I voli privati di Taylor Swift: quando è l'amore a generare emissioni
È il personaggio dell'anno, parola di Time. Tant'è che l'amministrazione Biden starebbe pensando a lei per ravvivare la campagna in vista delle presidenziali 2024. Taylor Swift è sulla bocca di tutti, già. È finita perfino nel quiz di fine anno del CdT. Merito di un 2023 da protagonista assoluta. Dall'Eras Tour che ha incassato oltre un miliardo di dollari alla storia d'amore con Travis Kelce, giocatore della NFL.
E proprio alcune visite al giocatore dei Kansas City Chiefs hanno fatto discutere. Non tanto per la natura romantica di queste visite, quanto per il mezzo adoperato e per la frequenza. Il jet privato, proprio così. Il più delle volte, Taylor Swift ha fatto una capatina nella città del Missouri partendo da New York. Altre volte, però, ha preso il volo dall'America Latina fra una tappa e l'altra della sua tournée. Il volo più lungo, in questo senso, è stato da San Paolo.
A raccogliere e catalogare i dati sui voli dell'artista è stato un account Instagram, Taylor Swift's Jets. Account che, mentre scriviamo queste righe, risulta inaccessibile. La popstar, in particolare, ha preso dodici voli in appena tre mesi. Consumando oltre 47 mila litri di cherosene e generando 138 tonnellate di CO2. Dieci volte tanto, quasi, rispetto alle emissioni medie di un residente in Svizzera sull'arco di un anno (14 tonnellate) o, se preferite, l'equivalente dell'energia utilizzata da diciassette case in dodici mesi. Secondo il Daily Mail, la cantante per compensare il danno ambientale procurato dovrebbe piantare 2.282 alberi e lasciarli crescere per dieci anni.
Non è la prima volta che Taylor Swift viene criticata per i suoi spostamenti. La stessa sorte, in passato, era toccata anche ad altri artisti. Uno su tutti: Drake. Newsweek, al proposito, ha sottolineato una certa incoerenza di fondo: la popstar, infatti, in passato si è espressa a favore del Partito Democratico e ha parlato di cambiamento climatico. Ma nel 2022 è stata votata come «celebrità più inquinante». A dirlo una classifica stilata da una società di marketing sostenibile, Yard, secondo cui Taylor Swift fra gennaio e luglio dello scorso anno ha effettuato 170 viaggi in jet privato, per un totale di 22.923 minuti di volo. Quasi 16 giorni. Con una durata media di 80 minuti, i suoi spostamenti hanno generato 8.293,54 tonnellate di CO2. Si tratta di una cifra superiore a tutte le emissioni causate dall'agricoltura della Confederazione nel 2021. Roba da matti, soprattutto se pensiamo che nel 2022 la cantante non aveva alcun tour in programma. Il suo volo più breve? Dal Missouri a Nashville, in Tennessee, 36 minuti appena. Interrogata sui dati del 2002, Taylor Swift ha spiegato che in passato spesso ha lasciato che altre persone prendessero il suo jet per girare il mondo. Una scusa, questa, certo non applicabile a quanto successo nel 2023 con i ripetuti viaggi da e per Kansas City.
A proposito di queste visite romantiche, se così vogliamo definirle, un portavoce della cantante ha assicurato che tutti i voli sono «coperti» da crediti di carbonio che Taylor Swift ha acquistato in grandi quantità. Questi meccanismi di compensazione, tuttavia, non aiutano l'aviazione a ridurre la propria impronta carbonica. Essenzialmente, perché non sostengono progetti legati al settore. È oramai assodato che i jet privati contribuiscono in maniera spropositata alle emissioni e, di riflesso, al cambiamento climatico. Ogni anno, generano oltre 33 milioni di tonnellate di gas serra. Più di un Paese come la Danimarca.
Considerato il numero ridotto di persone a bordo, i jet privati – per passeggero trasportato – sono da 5 a 14 volte più inquinanti rispetto agli aerei commerciali e fino a 50 volte più inquinanti dei treni. Taylor Swift, evidentemente, non si è mai chinata davvero sulla questione. La cantante possiede due jet privati. Un Dassault Falcon 7X, del valore di 60 milioni di dollari, e un Dassault Falcon 900, che costa 45 milioni di dollari. Su quest'ultimo modello volano anche i nostro consiglieri federali.