Sanità

Il maxi-focolaio di dengue in Italia: com’è la situazione in Svizzera?

Registrati 102 contagi a Fano, nelle Marche: la Regione parla di «situazione sotto controllo», ma gli esperti lanciano l'allarme – In Svizzera fino a 298 casi all'anno, tutti legati a viaggi all'estero
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Michele Montanari
03.10.2024 11:45

Tra agosto e settembre è scoppiato un maxi-focolaio di dengue a Fano, in provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche. Stando ai dati forniti dalla Regione, ad oggi sono 102 i casi accertati e 10 quelli considerati «probabili» registrati nella zona. Negli scorsi giorni, diversi esperti hanno lanciato l’allarme, non nascondendo una certa preoccupazione per il significativo numero di contagi, ma ieri Regione Marche ha fatto sapere che non si sono verificati casi gravi né decessi correlati all’infezione. La curva di incidenza, inoltre, mostra una tendenza al ribasso, con un picco registrato tra il 14 e il 17 settembre. Secondo le autorità regionali, dunque, la situazione sarebbe sotto controllo. Anche se alcuni virologi e infettivologi hanno mostrato scetticismo.

La dengue in Svizzera

La febbre dengue, spiega l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), è una malattia virale diffusa dalle zanzare infette del genere Aedes, principalmente dalle zanzare della febbre gialla Aedes aegypti, ma anche dalle zanzare tigri asiatiche Aedes albopictus. Il virus si è diffuso fortemente in tutto il mondo negli ultimi anni, ma finora non sono stati registrati casi di trasmissione autoctona in Svizzera. Nel nostro Paese, come avvenuto lo scorso agosto a Rancate a un uomo di ritorno dalle Maldive, le infezioni hanno riguardato solamente cittadini tornati da viaggi all’estero. In Svizzera vengono dichiarati tra i 150 e i 290 casi all’anno, tutti importati, con un aumento a partire dal 2015 e un calo durante la pandemia di COVID-19. Il numero più alto degli ultimi 10 anni è stato registrato nel 2023 con 289 casi.

La protezione dalle punture di zanzara rappresenta la più efficace misura preventiva. In Svizzera in linea di principio esiste un rischio di trasmissione della malattia, ma, stando all’UFSP, è di minima entità e si presenta solo in condizioni particolari. Infatti, le zanzare dovrebbero contrarre il virus pungendo una persona infetta al ritorno da un viaggio all'estero e trasmetterlo a un’altra persona.

Le possibilità che possano avvenire trasmissioni autoctone anche in Svizzera, comunque, esistono. Come spiegato lo scorso aprile al CdT dall’infettivologo dell’EOC Enos Bernasconi, «negli ultimi anni si sono verificati casi autoctoni in Europa, in particolare in Francia e in Spagna. E questo fa pensare che, in futuro, a causa dei cambiamenti climatici che rendono il nostro clima sempre più umido e caldo, potrebbe insorgere anche in Svizzera un’epidemia di dengue». Infatti, «una delle zanzare responsabili della trasmissione del virus - la zanzara tigre - è ormai ben radicata in gran parte dell’Europa, Ticino compreso. E questo fa sì che anche alle nostre latitudini ci sia un rischio di trasmissione locale della malattia».

Sintomi e decorso

La febbre dengue si manifesta solitamente da 4 a 7 giorni dopo la puntura di una zanzara infetta. Nel 40 fino all'80% dei casi l'infezione ha un decorso asintomatico, ma è anche in grado di provocare un ampio spettro di manifestazioni cliniche. La forma classica è caratterizzata da febbre alta, mal di testa, dolori articolari ed eruzioni cutanee. In rari casi può manifestarsi una forma grave detta febbre dengue emorragica o sindrome da shock dengue. Rispetto alla prima infezione, il rischio di un decorso grave della malattia è maggiore in caso di una seconda infezione.

Cosa si sta facendo a Fano

Tra le misure adottate a Fano, oltre alla distribuzione dei kit antizanzare nelle farmacie, è stata effettuata una vasta campagna di disinfestazione su tutta l'area urbana del Comune e sono stati avviati interventi per eliminare le larve. Nell’area sono state posizionate alcune trappole per gli insetti, utili a definire la consistenza della popolazione in grado di trasmettere il virus e l’eventuale infettività. Inoltre è stata lanciata una campagna informativa per sensibilizzare i residenti su come ridurre la presenza delle zanzare nei propri giardini, eliminando l’acqua stagnante. È stato poi raccomandato ai cittadini di indossare maniche e pantaloni lunghi di colore chiaro, utilizzare zanzariere alle finestre e usare repellenti efficaci.

«Situazione fuori controllo»

In Italia non manca però chi ha lanciato l'allarme sulla situazione. Il noto virologo Roberto Burioni, professore di Virologia e microbiologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sulla sua pagina Facebook ha parlato di una «situazione fuori controllo», in quanto le  infezioni reali, non registrate, sarebbero «come minimo il doppio». Secondo l’esperto, «il vaccino non è utile in questo caso. Bisogna eliminare le zanzare tigre che trasmettono la malattia»

Burioni ha fortemente criticato i kit antizanzare distribuiti nelle farmacie, considerati prodotti inefficaci: «Pepe della Tasmania, olio di avocado, camomilla e calendula nell'inutile kit dopo puntura. Nel repellente, oli essenziali di lavanda e menta. E il principio attivo repellente quale sarebbe?», si è chiesto il virologo.

Anche per Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia e Statistica medica alla Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma, i casi destano preoccupazione. Citato dai media italiani, l’epidemiologo ha dichiarato: «Il clima di settembre e ottobre sta aiutando la persistenza della zanzara tigre sul territorio. A me fa riflettere che questa zanzara, che è un vettore occasione della Dengue, a Fano ha portato tanti casi e se siamo di fronte a tutti contagi autoctoni c'è un problema non da poco. I tre fattori, clima mite, mancata disinfestazione e la presenza di tante zanzare tigre, hanno probabilmente permesso questo focolaio di Dengue di oltre 100 casi. A questo punto dobbiamo porci la domanda che se la zanzara tigre stia diventando un vettore efficace anche di questa malattia infettiva tropicale, la preoccupazione da un punto di vista sanitario potrebbe aumentare».

Sara Epis, professoressa associata di parassitologia all'università degli Studi di Milano, ha invece riferito all'Adnkronos che il focolaio è «abbastanza grave». Secondo Epis, le zanzare che trasmettono il virus «devono essere assolutamente contenute», in quanto «i casi accertati hanno superato quota 100 in un Comune di media grandezza». La situazione sarebbe quindi allarmante «soprattutto perché si teme che (la dengue) possa diffondersi anche al di fuori» di Fano.