Il falso mito della «giustizia a due livelli» contro le persone bianche

A inizio agosto 2024 in Regno Unito sono scoppiate varie proteste e violenze contro le persone immigrate nel Paese, animate dall’estrema destra e alimentate dalla disinformazione xenofoba. L’ondata di disinformazione e odio xenofobo, con diversi hotel che ospitavano richiedenti asilo dati alle fiamme, è nata a seguito dell’omicidio a Southport di tre bambine da parte di Axel Rudakubana, un 17enne inglese nato a Cardiff (nel Galles) da genitori ruandesi.
In questo contesto, nelle settimane seguenti si era diffusa la narrazione infondata di una «giustizia a due livelli» contro i bianchi nel Regno Unito. Secondo questa tesi, «l’uomo bianco» sarebbe sotto attacco e i suoi diritti sarebbero in pericolo, a partire da piccoli gesti innocui di protesta non più tollerati dal «potere» gestito da élite progressiste. A mesi di distanza, questa falsa narrazione continua a circolare, rafforzando la diffusione di questo falso mito.
Un donna arrestata per un semplice post su X
Ad aprile 2025 è circolata la notizia secondo cui una donna inglese, Lucy Connolly, sarebbe stata incarcerata per aver semplicemente espresso la sua opinione su X, in cui «sfogava la sua rabbia per l’uccisione» delle bambine a Southport.
In realtà, in quel post Connolly incitava all’odio razziale, invitando a incendiare hotel che ospitavano richiedenti asilo e chiedendo un'espulsione di massa. Per questo motivo, il 17 ottobre 2024 è stata condannata a 31 mesi di carcere.
La stessa Connolly ha ammesso di aver scritto il messaggio con l’intento di fomentare odio razziale. Il giudice aveva stabilito che la donna avrebbe dovuto scontare almeno il 40 per cento della pena in carcere prima di poter accedere alla libertà vigilata.
La legge che punisce più severamente le persone bianche
Negli stessi giorni si è diffusa la notizia dell’entrata in vigore, a partire dal 1° aprile 2025, di una presunta legge nel Regno Unito che impone pene più severe agli uomini bianchi rispetto a persone di altre etnie. Ad esempio, si legge nei post che diffondono questa informazione, «per un tweet offensivo, una persona bianca può essere condannata a 5 anni di prigione, mentre per un vero crimine (come un accoltellamento), altri la faranno franca con solo un giorno di arresto».
Non esiste alcuna legge del genere. La storia si è originata dopo la presentazione delle nuove linee guida del Sentencing Council dell’Inghilterra e del Galles, organo indipendente che opera per rendere più coerenti e trasparenti le sentenze. Queste linee guida, in alcuni casi specifici, suggerivano la redazione di rapporti pre-sentenza (PSR) per comprendere meglio il contesto personale dell’imputato, specialmente se l’imputata era una donna, una persona giovane, incinta o appartenente a una minoranza etnica o religiosa.
Ciò non significa che nel Regno Unito sia stata approvata una legge che prevede pene differenti in base all’etnia dell’imputato. Le linee guida, infatti, forniscono solo indicazioni generali e affermano il principio che «ogni condanna dovrebbe sempre essere decisa in base ai propri fatti e ai propri meriti», si legge nel documento ufficiale del Sentencing Council. Tuttavia, queste linee guida hanno sollevato nel dibattito politico diversi dubbi e perplessità, espressi in particolare dalla ministra della Giustizia, Shabana Mahmood. A seguito delle polemiche, le linee guida – che sarebbero dovute entrare in vigore il 1° aprile – sono state sospese il giorno prima.