Spagna

I socialisti vincono in Catalogna, ma ora è caccia alle alleanze

Salvador Illa bissa il successo del 2021 ma il Partito socialista non ottiene i 68 seggi sinonimo di maggioranza assoluta
Salvador Illa. © AP
Mario Magarò
12.05.2024 23:59

Pronostici rispettati in Catalogna, con le urne che hanno sancito la vittoria del candidato socialista Salvador Illa, che bissa il successo del 2021, confermando il Partito socialista come prima forza politica regionale. Al secondo posto l'ex presidente catalano Puigdemont, la cui candidatura alla guida di Junts ha sparigliato le carte nel blocco indipendentista, garantendo al suo partito il sorpasso su Esquerra Republicana, formazione presieduta dal presidente uscente Aragonés.

In una giornata caratterizzata da un furto di cavi di rame che ha mandato in tilt la circolazione dei treni regionali in entrata ed uscita da Barcellona, a tal proposito il Ministero dei Trasporti spagnolo non scarta l'ipotesi del sabotaggio dietro quanto accaduto, circa 5,7 milioni di catalani sono stati chiamati a decidere chi guiderà la Catalogna per i prossimi quattro anni. Complice l'aumento delle temperature, che ha spinto frotte di bagnanti sulle numerose spiagge catalane, si è trattato di una tornata elettorale all'insegna della scarsa partecipazione al voto, con una percentuale del 45% a due ore dalla chiusura dei comizi, una delle più basse mai registrate. Al netto del fattore climatico, si è trattato di elezioni che non hanno scaldato i cuori dei catalani, come dimostrato anche dalla fredda risposta in sede di campagna elettorale. L'impressione, girando tra le strade di Barcellona in prossimità dei collegi elettorali, è stata piuttosto quella di un elettorato stanco, per certi versi fiaccato e con poco entusiasmo nei confronti di una proposta politica, a livello regionale, che continua a fondarsi, quasi trascinandosi, sulla netta separazione tra indipendentisti e partiti pro Spagna.

Ed è proprio sulla performance elettorale dei due blocchi, con alcune variabili al proprio interno, che si gioca il futuro politico della Catalogna alla luce del risultato elettorale di oggi. Le urne hanno premiato i socialisti, capaci di superare l'ambita soglia dei 40 seggi in Parlamento senza però ottenere la maggioranza assoluta (68 seggi). Un risultato che obbliga la formazione di Salvador Ilia a dover stringere alleanze per cercare di strappare il governo della Generalitat agli indipendentisti dopo circa 15 anni di dominio assoluto. Per riuscirci, paradossalmente, l'unica via possibile per il Partito socialista, numeri alla mano, sta nell'appoggio di Esquerra Republicana, sulla falsariga di quanto avvenuto a livello centrale con il governo di Pedro Sánchez, a cui dovrebbero necessariamente sommarsi anche i voti dei Comuns, formazione che fa capo all'ex sindaco di Barcellona, Ada Colau.

Sul fronte indipendentista, l'elettorato ha premiato Junts di Carles Puigdemont con 35 seggi in Parlamento, risultato a cui fanno da contraltare i soli 20 seggi ottenuti da Esquerra Republicana ed i 4 della CUP, l'ala radicale dell'indipendentismo catalano. Una somma di voti che, a differenza del 2021, non permette il raggiungimento di una nuova maggioranza assoluta che garantisca una continuità di governo. Risultati alla mano, ad oggi, l'unica speranza per il blocco indipendentista sta in una ripetizione elettorale che si traduca in un maggiore numero di voti.

Sul fronte dell'opposizione, da registrare il sostanziale equilibrio di Vox, che conferma gli 11 seggi delle scorse elezioni, mentre fa un notevole balzo in avanti il Partito popolare, che di fatto si è accaparrato tutti i voti di Ciudadanos, formazione ormai avviata ad un inesorabile tracollo anche a livello regionale dopo la debacle sofferta a livello nazionale.

Da sottolineare che, per la prima volta nella storia, le elezioni appena celebrate hanno visto la partecipazione del partito di estrema destra Alianca Catalana, una sorta di Vox in chiave indipendentista, salito agli onori delle cronache lo scorso anno con la vittoria alle elezioni municipali di Ripoll, paese dell'entroterra catalano da cui provenivano gli autori degli attentanti terroristici in Catalogna nel 2017.

Lo spettro di una ripetizione elettorale in Catalogna non appare, quindi, ipotesi da scartare. Saranno decisive le prossime settimane.