La situazione

Il passaporto russo ora è «spazzatura»

Le sanzioni e il perdurare della guerra stanno limitando la libertà di movimento dei cittadini della Federazione
Marcello Pelizzari
15.04.2022 10:00

Viaggiare. Per i russi, lo sappiamo, è diventato complicato se non impossibile, quantomeno nel blocco occidentale. Ogni anno, l’oramai celebre Henley Passport Index offre una panoramica sui passaporti. O, meglio, sui viaggi senza visto che possiamo fare a seconda della nostra nazionalità. Per dire: quante porte apre un documento elvetico? Quante uno americano, britannico, cinese? E via discorrendo.

Quest’anno, per forza di cose, l’indice è legato a doppio filo alla guerra in Ucraina. Sì, l’invasione russa ha avuto un impatto anche sugli spostamenti. Basti pensare ai collegamenti aerei e alle chiusure dei cieli fra Russia e Occidente.

La Svizzera è sesta

L’Henley Passport Index, in effetti, pesca a piene mani dal database della IATA, l’organizzazione internazionale delle compagnie aeree, per stilare il suo rapporto. I passaporti esaminati sono 199 e, appunto, vengono classificati in base alle possibilità concesse. Banalmente, la domanda è una sola: in quanti e quali Paesi può viaggiare il possessore di un determinato passaporto senza dover richiedere un visto?

In cima al classificone troviamo il Giappone e Singapore, a quota 192 nazioni VISA free (il visto, non la carta di credito). All’ultimo posto, a proposito di guerre, c’è l’Afghanistan con appena 26 nazioni. La Svizzera è sesta a quota 186, assieme a un gruppone che comprende Belgio, Nuova Zelanda, Norvegia e Stati Uniti. L’Italia è terza (189) con Finlandia, Lussemburgo e Spagna.

Libertà ridotta

L'ultimo aggiornamento del rapporto è stato pubblicato diverse settimane dopo l’invasione russa dell’Ucraina. E, per dirla con Henley & Partners, l’azienda che firma l’indice, illustra chiaramente «l’impatto profondo e forse irreversibile della guerra» sulla libertà di movimento. Il tutto mentre sul mondo sta calando «una nuova cortina di ferro».

Nel concreto, diverse nazioni occidentali – Stati Uniti, Canada, l’intera Unione Europea – hanno imposto restrizioni di viaggio ai cittadini russi. Una mossa che rientra nel più ampio schema di sanzioni nei confronti del Cremlino. Molti Paesi, ad esempio, hanno chiuso il loro spazio aereo ai vettori russi.

L’impatto vero e proprio, fa sapere Henley, si vedrà nei prossimi mesi. Il rapporto attuale, insomma, lascia soltanto intravedere ciò che la guerra ha provocato in termini di spostamenti o, meglio detto, possibilità di spostamenti.

Detto ciò, sempre Henley ribadisce che il conflitto e le sanzioni conseguenti stanno «effettivamente condannando il passaporto russo allo status di spazzatura in gran parte del mondo sviluppato». Ahia.

La libertà di viaggio e movimento dei cittadini russi, ad oggi, è fortemente ridotta. Detto dei collegamenti aerei, con la sola Turchia che ha mantenuto aperti i suoi cieli ai vettori russi, anche via terra la situazione peggiora ogni giorno di più: basti pensare al treno che unisce Helsinki a San Pietroburgo, sospeso.

Non solo, diversi Paesi hanno annunciato la sospensione dei visti per i cittadini russi. La Repubblica Ceca, per dire, non accetta più alcuna richiesta da chi detiene un passaporto della Federazione, la Grecia ha bloccato il suo programma specifico per i cittadini russi. Per tacere dei visti per studenti.

La Russia, non a caso, è scivolata al 49. posto (per ora) perdendo quattro posizioni. L’Ucraina, per converso, è salita al 34. posto. Il divario fra i due Paesi, con il perdurare della guerra, è destinato ad aumentare.

Secondo Christian Kaelin, presidente di Henley & Partners nonché inventore del concetto alla base dell’indice, ha chiarito che la classifica appena pubblicata fornisce già un’istantanea dei cambiamenti in atto. Tradotto, il passaporto che abbiamo fra le mani determina in maniera (per alcuni) drammatica le possibilità e gli orizzonti a nostra disposizione.

E così, mentre il valore del passaporto russo sta rapidamente sprofondando, il mondo intero – con un’unità di intenti fuori dal comune – sta aprendo le porte alla comunità ucraina. Parliamo di oltre 4 milioni di profughi.

Stando a Kaelin, sebbene sia impossibile predire il futuro e tracciare oggi le dinamiche del domani, in un contesto di nuova Guerra Fredda le divisioni fra la Russia e gran parte dell’Occidente non faranno che aumentare.

Il valore dell'Ucraina

Se la Svizzera ha adottato lo Statuto S per chi scappa dal conflitto ucraino, consentendo così ai profughi di ottenere velocemente un diritto di soggiorno senza dover ricorrere a una procedura d’asilo ordinaria, l’Unione Europea ha approvato un piano di emergenza che consente ai cittadini ucraini di vivere e lavorare in ognuno dei 27 Paesi membri fino a tre anni.

Altre nazioni hanno allentato (se non addirittura annullato) le rispettive procedure di visto per favorire l’ingresso dei profughi.

L’Ucraina, nell’ultimo decennio, ha fatto passi importanti verso l’Occidente tant’è che nell’indice ha conquistato qualcosa come 26 posizioni. Oggi è al 34. posto, dicevamo.

Il peso delle sanzioni

E la Russia? Beh, sta pagando (a carissimo prezzo) le sue ambizioni geopolitiche o, per meglio dire, la decisione di muovere guerra all’Ucraina.

La Federazione è stata scollegata dai vari servizi e strumenti finanziari internazionali. La metà degli oltre 600 miliardi di riserve estere del Paese è stata congelata, molte banche sono state tagliate fuori dal sistema di pagamento SWIFT. E ancora: i beni dello Stato e degli individui affiliati a Putin sono stati congelati, il mercato azionario russo ha di fatto sospeso le operazioni mentre il fantasma del default sul debito si aggira fra i corridoi del Cremlino.

Le sanzioni, va da sé, stanno avendo effetti tanto sui vertici del Paese quanto sulla popolazione, confrontata a forti aumenti dei prezzi e a un generale deterioramento degli standard di vita. Confrontata, altresì, a fortissime limitazioni sui viaggi.  

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