I Paesi baltici dicono addio alla rete elettrica russa: «Ora siamo più sicuri»
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È un momento che preparavano da decenni, almeno dal 2004, quando sono entrati a far parte dell'UE e della NATO. I Paesi baltici sono finalmente pronti a tagliare i legami con la rete elettrica russa, risalenti agli anni '50, per integrarsi ulteriormente con l'Unione europea.
Estonia, Lettonia e Lituania si disconnetteranno dalla rete congiunta IPS/UPS nelle prime ore di sabato e, dopo un giorno in totale autonomia, nel quale sono da prevedere possibili black-out, domenica si sincronizzeranno con la rete dell’UE con mesi di anticipo rispetto alla tabella di marcia iniziale che aveva inizialmente fissato la scadenza alla fine del 2025. La presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, il commissario per l'Energia Dan Jorgensen e il commissario per la difesa e lo spazio Andrius Kubilius saranno in Lituania durante il fine settimana in vista della sincronizzazione.
I piani per scollegarsi dalla rete elettrica russa, dibattuti già agli inizi del Duemila, hanno preso ulteriore slancio dopo l'annessione russa della Crimea nel 2014, diventando sempre urgenti con la guerra in Ucraina e con i casi di sospetti sabotaggi di cavi sottomarini nel Mar Baltico.
Stando alla Reuters, dal 2018, i tre Paesi hanno speso circa 1,6 miliardi di euro, attingendo in gran parte ai fondi europei, per potenziare le proprie reti e prepararsi al distacco da Mosca. Anche la Russia ha dovuto metter mano al portafoglio, spendendo circa 100 miliardi di rubli (intorno al miliardo di euro) per costruire diverse centrali elettriche a gas: «Abbiamo preso tutte le misure necessarie per garantire il funzionamento ininterrotto e affidabile del nostro sistema elettrico», ha fatto sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Come detto, i tre Paesi membri UE erano pronti da anni a tagliare i legami energetici con la Russia. Pochi mesi dopo l’invasione su vasta scala dell'Ucraina, nel 2022, Estonia, Lettonia e Lituania hanno smesso di acquistare fonti energetiche da Mosca, anche se la Russia aveva ancora il controllo totale del funzionamento della rete di epoca sovietica: «Il grande rischio era che i Paesi baltici, nel contesto della guerra in Ucraina, si sarebbero trovati in una situazione in cui la Russia da un momento all'altro avrebbe potuto dire: "Basta. Non vi sosteniamo più"», ha riferito alla CNN Susanne Nies, responsabile del progetto elettrico presso l'istituto tedesco di ricerca energetica Helmholtz-Zentrum.
Il 16 luglio del 2024 i Paesi baltici hanno quindi notificato ufficialmente alla Russia la loro intenzione di «desincronizzarsi», dicendo addio all’accordo BRELL (Bielorussia, Russia, Estonia, Lettonia, Lituania) che regola la rete condivisa.
Da domenica 9 febbraio, è in programma la sincronizzazione della nuova rete indipendente con la Synchronous grid of Continental Europe, che copre la maggior parte dell'Unione europea. I tre Paesi sono collegati alla rete europea tramite linee elettriche tra Polonia-Lituania, Lituania-Svezia ed Estonia-Finlandia.
Nel frattempo, le autorità dei Paesi baltici hanno messo in guardia i cittadini sui possibili black-out durante la fase di transizione. Su Facebook, ad esempio, il Consiglio di soccorso estone (Päästeamet) ha diffuso una serie di linee guida su come comportarsi in caso di interruzione elettrica prolungata.
Possibili disagi sopportabili, dato che «il disaccoppiamento dalla Russia non ci rende vulnerabili. Al contrario, ci rende più sicuri», secondo il ministro dell'energia lituano Zygimantas Vaiciunas. «Ci stiamo preparando per tutte le eventualità, fino agli scenari più radicali. E abbiamo piani per gestire ogni rischio», ha spiegato Vaiciunas alla Reuters.
«Lituania, Lettonia ed Estonia si scollegheranno definitivamente dalla rete elettrica russa domani. La Russia non potrà più usare l’energia come strumento di ricatto» ha invece scritto su X l’alta rappresentante UE, Kaja Kallas, parlando di una «vittoria per la libertà e l’unità europea».
La regione del Mar Baltico è in stato di massima allerta dopo i danni a cavi elettrici sottomarini che collegano Estonia, Lettonia e Lituania alla Svezia o alla Finlandia. Stando alle informazioni raccolte dalle autorità, si sospetta che i sabotaggi siano stati causati da navi della cosiddetta «flotta ombra» russa che trascinavano le proprie ancore sul fondale marino. Il collegamento elettrico sottomarino Estlink 2 tra Estonia e Finlandia è stato interrotto a dicembre da quella che la Finlandia ha definito l'ancora di una nave che trasportava petrolio russo. Dopo gli strani incidenti nel Mar Baltico, la NATO ha risposto rafforzando la propria presenza con navi, aerei e droni.
Per il Cremlino, un ulteriore perdita di influenza sui Paesi baltici, rappresenta una «sconfitta geopolitica», secondo Jason Moyer, analista di politica estera presso il Wilson Center di Washington. «Penso che questo dimostri davvero che la Russia sta perdendo influenza nella regione», la quale era «tradizionalmente più ricettiva al business russo», ha detto l'esperto alla Reuters. La Russia ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nei sabotaggi dei cavi energetici europei.