L’inchiesta

I finti dimostranti al soldo di Mosca

Da Parigi a Bruxelles, Le Monde rivela come il Cremlino abbia «diretto» alcune azioni anti-Ucraina e anti-NATO
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Red. Online
08.05.2023 09:30

L’operazione, spiega Le Monde, è stata organizzata nei minimi dettagli dai servizi segreti russi. L’obiettivo? Screditare l’Ucraina, ma anche l’Unione Europea e perfino la Turchia. L’inchiesta del quotidiano francese è, allo stesso tempo, interessante e inquietante. Racconta di finti dimostranti infiltrati in svariate manifestazioni, nelle varie città europee, per protestare contro Kiev e contro il presidente turco Erdogan. Ad esempio, un uomo immortalato in Place de la République, a Parigi, lo scorso 11 febbraio, durante una delle tante proteste contro la riforma delle pensioni varata da Emmanuel Macron, in realtà era un finto manifestante messo lì appositamente da Mosca. Idem con patate per la manifestazione del 5 marzo, sempre a Parigi, contro la Turchia: l’uomo è stato fotografato e ripreso e le sue gesta, ovviamente, sono diventate virali su Facebook, TikTok e YouTube. La particolarità? L’uomo si era presentato al raduno con bandiera ucraina e saluto nazista. All’interno dei documenti dei servizi segreti russi, visionati da Le Monde, anche la dichiarata necessità «di far leva sulle tensioni in atto tra Turchia ed Unione Europea, anche in relazione al processo di adesione della Svezia alla NATO». Come? Mettendo in atto dimostrazioni con persone che bruciano bandiere o che scrivono slogan anti Erdogan nelle città europee. «Parte della campagna di disinformazione russa consiste nel fare leva su tensioni reali, come quelle già esistenti tra Turchia e Germania o tra Turchia e Francia, in questo tipo di guerra ibrida» ha spiegato, al riguardo, un funzionario dell’intelligence europea specializzato in operazioni simili e citato da Le Monde in modo anonimo. 

Ma come funziona?

Dal dicembre 2022 a oggi, si legge ancora nell’inchiesta, ci sarebbero state almeno dieci azioni contro Kiev organizzate a tavolino da Mosca. Le città prescelte? La citata Parigi, ma anche L’Aia, Madrid, Bruxelles. La tattica, beh, non è mai cambiata: finti dimostranti, azioni eclatanti e diffusione del materiale girato sui social network. In particolare, alcuni uomini si sono recati a manifestazioni che nulla avevano a che vedere con la guerra in Ucraina e si sono fatti immortalare tra la folla con cartelli e messaggi identici: «NATO smetti di bombardare Donetsk»; «Non inviare più armi all’Ucraina! Zelensky sta bombardando Lugansk e Donetsk». Il gruppo di finti dimostranti, tra l’altro, si è rivelato molto attivo: uno di loro ad esempio era presente a una manifestazione sul clima all’Aia lo scorso 28 gennaio, salvo poi sbucare a Bruxelles solo tre giorni dopo nel mezzo di una protesta intersindacale degli operatori sanitari. Stacanovista della disinformazione, verrebbe da dire. 

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