I funerali di Silvio Berlusconi e il (discusso) giorno di lutto nazionale

Avevamo già parlato, a grandi linee, del funerale di Silvio Berlusconi e dell'apparato di sicurezza messo in piedi. La cerimonia inizierà alle 15 al Duomo di Milano. Si tratteranno, come noto, di funerali di Stato, come prevede la legge per tutti gli ex presidenti del Consiglio. Le polemiche di queste ore, per contro, sono legate alla scelta del governo di dichiarare anche un giorno di lutto nazionale. Un fatto insolito, che sta facendo discutere – e molto – in Italia. I funerali saranno celebrati dall'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, e verranno trasmessi in diretta sia dalla Rai sia da Mediaset, la «casa» di Berlusconi.
La piazza
All'interno della cattedrale saranno ammesse 2.300 persone. Troveranno posto le più alte cariche dello Stato italiano, le delegazioni di politici e leader stranieri, i familiari di Berlusconi e gli amici. Dopo diverse riunioni, le autorità hanno infine deciso che, all'esterno, nella piazza, gli accessi saranno contingentati mentre la capienza massima verrà ridotta a 10 mila persone. Un fatto, pure questo, insolito per certi versi: solitamente, infatti, per eventi di massa come manifestazioni o concerti la capienza è di 20 mila persone. Per tacere di quando i tifosi di Inter e Milan si riversano all'ombra della Madonnina a festeggiare. La prefettura, leggiamo, ha deciso di dimezzare questa capienza per motivi di sicurezza. Per seguire la cerimonia, il pubblico in piazza potrà usufruire dei maxischermi che trasmetteranno la diretta.
La piazza, va da sé, è stata già transennata. L'accesso al pubblico sarà possibile fino all'esaurimento dei posti mentre dalle 10 fino al tardo pomeriggio non sarà possibile arrivare in metropolitana alla fermata Duomo. Anche bus e tram seguiranno percorsi alternativi.
Il feretro
Il feretro di Berlusconi giungerà al Duomo da Arcore o, meglio, da Villa San Martino, la residenza storica dell'ex presidente del Consiglio dove in questi giorni è stata allestita la camera ardente. Il feretro verrà esposto al pubblico sul sagrato, per alcuni minuti, prima di essere portato all'interno.
Chi ci sarà (e chi no)
Le autorità, secondo quanto è filtrato finora, dovrebbero entrare nel Duomo dal lato sud, arrivando da piazza Fontana. Presenzieranno ai funerali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e, in totale, una trentina di membri del governo. Quanto all'opposizione, ci saranno anche la segretaria del PD di origini luganesi Elly Schlein e il leader di Azione Carlo Calenda. Non ci sarà, e anche su questo si sta discutendo molto, Giuseppe Conte dei 5 Stelle. Conte aveva già espresso le sue condoglianze ai familiari di Berlusconi, ma fonti interne al Movimento hanno fatto sapere che la decisione è legata a una questione di «coerenza e rispetto nei confronti dei valori e della storia politica» del Movimento stesso. Secondo alcuni analisti, la sua rinuncia sarebbe una semplice mossa politica: cavalcare l'antiberlusconismo di ritorno a fini elettorali, insomma.
Fra gli ex presidenti del Consiglio ci saranno Mario Draghi, Mario Monti e Matteo Renzi. Presente anche Paolo Gentiloni, ma in rappresentanza della Commissione Europea. Tra i leader politici stranieri dovrebbero esserci il presidente del Partito Popolare Europeo Manfred Weber, il primo ministro ungherese Viktor Orbán, il presidente iracheno Abdul Latif Rashid e l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani.
Lutto nazionale: i precedenti
Dicevamo del lutto nazionale: viene proclamato, come detto, a discrezione del governo. Negli ultimi decenni, soltanto due ex presidenti del Consiglio hanno ricevuto una giornata di lutto nazionale. Si trattava, fra l'altro, di figure che avevano ricoperto anche la carica di presidente della Repubblica: Giovanni Leone nel 2001 e Carlo Azeglio Ciampi nel 2016. Gli altri ex presidenti del Consiglio hanno beneficiato dei funerali di Stato, anche se nella maggior parte dei casi i familiari vi hanno rinunciato. Si pensi a Bettino Craxi nel 2000, Giulio Andreotti nel 2013 e Ciriaco Di Mita nel 2022.
In Italia, va detto, ci sono stati pure casi di lutto nazionale per figure non legate alla politica. Citiamo al riguardo Karol Wojtyła, papa Giovanni Paolo II, morto nel 2005, e diversi pontefici precedenti: Giovanni XXIII, Pio XII, Paolo VI.
Il lutto nazionale è stato proclamato, negli anni, anche per onorare le vittime di eventi tragici. Nel 2003 per gli italiani uccisi negli attentati di Nassiriya in Iraq; nel 2016 per le 298 vittime dei terremoti nel Centro Italia; nel 2018 per i morti nel crollo del ponte Morandi a Genova; alcune settimane fa, il 24 maggio 2023, per le vittime delle alluvioni che hanno colpito l'Emilia Romagna.
La discrezionalità con cui il governo può decretare o meno una giornata di lutto nazionale, nel caso specifico, è stata oggetto di non poche critiche e contestazioni. Berlusconi, in particolare, è una figura troppo divisiva, e dal passato politico e giudiziario (eufemismo) troppo problematico, per ricevere un'onorificenza così alta e simbolica.
Rosy Bindi, esponente del Partito Democratico ed ex ministra, a tal proposito ha dichiarato che «i funerali di Stato sono previsti ed è giusto che ci siano, ma il lutto nazionale per una persona divisiva com'è stato Berlusconi secondo me non è una scelta opportuna». Anche Andrea Crisanti, senatore del Partito Democratico, ha espresso «ferma contrarietà». E ancora: «Non dobbiamo dimenticare che alcune azioni di Berlusconi non hanno avuto alcun rispetto per lo Stato che rappresentava». Come quando «ha evaso le tasse e frodato il fisco», o ancora quando «si è iscritto consapevolmente a una loggia massonica che aveva una chiara matrice eversiva».