ha dichiarato un alto funzionario di Hamas, come riferisce la tv pubblica israeliana Kan.

In precedenza l'ufficio di Benjamin Netanyahu ha dichiarato che gli sfollati di Gaza non torneranno nel nord della Striscia fino a che le fazioni fondamentaliste non rilasceranno Arbel, come era previsto nell'accordo. L'intesa prevede che per prime debbano essere liberate le donne civili e dopo le soldate, contrariamente a quanto è avvenuto.

11:46
11:46
«Hamas ha organizzato uno spettacolo cinico»

Il portavoce dell'Idf Daniel Hagari ha stigmatizzato in una dichiarazione pubblica lo spettacolo organizzato da Hamas per il rilascio delle soldate.

«Hamas è un gruppo terroristico omicida. Ha dimostrato la sua crudeltà organizzando una cerimonia cinica», ha affermato, «ha mostrato una falsa rappresentazione del trattamento e della cura degli ostaggi, mentre in realtà sta crudelmente trattenendo civili innocenti da 477 giorni». «La missione non finirà finché tutti non saranno tornati in Israele», ha aggiunto.

11:30
11:30
«C'è grande preoccupazione per Kfir e Ariel Bibas e per la madre Shiri»

«Israele sta aspettando da Hamas la lista con i nomi degli altri 26 ostaggi che devono essere rilasciati. C'è grande preoccupazione per i due bambini Kfir e Ariel, di 2 e 5 anni, e per la madre Shiri» della famiglia Bibas. Lo ha detto il portavoce dell'Idf Daniel Hagari.

11:29
11:29
Hamas pubblica la lista dei 200 palestinesi liberi oggi

Hamas ha pubblicato la lista di 200 prigionieri palestinesi destinati a essere rilasciati da Israele oggi in cambio di quattro soldate israeliane come parte dell'accordo di cessate il fuoco. Lo riporta il Guardian, aggiungendo che l'elenco include detenuti di lunga data e altri con lunghe condanne.

Hamas ha affermato in una dichiarazione che 70 dei 200 detenuti liberati saranno portati fuori da Gaza e dalla Cisgiordania. Israele vuole infatti che i palestinesi condannati per l'omicidio di israeliani siano esiliati in via definitiva.

Un funzionario palestinese vicino ai colloqui ha detto, citato da Reuters online, che alcuni dei prigionieri liberati saranno rilasciati in Egitto. Alcuni di loro resteranno lì, mentre altri potrebbero andare in Algeria, Qatar o Turchia. È probabile che includano militanti condannati per attacchi mortali in Israele che hanno ucciso decine di persone.

11:28
11:28
Le quattro soldate liberate sono in Israele

Le quattro soldate rilasciate da Hamas sono in Israele, come mostrano le immagini trasmesse dalle tv. Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag sono tornate nel loro Paese dopo 477 giorni di prigionia a Gaza.

Le quattro, riferiscono i notiziari israeliani, hanno potuto abbracciare i loro genitori nella base militare di Reem.

Atmosfera carica di emozione anche in piazza degli ostaggi a Tel Aviv, dove la folla è esplosa in manifestazioni di gioia nel momento in cui le quattro soldate sono state consegnate dalla Croce Rossa all'Idf. Migliaia di persone si sono radunate con t-shirt che recitavano «Non siete soli».

«Il governo di Israele abbraccia le quattro ragazze, soldate delle Forze di difesa israeliane. Le loro famiglie sono state informate dalle autorità competenti che si sono unite alle nostre forze», si legge invece in una nota dell'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.

«Il governo di Israele è impegnato a riportare a casa tutti i prigionieri e i dispersi. Il governo, insieme a tutte le forze di sicurezza, sosterrà Albag Liri (19 anni), Ariev Karina (20), Gilboa Daniela (20), Levi Naama (20) insieme alle loro famiglie».

10:51
10:51
Beirut: «Israele procrastina il suo ritiro dal Libano»

L'esercito libanese ha dichiarato di essere pronto a schierare le sue forze nel sud del Paese, accusando Israele di «procrastinare» il suo ritiro previsto nell'accordo di cessate il fuoco di 60 giorni con scadenza domani.

«C'è stato un ritardo in diverse fasi a causa della procrastinazione nel ritiro dalla parte del nemico israeliano», ha affermato l'esercito, confermando di essere «pronto a continuare il suo spiegamento non appena il nemico israeliano si ritirerà».

Israele ha affermato ieri che il ritiro graduale delle sue truppe dal Libano meridionale proseguirà oltre i 60 giorni previsti dall'accordo di cessate il fuoco.

10:28
10:28
Hamas rilascia quattro soldate israeliane

Quattro soldate israeliane sono state rilasciate da Hamas e sono ora sulle jeep della Croce Rossa verso Israele. Si tratta di Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag. L'operazione è stata trasmessa in diretta dalle tv.

08:36
08:36
Il punto alle 08.00

Hamas ha reclutato tra 10.000 e 15.000 membri dall'inizio della sua guerra con Israele, secondo due fonti del Congresso USA informate dall'intelligence statunitense, il che suggerisce che il gruppo terroristico sostenuto dall'Iran potrebbe rimanere una minaccia persistente per Israele. Lo riporta la Reuters sul suo sito. L'intelligence indica che un numero simile di combattenti di Hamas è stato ucciso durante quel periodo. Le fonti informate affermano che, mentre Hamas ha reclutato con successo nuovi membri, molti sono giovani e non addestrati e vengono utilizzati per semplici scopi di sicurezza.

L'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, «deve cessare le sue operazioni a Gerusalemme ed evacuare tutti i locali in cui opera nella città» entro il 30 gennaio. Lo ha scritto l'ambasciatore israeliano al Palazzo di vetro al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in una lettera. Il 30 gennaio entra in vigore una legge che vieta all'UNRWA di operare sul territorio israeliano e di avere contatti con le autorità israeliane.

Hamas rilascerà oggi quattro ostaggi, prima del previsto. Lo ha riferito Hamas all'agenzia di stampa saudita Asharq News. Ieri, Israele aveva confermato i nomi delle quattro donne israeliane  prese in ostaggio che saranno rilasciate da Hamas oggi, dopo 477  giorni di prigionia, nel secondo scambio previsto dall'accordo di cessate il fuoco entrato in vigore domenica scorsa. I quattro ostaggi, i cui nomi sono stati comunicati da Hamas nel tardo pomeriggio ieri, sono Liri Albag , 19 anni, Daniella Gilboa , 20 anni, Karina Ariev , 20 anni, e Naama Levy , 20 anni. Sono tra le sette donne soldato rapite dall'unità di sorveglianza delle IDF alla base  militare di Nahal Oz durante il massacro del 7 ottobre 2023. Hamas ha reso noto di aver trovato degli errori in alcuni nomi dei prigionieri palestinesi che Israele dovrebbe rilasciare oggi e di essere in contatto con i mediatori per risolvere la questione.