Il missile Kinzhal? La Cina dà ragione all'Occidente: «Non è la star che Mosca dipinge»

Il Kinzhal? Tutto fuorché inarrestabile. Il missile ipersonico russo (eufemismo) non ha impressionato la Cina. Tant'è che Pechino si sta interrogando: e se anche il nostro missile ipersonico, il Dongfeng, non fosse all'altezza del confronto con l'Occidente? Pubblicizzato, appunto, come un'arma infallibile dal Cremlino e impiegato nella guerra in Ucraina, secondo le riviste specializzate cinesi – in realtà – il Kinzhal in molti casi è stato ostacolato (e non poco) dal sistema americano di difesa Patriot. In altri casi, invece, il missile ha semplicemente mancato l'obiettivo.
L'analista della rivista militare Ordnance Industry Science and Technology Yin Jie, ad esempio, ha detto che le affermazioni di Stati Uniti e Ucraina circa la non infallibilità del Kinzhal «sono vere». Certo, quanto scrive la stampa specializzata non necessariamente riflette le opinioni del Partito e, di riflesso, dell'esercito cinese. Le pubblicazioni, tuttavia, devono essere approvate dalle autorità. Sorprende, dunque, che Yin abbia potuto scrivere parole così forti sull'uso del Kinzhal da parte della Russia. Arrivando a dire, addirittura, che difficilmente questo missile avrà «un impatto significativo» sul campo di battaglia. E ancora: il Kinzhal non è la star che Mosca dipinge.
Nello specifico, questo missile – un'evoluzione dell'Iskander – è stato assemblato in fretta e furia, complici le pressioni esercitate dall'Occidente negli anni precedenti la guerra secondo Yin. «Ma il Kinzhal potrebbe non avere prestazioni sorprendenti sul campo di battaglia». La manovrabilità del Kinzhal, fra le altre cose, «non può essere paragonata a quella di un vero missile ipersonico». La sua traiettoria balistica, inoltre, rende il Kinzhal suscettibile ai sistemi di difesa come il Patriot.
A conclusioni simili è giunta anche un'altra rivista scientifica e di difesa cinese, Military Arms, secondo cui il Kinzhal è un missile «marginale». «Sebbene la Russia definisca il Kinzhal un missile ipersonico, gli analisti di altri Paesi ritengono generalmente che questo missile sia in realtà una versione del missile balistico tattico a corto raggio Iskander». Una valutazione, questa, in linea con quanto affermano gli esperti occidentali. Ovvero: il Kinzhal non è un vero missile ipersonico, poiché non può essere manovrato efficacemente ad alte velocità. Ancora Military Arms: «Il Kinzhal ha ambizioni sufficienti, ma non abbastanza potenza».
Yin, nella sua analisi, ha attribuito la colpa non solo alla mancanza di sofisticazione del missile, ma anche all'apparato militare russo nel suo insieme. La Russia, infatti, ha smesso di lanciare i Kinzhal dai suoi Mig-31 preferendo a questi jet i Su-34. Aerei che si sarebbero dimostrati troppo lenti. Perché il Kinzhal sia efficiente, per contro, è necessario che un caccia si muova ad alte velocità e ad altitudini maggiori per consentire al missile di avere la necessaria spinta. Appesantito proprio dal Kinzhal, il Su-34 (banalmente) non può raggiungere la giusta velocità.
E poi, beh, c'è il problema che la Russia non dispone di abbastanza Kinzhal. Le sanzioni occidentali, giova ricordarlo, hanno ostacolato la capacità di Mosca di produrre con rapidità armi e missili. L'uso dei Kinzhal, di conseguenza, è stato ampiamente limitato in Ucraina. Secondo Yin, potrebbero essere rimasti pochissimi esemplari nell'inventario. Ancora, la Cina si è trovata a concordare con l'Occidente. A dicembre, infatti, l'Institute for the Study of War, un think tank con sede a Washington, ha spiegato che la Russia può produrre soltanto quattro Kinzhal al mese.
Quali, dunque, le lezioni che può trarre Pechino dall'uso fatto sin qui del Kinzhal da parte di Mosca? La prima, per dirla con Lyle Goldstein del think tank Defense Priorities, è che la Cina – in un eventuale contesto di guerra – avrà bisogno di enormi scorte di armi. Di qui, come dicevamo, l'interesse da parte dei cinesi verso il conflitto condotto da Vladimir Putin. Un interesse vivo, par di capire, nell'ottica di un'invasione a Taiwan e di un possibile coinvolgimento degli Stati Uniti.