Guerra

Il nemico del mio nemico è mio amico: l'alleanza fra Putin e gli Houthi

Negli ultimi mesi i rapporti fra il Cremlino e il gruppo armato yemenita si sono fatti più stretti – Secondo gli analisti, la disponibilità a sostenere la milizia filoiraniana testimonia il cementificarsi dei rapporti Mosca-Teheran
©Gavriil Grigorov
Red. Online
04.08.2024 13:30

Russia e Iran. La partnership tra i due Paesi non è certo nuova. Basta chiedere a Kiev, che da inizio invasione deve fare i conti con i droni kamikaze HESA Shahed 136, sviluppati da Teheran e utilizzati da Mosca per portare morte e distruzione sull'Ucraina. Ma negli ultimi mesi, è ormai evidente, i rapporti tra i due Stati si stanno facendo sempre più stretti, anche tramite il sostegno fornito dalla Russia ai gruppi armati vicini all'Iran. Primo fra tutti, gli Houthi.

Secondo quanto riportato recentemente da CNN, la Russia si stava infatti preparando a consegnare missili e altre attrezzature militari ai ribelli in Yemen alla fine del mese scorso, ma si sarebbe tirata indietro all'ultimo minuto a causa di importanti «sforzi di Stati Uniti e Arabia Saudita per fermarla», hanno dichiarato all'emittente statunitense diverse fonti che hanno familiarità con la questione.

Come? A fine 2023, lo ricordiamo, Putin aveva visitato Riyad dopo essere passato dagli Emirati Arabi Uniti. Le relazioni tra Arabia Saudita e Russia, insomma, sono amichevoli. Su suggerimento di Washington, l'Arabia Saudita – impegnata in una guerra brutale con gli Houthi prima che gli Stati Uniti contribuissero a negoziare una fragile tregua nel 2022 – avrebbe fatto valere tali rapporti per scongiurare l'invio, da parte di Mosca, di armi all'avversario. Che siano state queste proprio queste pressioni a far desistere Putin? Le fonti americane non ne sono certe.

Il nemico del mio nemico

Facciamo un passo indietro. Da mesi, gli Houthi sono impegnati in attacchi contro Israele: una campagna avviata dopo lo scoppio della guerra fra Hamas e Israele a Gaza. Emersi negli anni Novanta come contrapposizione all'influenza religiosa sempre più marcata dell'Arabia Saudita nello Yemen, gli Houthi rappresentano il ramo Zaidi dell'Islam sciita e sono di riflesso sostenuti dall'Iran. 

Poco dopo l'inizio della guerra di Gaza, gli Houthi hanno iniziato a lanciare attacchi con missili e droni contro le navi commerciali nel Mar Rosso. Sebbene la maggior parte di questi attacchi sia stato efficacemente intercettato dalle contromisure statunitensi e israeliane, il commercio occidentale ha pagato a caro prezzo le crescenti difficoltà di navigazione nell'importantissimo mare mediorientale.

Di qui la domanda: il nemico del mio nemico è mio amico? Putin sembra essersi risposto di sì. E per questo avrebbe considerato, appunto, l'ipotesi di armare gli Houthi. Un modo, sospettano funzionari statunitensi, «per vendicarsi della decisione dell'amministrazione Biden di permettere all'Ucraina di colpire all'interno del territorio russo utilizzando armi americane», ha spiegato CNN.

Un piano, questo, abbandonato, almeno per il momento. Ma la Russia avrebbe comunque dispiegato personale militare nello Yemen per fornire consulenza agli Houthi per un periodo di tre giorni alla fine di luglio, riferisce l'emittente americana.

Usare il Medio Oriente

L'intento, secondo gli analisti, è chiaro. A fine giugno, l'esperta di politica estera Anna Borschchevskaya aveva spiegato al CdT: «Putin vuole rafforzare il potere e l’influenza russa sulla regione per indebolire l’Occidente. La Russia di Putin ha sempre visto il Medio Oriente come un campo per competere con l’Occidente. Per la prima volta nella storia tra i due Paesi, Mosca si trova a dipendere da Teheran, in particolare dai droni iraniani, che la Russia utilizza per gli attacchi contro obiettivi ucraini. Ciò significa che il partenariato strategico con l’Iran non solo si approfondirà, ma la Russia probabilmente si spingerà oltre rispetto a quanto avrebbe fatto prima dell’invasione dell’Ucraina. Ciò significa che Russia e Iran insieme probabilmente coopereranno maggiormente per alimentare le tensioni e il caos nella regione, a scapito degli interessi occidentali».

Detto, fatto. Nella sua più recente analisi, l'Institute for the Study of War (ISW), think tank americano che si occupa di strategia militare, ha sottolineato: «Il piano per l'invio di armi agli Houthi evidenzia la crescente partnership militare russa con l'Iran e suggerisce che la Russia probabilmente mira a sfruttare i proxy iraniani per affrontare indirettamente l'Occidente e influenzare il processo decisionale occidentale». Putin, evidenzia l'ISW, «aveva affermato il 6 giugno che la Russia avrebbe fornito capacità di attacco a lungo raggio a soggetti non specificati per attacchi contro l'Occidente come "risposta simmetrica" all'abolizione di alcune restrizioni sull'uso di armi occidentali sul territorio russo».

«I piani della Russia di sostenere gli Houthi per confrontarsi indirettamente con l'Occidente e minacciare un'ulteriore escalation sono in linea con diverse operazioni di informazione e ibride della Russia che mirano a scoraggiare» il sostegno occidentale all'Ucraina «per timore di un confronto con la Russia», spiega l'Institute for the Study of War. «La disponibilità di Putin a prendere in considerazione il sostegno agli Houthi che attaccano Israele e le navi internazionali fa parte dell'approfondimento della cooperazione militare russo-iraniana e della crescente dipendenza della Russia dall'Iran per armi e componenti di alta precisione. L'approfondimento della partnership con l'Iran incoraggerà probabilmente la Russia a prendere in considerazione il sostegno ad altri proxy iraniani e a sfruttare questi gruppi in altri tentativi indiretti di minacciare l'Occidente con un'escalation». Ma l'operazione costringerebbe Mosca ad abbandonare ogni maschera, anche sul conflitto mediorientale: «L'accresciuta disponibilità russa a utilizzare l'Iran e i suoi proxy per confrontarsi indirettamente con l'Occidente ostacolerà i tentativi russi di dipingere la politica estera russa in Medio Oriente come equilibrata e potrebbe complicare ulteriormente le relazioni russe con i Paesi preoccupati dalla cooperazione russo-iraniana».