Il Qatar potrebbe rivedere i suoi investimenti a Londra
Sì, il Qatar potrebbe rivedere i suoi investimenti nella City, intesa come Londra, dopo che l’Autorità londinese per i trasporti pubblici ha detto no, questa settimana, a una campagna promozionale dell’Emirato. Una campagna che avrebbe dovuto comparire su autobus, taxi e metropolitana della capitale britannica.
La decisione di TFL, Transport for London, è legata a doppio filo alle critiche rivolte al Qatar, Paese che ospita il Mondiale e che, su questioni come i diritti della comunità LGBTQ+ e i lavoratori migranti, ha espresso posizioni estreme oltreché una politica discriminatoria e repressiva. A dare notizia del no è stato il Financial Times.
TFL è presieduta dal sindaco di Londra, Sadiq Khan. Negli scorsi giorni, l’Autorità per i trasporti ha contattato Q22, l’organismo che sovrintende l’organizzazione del Mondiale e, ancora, l’ente del turismo qatariota, per comunicare la decisione. Il Financial Times, a tal proposito, ha citato una persona coinvolta nel dossier.
Il Qatar, ovviamente, ha mal digerito il no alla sua campagna. Tant’è che, secondo la fonte, ha interpretato il gesto come «un messaggio dal municipio che l’economia del Qatar non è la benvenuta a Londra». Tramite il suo fondo sovrano, l’Emirato è fra i principali attori economici della City. Per dire: la Qatar Investment Authority (QIA) possiede i magazzini Harrods e la Shard Tower. Inoltre, è comproprietaria del quartiere Canary Wharf, uno dei centri nevralgici degli affari. Non finisce qui, perché il fondo ha pure messo le mani sugli hotel Savoy e Grosvenor House e vanta quote significative (20% e 14%) nella società che gestisce lo scalo di Heathrow e nella catena di supermercati Sainsbury’s.
Un portavoce di TFL ha chiarito che, prima dell’inizio dei Mondiali, l’Autorità aveva dato indicazioni ai propri partner in merito alle campagne pubblicitarie che avrebbero o non avrebbero trovato posto sui mezzi pubblici durante il torneo. «Ogni campagna pubblicitaria – ha detto – continua a essere esaminata caso per caso». Nel caso specifico, evidentemente, promuovere il turismo verso il Qatar non è parsa una buona idea.
Il governo qatariota, al momento, non ha risposto a una richiesta di commento sulla vicenda inviata da Reuters via e-mail. In generale, Doha ha respinto e continua a respingere le critiche mosse dall’Occidente, ritenendo il Qatar un Paese accogliente e che non pratica alcuna discriminazione. Eppure, l’omosessualità – a proposito di diritti calpestati – è illegale nell’Emirato.