Pandemia

«Il Covid-19? Probabilmente un incidente in laboratorio»: cosa dice la CIA e quali sono le sue prove

L'agenzia di intelligence non ha fornito ulteriori elementi sull'origine del coronavirus, ma ritiene che un errore nei laboratori di Wuhan sia la causa più plausibile
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Red. Online
26.01.2025 09:30

Non sarebbe stato un salto di specie da un pipistrello, ma probabilmente un incidente in laboratorio. Ora anche la CIA (Central Intelligence Agency) ritiene che il coronavirus Sars-CoV-2 possa aver avuto origine in un laboratorio cinese. Lo ha reso noto la stessa agenzia di intelligence americana in una nota ufficiale in cui punta il dito contro Pechino.

La scoperta non è il risultato di alcuna nuova prova di intelligence e il rapporto è stato completato su richiesta dell'amministrazione Biden e dell'ex direttore della CIA William Burns. È stato declassificato e pubblicato sabato su ordine di John Ratcliffe, il direttore dell’agenzia scelto dal presidente Donald Trump.

La CIA si è così unita all'FBI e al Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti d'America (DOE) nel ritenere un incidente di laboratorio a Wuhan come probabile fonte della pandemia di Covid-19, l’infezione che ha ucciso più di 1,2 milioni di americani e oltre 7 milioni di persone in tutto il mondo. In Svizzera, dal 25 di febbraio del 2020, ossia dal primo caso identificato in Ticino, l'infezione ha causato 20.724 morti, secondo i dati dell'Ufficio federale di statistica.

«La CIA valuta con scarsa sicurezza che un'origine della pandemia di Covid-19 correlata alla ricerca sia più probabile di un'origine naturale sulla base delle segnalazioni disponibili», ha affermato un portavoce dell'agenzia di spionaggio, evidenziando che il giudizio è basato su un livello di «scarsa sicurezza» e che la CIA continuerà a valutare «qualsiasi nuova segnalazione di intelligence credibile disponibile o informazione open source che potrebbe cambiare la sua valutazione». Di fatto, le prove in mano alle autorità USA sono ancora carenti e contraddittorie.

Le diverse inchieste sul Covid-19 ipotizzano due possibili cause sull’origine del virus: la fuga da un laboratorio cinese, probabilmente a causa di un errore umano, e lo spillover, il salto di specie da un animale all’altro. La nuova valutazione, sottolinea il Guardian, non è destinata a chiudere il dibattito, in quanto i funzionari dell'intelligence hanno ammesso che la questione potrebbe non venir mai risolta a causa della mancanza di cooperazione da parte delle autorità cinesi. L’annuncio della CIA non si basa dunque su nuove prove, ma piuttosto sulle analisi di intelligence relative alla diffusione del virus, sulle sue proprietà scientifiche e sul lavoro e sulle condizioni dei laboratori di virologia cinesi.

Il senatore repubblicano dell'Arkansas, Tom Cotton, presidente del Comitato per l'intelligence del Senato, ha dichiarato sabato di essere «lieto che la CIA abbia concluso negli ultimi giorni dell'amministrazione Biden che la teoria della fuga del virus in laboratorio è la spiegazione più plausibile», elogiando Ratcliffe per aver declassificato la valutazione e lanciando una sentenza contro Pechino: «Ora, la cosa più importante è far pagare alla Cina il fatto di aver scatenato una piaga nel mondo».

Nonostante non vi siano ulteriori certezze sull’origine del coronavirus, gli scienziati, ad oggi, sostengono che l'ipotesi più probabile rimanga quella dello spillover, ossia che il Sars-CoV-2 abbia circolato nei pipistrelli, prima di infettare un'altra specie, probabilmente pangolini, zibetti o ratti del bambù. Dopo il salto di specie, il virus avrebbe poi infettato gli esseri umani che macellavano gli animali in questione in un mercato di Wuhan, dove sono stati registrati i primi casi a fine novembre del 2019.

Due anni fa un rapporto del Dipartimento dell'Energia americano aveva concluso che una fuga di laboratorio era l'origine più probabile, sebbene anche in quel caso fosse stata espressa scarsa fiducia sulla scoperta. Nello stesso anno anche l’allora direttore dell’FBI Christopher Wray dichiarò che la sua agenzia riteneva che il virus si fosse «molto probabilmente» diffuso dopo la fuga da un laboratorio.

L'ambasciata cinese a Washington non ha ancora preso posizione sulla nuova valutazione della CIA, ma in passato le autorità del Paese asiatico hanno sempre respinto le accuse su un incidente in laboratorio.

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