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Il Partito Liberale canadese sceglie Mark Carney: ecco l'economista che dovrà resistere a Trump

L'ex governatore della banca centrale ha vinto con l'85,9% dei voti: dovrà contrastare i dazi USA e le mire espansionistiche del tycoon, da lui paragonato a Voldemort, il cattivo di Harry Potter
©Adrian Wyld
Red. Online
10.03.2025 09:00

Il Partito liberale canadese ha scelto come suo prossimo leader e, di conseguenza, futuro primo ministro del Paese, Mark Carney. L'ex governatore della banca centrale ha vinto con l'85,9% dei voti, battendo Chrystia Freeland.

La vittoria schiacciante è giunta al termine di una votazione iniziata il 26 febbraio e il cui esito è stato annunciato dopo il discorso di addio del premier dimissionario Justin Trudeau. Parlando ai suoi sostenitori, Trudeau ha messo in guardia sui rischi che il Canada si trova ad affrontare: «Ci troviamo di fronte a una sfida esistenziale» a causa delle minacce che arrivano dal presidente degli USA Donald Trump, ha spiegato, aggiungendo che «la libertà non è scontata, anche il Canada non lo è».

Carney, chiamato a convocare le nuove elezioni, previste entro ottobre, le quali potrebbero tenersi molto prima, dovrà affrontare la guerra commerciale lanciata dal tycoon e fronteggiare le sue ambizioni espansionistiche. Il capo della Casa Bianca, oltre alle mire su Panama e la Groenlandia, vuole infatti trasformare il Canada nel 51esimo Stato degli Stati Uniti (negli scorsi giorni aveva addirittura definito Trudeau «governatore»).

«La posta in gioco è alta. Abbiamo fatto di questo Paese il più grande al mondo e ora il nostro vicino ci vuole. Non accadrà. È impossibile», ha evidenziato Carney poco prima di essere proclamato vincitore, mostrando subito la sua intenzione di resistere agli attacchi di Trump.

«Gli americani vogliono il nostro Paese», ma «non possiamo lasciare che Trump vinca», ha affermato, sottolineando che i dazi decisi da Ottawa contro gli Stati Uniti, in ritorsione alle tariffe imposte dal presidente USA, resteranno in vigore «fino a quando gli americani ci mostreranno rispetto e prenderanno impegni credibili per scambi commerciali liberi e giusti».

Proprio Carney, di recente, non ha usato parole poco tenere nei confronti di The Donald paragonando i suoi commenti sull'annessione del Canada ai modi di Voldemort, il cattivo della saga di Harry Porter.

L'ex governatore della Banca centrale canadese e della Banca d'Inghilterra ha puntato tutta la sua campagna elettorale sull'economia, suo punto di forza, promettendo di rilanciare il Paese nordamericano e di far scendere i prezzi delle case grazie a quattro milioni di nuove abitazioni che metterà a disposizione nei prossimi anni.

«Accelerando il processo decisionale sui progetti più importanti, il Canada sarà in grado di ridurre i costi, attirare più investimenti, creare più posti di lavoro e costruire l'economia più forte del G7», il Gruppo dei sette, di cui fanno parte Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Giappone e Stati Uniti). Promesse economiche che Carney non troverà facili da realizzare nel mezzo della guerra commerciale avviata da Trump. I dazi americani rischiano di piegare un'economia canadese già debole, e il pericolo è quello di una recessione in vista delle elezioni generali.

Tra economia e clima

Carney ha ottenuto la vittoria battendo Karina Gould, Frank Baylis e Chrystia Freeland, l'ex ministra dell'economia di Trudeau.

Il neoeletto leader del partito di centro-sinistra ha iniziato la sua carriera nella finanza e nel 2019 è stato nominato Inviato speciale delle Nazioni Unite per l'azione per il clima e la finanza. Grazie al suo background, Carney ha reso le politiche sull'energia pulita, sul clima e sulla prosperità economica per il Canada alcuni degli aspetti centrali della sua campagna.

Cresciuto a Edmonton, Alberta, quando ha lanciato la sua campagna, Carney ha sottolineato il suo ruolo nell'aiutare il governo a gestire il debito durante la crisi finanziaria del 2008 e nel guidare l'economia britannica attraverso la Brexit.

Carney si è concentrato sul portare ricchezza economica al Canada grazie alle risorse naturali, come i minerali essenziali, e sul rendere il Paese nordamericano leader nell'energia pulita, sottolineando che la produzione di basse emissioni di carbonio aiuterà il Canada a essere più competitivo. Ha proposto di spostare l'onere finanziario della tassa sul carbonio dai consumatori alle grandi aziende e ha affermato che sotto la sua guida, la tassa che i consumatori canadesi e le piccole imprese pagano sul carburante verrebbe sostituita da incentivi per ridurre le emissioni di carbonio.

Carney non si è sottratto alle domande su come affrontare l'amministrazione Trump. Da quando il mese scorso sono stati annunciati i dazi statunitensi, Carney si è dichiarato un convinto sostenitore di tariffe di ritorsione «dollaro per dollaro» che colpirebbero duramente gli Stati Uniti, ma avrebbero un impatto minimo sul Canada.

Dopo l'annuncio dei dazi da parte di Trump e le accuse di traffico di fentanyl dal Canada agli Stati Uniti, Carney ha dichiarato alla CNN di essersi «offeso» data la lunga amicizia tra Canada e Stati Uniti.

«Siamo una nazione orgogliosa e indipendente. Ci consideriamo il Paese più grande della Terra. Siamo stati insultati in più occasioni da membri anziani dell'amministrazione. Non ricambieremo quegli insulti».

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