Il caso

«Hegseth utilizzava linee internet non protette per connettersi a Signal»

Non c'è tregua per il capo del Pentagono, accusato di aver diffuso informazioni di guerra segrete sugli Houthi in una chat privata: secondo due fonti, lo avrebbe fatto aggirando i protocolli di sicurezza governativi direttamente nel suo ufficio
©Mark Schiefelbein
Red. Online
25.04.2025 07:30

Non c'è (ancora) tregua per Pete Hegseth. Emergono, infatti, nuovi dettagli sul caso della seconda chat di guerra su Signal. Come reso noto negli scorsi giorni, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti avrebbe creato un gruppo con alcune persone della sua sfera privata – come la moglie, il fratello e il suo avvocato – dove avrebbe diffuso informazioni segrete sugli attacchi agli Houthi nello Yemen. Le stesse divulgate nella chat in cui era stato inserito per errore il giornalista Jeffrey Goldberg. 

Nonostante il capo del Pentagono, negli ultimi giorni, abbia sempre negato di aver condiviso queste informazioni – dando la colpa ad alcune «talpe» del Dipartimento, che avrebbero diffuso informazioni false per diffamarlo – alcune «persone informate sui fatti» hanno fornito nuove prove per dimostrare la colpevolezza di Hegseth. Secondo quanto dichiarato all'Associated Press da due persone a conoscenza della situazione, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti aveva installato una connessione internet non protetta nel suo ufficio al Pentagono, proprio per aggirare i protocolli di sicurezza governativi e riuscire a utilizzare l'app di messaggistica Signal sul suo computer personale. 

Un'informazione, questa, supportata da quanto riferisce ABC News: Hegseth, infatti, avrebbe avuto anche una «dirty line», ossia una linea internet commerciale utilizzata dagli esperti IT per connettersi ai siti web bloccati dalle linee non classificate e classificate del Pentagono. Come viene spiegato da ABC News, i computer del Dipartimento della Difesa si collegano a Internet attraverso due sistemi diversi: SiprNet - o secure internet protocol router network, che è la rete del Pentagono per le informazioni classificate - e NiprNet - la rete non classificata internet protocol router, che gestisce le informazioni non classificate.

Ed è proprio qui, insomma, che nasce il dubbio. Il fatto che Hegseth eludesse i filtri di sicurezza del Pentagono per connettersi a Internet con questo procedimento non fa che aumentare la possibilità che informazioni sensibili della Difesa siano state effettivamente diffuse. 

Le due fonti, inoltre, hanno riferito all'AP che a volte c'erano tre computer intorno alla scrivania di Hegseth: un computer personale, un altro per le informazioni classificate e un terzo per le informazioni sensibili della difesa. Ma dal momento che i dispositivi elettronici sono vulnerabili allo spyware, si suppone che nessuno li abbia all'interno dell'ufficio del Segretario della Difesa.Insomma, nonostante il supporto di Donald Trump, Hegseth è ancora al centro delle polemiche.

Nel frattempo, nelle scorse ore, Politico ha dichiarato che Joe Kasper, il chief of staff del Segretario alla Difesa Pete Hegseth, lascerà immediatamente il dipartimento. Solo qualche giorno fa era emerso che Kasper avrebbe unicamente lasciato il suo incarico per assumere un altro ruolo all'interno dall'agenzia e lo stesso Hegseth aveva ribadito la sua piena fiducia in lui. Tuttavia, il chief of staff aveva avuto un ruolo chiave nella sospensione di Colin Carroll, capo di gabinetto del vicesegretario alla Difesa Stephen Feinberg, e dei due alti dirigenti, Dan Caldwell e Darin Selnick, tutti sospettati di aver fatto trapelare la notizia dannose nei confronti del capo del Pentagono. E il mistero delle chat di guerra non fa che infittirsi.