Il Kosovo chiude un altro valico di frontiera con la Serbia
Il Kosovo chiude un altro valico di frontiera con la Serbia. Stamane è stato blindato al traffico il valico di Merdare, mentre quelli di Jarinje e Brnjak sono chiusi sin dall'inizio dei blocchi stradali il 10 dicembre scorso.
A Pristina intanto il premier kosovaro Kurti continua ad attaccare le 'azioni criminali' dei serbi con le loro barricate illegali e inaccettabili, atti non più tollerabili. «Non parleremo con i criminali che impediscono la libera circolazione», ha detto Kurti, che per Belgrado è invece il principale ostacolo al dialogo e alla possibile pacificazione.
I media serbi danno notizia da parte loro della trasformazione in arresti domiciliari della detenzione a carico di Dejan Pantic, uno dei due ex agenti serbi della polizia kosovara arrestati nelle scorse settimane con l'accusa di azioni illegali e attacchi a funzionari dei polizia.
La decisione, si precisa, è giunta dopo che Pantic è stato visitato da una equipe medica di Eulex, la missione civile europea in Kosovo, che ha constatato le sue precarie condizioni di salute a causa principalmente di problemi cardiovascolari.
I serbi chiedono il rilascio dei due agenti e di un terzo serbo arrestato anch'esso con accuse ritenute inventate. L'altra richiesta per porre fine alle proteste è il ritiro delle forze della polizia speciale kosovare inviate da Pristina al nord a maggioranza serba.
Sia Eulex che la Kfor, la Forza Nato in Kosovo, monitorano da vicino la situazione sul terreno per scongiurare che la situazione precipiti da un momento all'altro per possibili azioni sconsiderate e provocatorie. E non cessano di lanciare appelli alla moderazione e alla ripresa del dialogo. Il presidente Vucic da parte sua è in costante contatto con i responsabili politici della comunità serba del nord del Kosovo e, secondo alcune fonti giornalistiche, avrebbe invitato a porre fine ai blocchi stradali e alle barricate, garantendo il suo forte impegno per il rilascio dei tre serbi.