Spazio

Houston, abbiamo un problema: gli astronauti sono in ritardo

La NASA aveva preparato una festa a sorpresa per ufficializzare l'equipaggio di Artemis II, la missione che il prossimo anno sorvolerà la Luna, ma i tre astronauti scelti hanno inavvertitamente rovinato la sorpresa
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Red. Online
06.04.2023 09:00

Partecipare alla prossima missione della NASA legata alla Luna è motivo di vanto e orgoglio, immaginiamo. L’Agenzia spaziale statunitense, per comunicare a tre astronauti che erano stati scelti per Artemis II, missione che a fine 2024 girerà attorno al nostro satellite naturale, aveva fatto le cose in grande: una festa a sorpresa. Rovinata, però, dagli stessi destinatari di torte, abbracci e complimenti.

«È una storia divertente» ha detto al New York Times Victor Glover, il pilota scelto. «Perché? In un modo o nell’altro, tutti noi siamo arrivati in ritardo all’evento o ce lo siamo perso».

Riavvolgiamo il nastro. Lunedì, la NASA ha ufficializzato l’equipaggio per Artemis II. Joseph Acaba, a capo dell’ufficio astronauti, aveva deciso già settimane prima chi mandare lassù. Il citato Glover, Christina Koch e Reid Wiseman. Un quarto membro, Jeremy Hansen dell’Agenzia spaziale canadese, è stato avvisato in separata sede.

Nel comunicare la lieta notizia, Acaba non ha scelto il telefono né una semplice e-mail. Diamine, ha pensato il dirigente della NASA, questa è la prima volta dopo oltre cinquant’anni che ci dirigiamo verso la Luna e serve qualcosa di speciale. E così, Acaba ha pensato di riunire i diretti interessati in una stanza senza che i tre sapessero il motivo della convocazione.

Più facile a dirsi che a farsi, evidentemente. Il responsabile degli astronauti, per cominciare, ha controllato quando i tre sarebbero stati, nello stesso momento, al Johnson Space Center, il quartier generale. Quindi, per non insospettire nessuno ha inventato incontri falsi, e separati, per ciascun membro dell’equipaggio.

Ed è proprio qui che il castello è crollato. Miseramente. Glover, ad esempio, stava rientrando da un pranzo di lavoro. «Ho mandato un messaggio al capo dicendogli che sarei stato in ritardo di qualche minuto».

Koch, invece, si trovava al Neutral Buoyancy Laboratory, l’enorme piscina dove gli astronauti della NASA simulano – sott’acqua – le passeggiate spaziali. La piscina è a diverse miglia di distanza rispetto al Johnson Space Center e, per questo, Koch ha pensato di poter partecipare alla riunione da remoto, via streaming. «Ho aperto il mio computer per accedere alla riunione virtuale ma ho capito che non c’era alcun collegamento» ha detto. «A quel punto, ho mandato un messaggio al nostro capo e gli ho detto: ehi, possiamo incontrarci virtualmente? E lui ha detto: no».

Houston, abbiamo un problema: dove sono finiti gli astronauti? Koch, in tutta fretta, ha guidato verso il Johnson Space Center. «Ero in ritardo» ha aggiunto. «Molto in ritardo».

Quanto a Wiseman, prima della riunione aveva un appuntamento dal dottore. «E come tutti gli appuntamenti dal medico, si stava protraendo oltre il previsto». Perciò, l’astronauta ha avvisato Acaba che, purtroppo, avrebbe perso la riunione. Ma quest’ultimo gli ha detto di collegarsi, almeno, in videoconferenza. Quando lo ha fatto, Wiseman si è trovato sullo schermo non solo Acaba, ma anche Glover, Koch e Norman Knight, il direttore delle operazioni di volo in seno alla NASA. «Ho capito che quello era un incontro che non avrei dovuto perdere» ha aggiunto Wiseman.

Passato l’imbarazzo iniziale, i tre hanno scoperto la lieta notizia. «Ci hanno chiesto come ci sentissimo a essere l’equipaggio di Artemis II» ha detto Glover. Wiseman, comandante della missione, ha sentenziato: «Di sicuro non è stato il miglior inizio».

Hansen, concludendo, ha scoperto di essere parte della squadra in maniera molto più classica. E semplice. Tramite una telefonata di Lisa Campbell, presidente dell’Agenzia spaziale canadese. «È stata una chiamata speciale per me» ha chiosato Hansen. «Mi è stato permesso di condividere il momento con mia moglie e i miei figli, purché giurassero di mantenere il segreto».