Il simbolo

I russi contro la guerra hanno una nuova bandiera

Dentro e fuori la Federazione ha fatto la sua comparsa un vessillo senza il rosso, simbolo del sangue – Proviamo a capirne di più
Marcello Pelizzari
03.04.2022 12:06

Senza il rosso. Il colore del sangue, il colore della guerra, il colore della vergogna. Lo abbiamo detto e scritto. Diverse volte. C’è una Russia che non ci sta. Parliamo di persone, dentro e fuori la Federazione, contrarie all’invasione dell’Ucraina. Ai piani, imperialisti, di Vladimir Putin. 

Fra le forme di dissenso più originali, in queste ultime settimane è emersa la bandiera – diciamo – rivisitata. Priva, appunto, di uno dei suoi tre colori. Il rosso, già. Kai Katonina, un designer trentunenne che vive a Berlino, al Guardian ha spiegato: «Purtroppo, il tricolore russo è stato completamente assorbito dalla propaganda di Stato e dai militari». Come la lettera Z. Come, più o meno, qualsiasi cosa legata alla Russia. Per certi versi, è come se l’intero Paese, all’improvviso, fosse diventato il simbolo di quanto sta accadendo. «Avevamo bisogno di una bandiera che non avesse alcuna connessione con la violenza e la guerra».

Veliky Novgorod come modello

L’idea, leggiamo, ha molti padri. Bandiere senza il rosso, «con una mano di vernice» per discostarsi dallo «spargimento di sangue», sono apparse più o meno ovunque. In Russia e nelle principali metropoli del mondo. Katonina ha definito il fenomeno «collaborazione inconscia». Un risveglio, volendo.

La bandiera, soprattutto, richiama quella di Veliky Novgorod, una delle città più antiche del Paese. Culla della cultura e della democrazia, tant’è che i suoi abitanti partecipavano al suo governo già nel XII secolo. Il simbolismo di Novgorod è stato inglobato e abbracciato dal presente, dalle proteste. Diventando virale grazie ai social.

L’uso della bandiera bianco-blu-bianco è stato sostenuto dalle élite artistiche e dall’opposizione, movimento di Navalny in testa. Mostrandola, ha raccontato il Free Russia Forum di Vilnius, «noi russi possiamo liberarci dai legami con il Cremlino». Non solo, «possiamo dire no alla guerra, no alla dittatura e no alla censura. Questo non è il simbolo di uno Stato, è un simbolo di persone che si uniscono».

Ci sarebbe, ha proseguito Katonina, anche un legame con le proteste in Bielorussia dopo le elezioni. I manifestanti, allora, usarono una bandiera bianco-rosso-bianco. La stessa bandiera venne adoperata durante la breve esperienza della Repubblica nazionale bielorussa, nel 1918, diventando di riflesso un «fastidio» per Lukashenko. 

Una bandiera «illegale»

Di più, un utente di Twitter che vive in Russia, attivo nell’arte e nelle pubbliche relazioni, ha fornito una spiegazione ancora più approfondita del fenomeno a Meduza: «Nel 2019, dopo essermi appassionato al design e all’araldica, ho imparato che la bandiera russa viola i principi della vessillologia e ho deciso che ne serviva una nuova». E ancora: «Vado alle proteste di strada dal 2010, e già allora sostenevo che ai manifestanti russi mancasse un simbolo comune. La bandiera attuale, quella tricolore, è usata sia dal Cremlino che dall’opposizione, ma dopo numerose guerre, scandali sportivi e molti altri eventi spiacevoli, ha perso la sua credibilità. E il nastro bianco, simbolo delle proteste russe del 2011-2012, è da tempo dimenticato. Quindi, un nuovo simbolo come questo mi sembrava davvero necessario».

Stando all’esperto di simbologia occidentale Michel Pastoureau, quando si tratta di bandiere ci sono due tipi di colori. Il gruppo uno comprende oro, giallo, argento e bianco, mentre il gruppo due comprende colori come rosso, blu, nero e verde. Su una bandiera ben progettata due colori dello stesso gruppo non dovrebbero toccarsi, ma essere separati da un colore dell’altro gruppo. Nella bandiera attuale della Russia, le strisce blu e rossa invece si toccano.

Il Cremlino non ci sta

Logica vuole che la bandiera alternativa, utilizzata dai protestanti, sia diventata un bersaglio del Cremlino. La scorsa settimana, non a caso, alcuni funzionari hanno proposto di vietarla poiché «estremista».

Il tutto, dicevamo, mentre Putin e la propaganda hanno messo in piedi una simbologia a favore della guerra. La lettera Z e molto, molto altro ancora. 

Se e quanto Mosca riuscirà a contrastare il nuovo vessillo è difficile a dirsi. Il segnale lanciato dai protestanti, in ogni caso, è fortissimo.

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