Cambiamento climatico

«Il riscaldamento globale è come una botta di steroidi per gli uragani»

Una analisi delle World Weather Attribution evidenzia come il caldo record dell'acqua e dell'atmosfera abbia intensificato fenomeni come Helene e Milton: «Con l'aumento delle temperature saranno sempre più frequenti»
Red. Online
09.10.2024 14:45

La Florida si prepara ad affrontare Milton, lo spaventoso uragano alimentato dal caldo record nel Golfo del Messico. Già, perché alla base di fenomeni atmosferici così devastanti ci sarebbe il cambiamento climatico. Una recente analisi della World Weather Attribution dimostra infatti che gli uragani, a causa dell’aumento delle temperature, provocano piogge più intense del 10% e venti più veloci dell’11% rispetto ai modelli climatici analizzati. I venti di Helene, lo scorso mese, si sono abbattuti sulla costa USA con una velocità di 225 km/h. Il fenomeno ha causato la morte di almeno 227 persone in sei Stati, sommergendo città, distruggendo strade e compromettendo le riserve idriche. Il numero di vittime è stato il più alto causato da un uragano sugli Stati Uniti continentali dai tempi di Katrina, nel 2005.

Secondo i ricercatori, l’aumento delle emissioni di CO2 ha reso gli uragani di grande potenza come Helene circa 2,5 volte più probabili rispetto all'era preindustriale. Se le temperature globali dovessero aumentare di 2° C, le precipitazioni provocate dalle tempeste aumenterebbero di un ulteriore 10%. Lo studio ha inoltre rilevato che la temperatura della superficie del mare lungo la traiettoria di Milton è stata dalle 400 alle 800 volte più probabile a causa della crisi climatica.

Il riscaldamento dell'atmosfera e degli oceani causato dalle attività umane è come una botta di «steroidi per gli uragani», ha riferito al Guardian Bernadette Woods Placky, meteorologa presso l’organizzazione no profit Climate Central. Secondo l’esperta, tempeste e uragani come Helene e Milton stanno diventando «esplosivi» a causa del calore in eccesso: «Se gli esseri umani continuano a riscaldare il clima, vedremo sempre più tempeste trasformarsi rapidamente in uragani mostruosi, portando ulteriore distruzione», ha affermato.

Entrambe gli uragani si sono rapidamente intensificati sul Golfo del Messico, e secondo i ricercatori è stato proprio l'eccezionale calore del mare il fattore chiave che ha alimentato i fenomeni atmosferici. Dalla scorsa estate, la superficie e le acque più profonde del Golfo del Messico hanno raggiunto temperature record, simili a quelle di una vasca da bagno. E ora Milton è pronto a passare su una distesa d'acqua vicino a Tampa che è di circa 2-3°C più calda del solito.

Gli uragani traggono la loro forza dagli oceani e dall'atmosfera più calda. Il calore aumenta il ritmo delle tempeste e le carica di ulteriore umidità che viene poi rilasciata sotto forma di pioggia, causando, come nel caso di Helene, inondazioni catastrofiche che hanno sommerso comunità fino all'entroterra della Carolina del Nord occidentale.

Il climatologo dell'Università di Miami Brian McNoldy ha spiegato al Guardian che «il Golfo del Messico ha ancora una temperatura anomala e quando si hanno temperature così calde è più probabile che si verifichino uragani che si intensificano rapidamente. È come se ci fosse una polveriera, in attesa di una scintilla. Ora abbiamo quella scintilla. Milton è una tempesta straordinaria, non ha precedenti in termini di velocità di intensificazione».