I detriti del razzo di Elon Musk e quell’Airbus A330 di Iberia in difficoltà
Il settimo test di volo del razzo Starship dell’azienda SpaceX di Elon Musk, lo scorso 16 gennaio, ha avuto qualche problema: la cattura automatizzata del booster Superheavy è riuscita perfettamente, d’accordo, ma la navicella Ship è andata distrutta e incendiata a 150 chilometri di quota sopra i Caraibi. Con conseguenze importanti, spiega fra gli altri il portale aeroTELEGRAPH, per il traffico aereo.
Molti equipaggi in volo nella zona, non a caso, hanno notato i detriti squarciare il cielo e, di riflesso, hanno contattato il controllo del traffico aereo di Porto Rico. Di qui l’istituzione immediata di una no fly zone o, se preferite, zona di esclusione. Onde evitare che i detriti colpissero uno o più aerei. Agli equipaggi, nel dettaglio, è stato quindi ordinato di deviare dalla rotta stabilita o di aspettare che il pericolo passasse. Più facile a dirsi che a farsi, per certi versi. Soprattutto se pensiamo al volo Iberia IB379 in viaggio da Madrid a San Juan, Porto Rico. L’equipaggio dell’Airbus A330 della compagnia spagnola ha ricevuto l’ordine di aspettare che la no fly zone venisse revocata. In un secondo momento, il controllo del traffico aereo avrebbe dato le necessarie istruzioni per l’atterraggio. «Ma non abbiamo tempo» è stata la risposta dei piloti, secondo la trascrizione delle comunicazioni resa pubblica dal portale Live ATC, i quali hanno ribadito la necessità di dover atterrare e di doverlo fare a San Juan. Peccato che lo scalo, in quel momento, a causa delle tante deviazioni fosse pieno e impossibilitato ad accogliere altri aerei. I piloti, calcoli alla mano, hanno stabilito che raggiungere Punta Cana, nella Repubblica Dominicana, sarebbe stato problematico. «Non sappiamo cosa fare» hanno detto. Alla fine, l’equipaggio ha optato per dichiarare un’emergenza carburante: «Mayday, Mayday, Mayday, Iberia 0379, dobbiamo atterrare a San Juan». Nel farlo, atterrare a San Juan intendiamo, l’Airbus ha attraversato la no fly zone. Per fortuna, senza che i detriti dessero problemi.
La coabitazione fra aviazione commerciale e lanci spaziali, negli ultimi tempi, ha dato più di un grattacapo. Alcuni giorni fa, infatti, un lancio di SpaceX è stato interrotto a 11 secondi dal via poiché un Boeing 767 di Delta, in viaggio da Los Angeles e Honolulu, ha invaso la zona di esclusione annunciata per l’occasione. Qantas, la compagnia di bandiera australiana, è spesso costretta a ritardi e deviazioni poiché la rotta fra Sydney e Johannesburg attraversa un’area spesso utilizzata da SpaceX per far rientrare i suoi razzi.