Sanità

I prezzi dei farmaci sono schizzati alle stelle, e «aumenteranno ancora»

L'European Social Insurance Platform e il Medicine Evaluation Committee lanciano l'allarme con un nuovo report: «I sistemi sanitari nazionali sono di fronte a una dura sfida di sostenibilità»
Red. Online
15.10.2024 16:30

Il prezzo dei farmaci continua ad aumentare in tutta Europa. Secondo un nuovo rapporto redatto degli enti di assicurazione sanitaria, i prezzi negli ultimi anni sono saliti alle stelle, in particolare quelli dei medicamenti contro il cancro e le malattie rare. E per il futuro non si prevedono cali, anzi.

L'analisi, compilata dall’European Social Insurance Platform (ESIP) e dal Medicine Evaluation Committee (MEDEV), condivisa in esclusiva con POLITICO, mostra che diversi Paesi europei tra cui l’Italia, la Francia, la Germania e l’Austria, stanno spendendo sempre di più per i farmaci. E ciò non è dovuto al fatto che vengono acquistati più medicinali, piuttosto al fatto che questi sono sempre più costosi.

Mentre le tendenze demografiche, tra cui l’invecchiamento della popolazione e un maggior numero di persone con molteplici malattie croniche, «suggerirebbero un aumento dei volumi di medicinali rimborsati», il principale motore della spesa farmaceutica «sembra essere l’aumento dei prezzi», afferma il rapporto.

Anche in Svizzera, il 2024 è stato un anno particolarmente nefasto per quanto riguarda il prezzo dei medicamenti. La forza del franco, lo scorso maggio, aveva fatto crescere ulteriormente la differenza di prezzo tra la Confederazione e i Paesi confinanti. In territorio elvetico i medicamenti protetti da brevetto costavano in media l'8,9% in più rispetto all’estero. Per i farmaci non più coperti da brevetto la differenza era addirittura del 14,3%.

Nella nuova ricerca si legge: «Negli ultimi anni, i membri ESIP e MEDEV hanno segnalato un aumento costante della spesa farmaceutica, sia per il settore ospedaliero (ospedali e farmacie ospedaliere) che per quello ambulatoriale (medicinali prescritti venduti in farmacia). Questa tendenza si è particolarmente accentuata nel 2023, con tassi di crescita interannuali più elevati rispetto al 2022, che variano dal 3,9 al 13%. Non sono state segnalate tendenze negative o diminuzioni della spesa. Si prevede che la spesa farmaceutica continuerà a crescere nei prossimi anni».

Stando al report, «alcuni gruppi terapeutici sono i principali motori di una maggiore spesa farmaceutica». Tra questi si citano i prodotti oncologici e i farmaci orfani (quelli potenzialmente utili per trattare una malattia rara, ndr), i quali hanno fatto esplodere i costi soprattutto in ambito ospedaliero. Altri incrementi riguardano i medicamenti per le malattie autoimmuni, per quelle metaboliche, per il diabete (i costi dei farmaci antidiabete sono esplosi), e per le malattie cardiovascolari, soprattutto nel settore ambulatoriale.

Nell’analisi viene inoltre sottolineato come molte aree terapeutiche rimangano «sottoservite», spesso a causa della mancanza di interesse commerciale, mentre i trattamenti per altre malattie, molto più redditizi, proliferano.

I motivi principali dell'aumento dei costi sarebbero lo sviluppo tecnologico e gli sprechi. In questi anni si stanno scoprendo cure sempre più all'avanguardia per diverse malattie, in particolare contro il cancro. Tuttavia, a causa delle spese di ricerca e sviluppo, spesso sono incredibilmente costose da acquistare. Anche tutti i medicamenti prescritti che poi non vengono utilizzati (o vengono addirittura buttati) influiscono negativamente sui costi sanitari.

ESIP e MEDEV fanno notare infine che «se la spesa farmaceutica continuerà ad aumentare seguendo le tendenze evidenziate nel report, i sistemi sanitari si troveranno di fronte a una dura sfida di sostenibilità». Gli enti sanitari chiedono una maggiore concorrenza per i farmaci che curano il cancro e le malattie rare, per garantire che i generici, più economici, entrino sul mercato non appena scadono i brevetti. Infine, esortano i decisori politici a livello europeo e nazionale a «non permettere l’erosione dei nostri sistemi sanitari finanziati con fondi pubblici implementando politiche che incentivino eccessivamente gli sviluppatori farmaceutici, con conseguenti prezzi sempre crescenti e inaccessibili». 

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