I pianeti hanno stufato: e se la vita extraterrestre fosse sulle lune?
Il “succo” è quasi pronto. Il 13 aprile (se tutto va bene) la sonda JUICE (Jupiter Icy Moons Explorer) dell’ESA partirà alla volta delle lune di Giove. Insieme a Saturno, Nettuno e Urano, il gigante gassoso vanta una grande serie di satelliti dove si sa, o si sospetta, che grandi oceani di acqua aspettano solo di essere scoperti, nascosti sotto un guscio ghiacciato.
L’obiettivo? Sempre e solo uno: dare all’astrobiologia qualcosa da studiare. Trovare vita extraterrestre, insomma. Ma perché, ora, le lune di Giove sono nel mirino degli scienziati? E perché l’acqua è così importante nell’infinita ricerca di altre forme di vita? Cerchiamo di fare chiarezza.
Fin qui su Marte
Facciamo un passo indietro. E cerchiamo "extraterrestre" nel dizionario dei sinonimi e contrari. Molto probabilmente, oltre ad "alieno", troveremo "marziano". Non è un caso: da decenni — anzi, secoli —, il pianeta rosso è al centro della letteratura fantascientifica dedicata alla vita al di fuori della Terra. La vicinanza di Marte a noi ha sicuramente aiutato. Ma, pare, ad alimentare l’idea che il pianeta potesse ospitare esseri viventi, potrebbe essere stato un errore di traduzione. Osservando Marte nel 1877, l’astronomo italiano Giovanni Schiapparelli annunciò la scoperta di "canali" sulla superficie del pianeta, i segni che oggi sappiamo essere stati lasciati — nel corso di milioni di anni — da corsi d’acqua e intemperie. Ma la parola “canali”, tradotta in inglese, venne resa con canals invece di channels. Insomma, canali artificiali invece di naturali. Un errore che ha portato allo sviluppo di fantasiose teorie, ad immaginare veri e propri esseri dotati di intelligenza, i marziani, in grado di concepire e costruire questi canali.
Oggi, il malinteso è stato svelato. Ma la scienza è comunque impegnata in un’importante ricerca: scoprire se questo deserto gelido, un tempo coperto da oceani, abbia mai ospitato qualsivoglia forma di vita semplice, anche unicellulare. È, questa, una delle ragioni per cui Marte è tutt’oggi brulicante di attività “umana”, fra lander, rover e sonde che, in orbita, ne scandagliano la superficie.
Verso le lune di Giove
Sin qui, le ricerche di vita al di fuori della Terra si sono concentrate nella cosiddetta “zona abitabile” del nostro sistema solare, quella che va dall’orbita di Venere a quella di Marte: né troppo vicino né troppo lontano dal Sole, così che l'acqua possa essere trovata allo stato liquido in superficie. Nell’ultimo ventennio, poi, si è guardato anche più lontano, con la rapida ascesa della esoplanetologia, lo studio di pianeti che orbitano attorno ad altre stelle. Ma questo approccio, si è ormai capito, è limitante: e se a ospitare vita fossero le numerose lune che, nel nostro sistema solare, sappiamo possedere dell’acqua? Per esplorare questa possibilità, dicevamo, il 13 aprile la sonda JUICE partirà dal Centro spaziale guyanese situato a Kourou. Lanciata nello spazio, la sua traiettoria prevede di girare una volta attorno a Venere e tre attorno alla Terra, prima di dirigersi verso il più grande pianeta del nostro sistema solare, Giove, dove arriverà nel 2031.
Dotato di una grande forza di gravità (circa 2,4 volte quella terrestre) proprio a causa del suo primato di “pianeta più massiccio”, Giove vanta almeno 95 satelliti conosciuti dall’uomo: tre di questi sono stati scoperti fra agosto e ottobre del 2022. Regina di queste lune è sicuramente Ganimede, il maggiore dei satelliti in tutto il sistema solare e più grande addirittura per dimensioni (ma non per massa) dello stesso pianeta Mercurio. Composto principalmente da ghiaccio e minerali silicati, Ganimede si stim, ospiti sotto la sua superficie ghiacciata un immenso oceano contenente più acqua salata di quella presente in tutti i mari terrestri combinati. È qui e — in un secondo momento — su altre due lune galileiane (scoperte da Galileo Galilei nel 1610), Callisto ed Europa, che si concentreranno le indagini di JUICE. Le telecamere della sonda aggiungeranno molti più dettagli alle attuali mappe a bassa risoluzione della superficie di Ganimede, mentre un radar in grado di “penetrare” il ghiaccio scansionerà la composizione lunare diversi chilometri sotto il suolo. JUICE sarà inoltre in grado di analizzare il debole campo magnetico della luna, la cui presenza è indizio di una grande quantità di fluido conduttivo, come l’acqua salata, sotto la superficie ghiacciata. Cercherà inoltre di stabilire se, nel grande oceano “sotterraneo”, siano presenti altri elementi importanti per la vita, come il carbonio, l’azoto, il fosforo o lo zolfo.
Perché l’acqua?
Sorge, dunque, un dubbio. Perché questa ossessione per l’acqua? Non è possibile che, su altri corpi celesti, gli esseri viventi siano nati e prosperino in altri elementi? La risposta breve è che se altra vita esiste nello spazio, è molto probabile che giri attorno all’acqua. Sulla Terra, lo sappiamo, è così. E non è un caso: chimicamente, l'acqua agisce come solvente, catalizzatore e trasporto per alcuni tipi di proteine. Tre fattori che permettono alla vita, dagli unicellulari agli organismi complessi, di prosperare. Grazie alle sue proprietà chimiche (lo squilibrio di cariche elettriche dato dalla sua dipolarità), l’acqua è un eccezionale solvente in grado di consentire lo svolgersi di numerosissime reazioni chimiche. E più reazioni chimiche ci sono, più sono alte le possibilità che, in qualche modo, il miracolo della vita si compia. Un esempio? Con la fotosintesi, le piante possono estrarre l’idrogeno dall’acqua, unirlo all’anidride carbonica, e formare zuccheri con i quali sostentarsi. Presente in grandi quantità nelle cellule, l’acqua fornisce rigidità alla struttura e permette di trasportare in modo efficace i nutrienti.
E non finisce qui: l'acqua può rimanere allo stato liquido in un'ampia gamma di temperature, da zero a 100 gradi Celsius. Raggio di temperatura che può essere ancora più ampio se in essa si trovano sali o gas disciolti, come l’ammoniaca. L’acqua è inoltre una delle poche sostanze che, allo stato solido, diminuiscono in densità. Ciò permette al ghiaccio di galleggiare e non affondare: in questo modo solo la superficie di laghi e mari si congela, proteggendo l’acqua liquida al di sotto (e tutti gli esseri viventi che la abitano) dalle basse temperature. Di più: l’acqua assorbe le radiazione infrarosse, immagazzinando calore e aiutando gli organismi a mantenere la temperatura.
Tutte queste qualità raccolte in un’unica sostanza fanno dell’acqua la vera fonte di vita. E se non necessariamente dove c’è acqua c'è anche vita, è molto probabile che dove c’è vita ci sia anche acqua.