Aviazione

Il SAF può ridurre gli effetti del riscaldamento climatico delle scie di condensazione

È quanto emerge dallo studio ECLIF3 di Airbus e altri partner: il carburante sostenibile, oltre a ridurre l'impronta carbonica del volo, agisce anche sulle emissioni di fuliggine e sulla formazione di particelle di ghiaccio
© Airbus
Marcello Pelizzari
06.06.2024 19:30

Si può fare. Senza necessariamente scomodare Frankenstein Junior, Airbus nella sua ultima nota ha sottolineato un aspetto importante, se non centrale rispetto al macro-tema della decarbonizzazione dell'aviazione: la via del carburante sostenibile, il cosiddetto SAF, è quella giusta. Quantomeno, sta mostrando risultati concreti e incoraggianti, afferma il costruttore europeo. «I risultati del primo studio in volo al mondo sull'impatto dell'uso di carburante sostenibile al 100% su entrambi i motori di un aeromobile commerciale mostrano una riduzione delle particelle di fuliggine e della formazione di cristalli di ghiaccio nelle scie di condensazione rispetto all'uso del carburante Jet A-1 convenzionale». Tradotto: il SAF funziona. E anche bene, verrebbe da dire.

Lo studio, denominato ECLIF3, ha visto diversi grandi nomi collaborare fra loro: Airbus, ovviamente, ma anche Rolls-Royce, il Centro aerospaziale tedesco (DLR) e un produttore di SAF, Neste. Per la prima volta, beh, è stato misurato l'impatto dell'uso di SAF con una percentuale di sostenibilità del 100% sulle emissioni di entrambi i motori di un Airbus A350 alimentato da motori Rolls-Royce Trent XWB. L'aereo in questione è stato seguito da un altro velivolo, di inseguimento, di proprietà del DLR.

Rispetto al carburante di riferimento Jet A-1, precisa Airbus, «il numero di cristalli di ghiaccio per massa di SAF puro consumato è stato ridotto del 56%, il che potrebbe ridurre significativamente l'effetto di riscaldamento climatico delle scie di condensazione». E ancora: «Le simulazioni globali del modello climatico condotte dal DLR sono state utilizzate per stimare il cambiamento nell'equilibrio energetico nell'atmosfera terrestre, noto anche come forzante radiativa, causato dalle scie di condensazione. È stata stimata una riduzione dell'impatto delle scie di condensazione di almeno il 26% con l'uso di SAF al 100% rispetto alle scie di condensazione derivanti dal carburante di riferimento Jet A-1 utilizzato nell'ECLIF3. Questi risultati mostrano che, nel breve termine, l'uso del SAF in volo potrebbe ridurre significativamente l'impatto climatico dell'aviazione, riducendo gli effetti non collegati alla CO2 come le scie di condensazione, oltre a ridurre le emissioni di CO2 nel ciclo di vita del SAF».

«I risultati di ECLIF3 mostrano come l'uso del SAF al 100% possa aiutarci a ridurre significativamente l'effetto di riscaldamento climatico delle scie di condensazione, oltre a ridurre l'impronta di carbonio del volo» ha dichiarato Markus Fischer del DLR. «Un chiaro segno dell'efficacia del SAF verso un'aviazione compatibile con il clima». Mark Bentall, a capo del programma Research & Technology di Airbus, dal canto suo ha dichiarato: «Sapevamo già che i carburanti sostenibili per l'aviazione potevano ridurre l'impronta di carbonio dell'aviazione. Grazie agli studi ECLIF, ora sappiamo che il SAF può anche ridurre le emissioni di fuliggine e la formazione di particelle di ghiaccio che vediamo come scie di condensazione. Questo è un risultato molto incoraggiante, basato sulla scienza, che dimostra quanto siano cruciali i carburanti sostenibili per l'aviazione per la decarbonizzazione del trasporto aereo».

Tutto molto bello, insomma. E, come dicevamo, incoraggiante pensando al domani. «Il SAF è ampiamente riconosciuto come una soluzione cruciale per mitigare l'impatto climatico del settore dell'aviazione, sia a breve che a lungo termine» ha aggiunto Alexander Kueper di Neste. «I risultati dello studio ECLIF3 confermano un impatto climatico significativamente inferiore quando si utilizza SAF al 100% e forniscono ulteriori dati scientifici a supporto dell'uso del SAF a concentrazioni più elevate rispetto all'attuale 50% approvato». Alan Newby, direttore del reparto Research & Technology di Rolls-Royce, ha invece dichiarato: «L'uso del SAF ad alti rapporti di miscelazione sarà una parte fondamentale del percorso dell'aviazione verso l'obiettivo delle zero emissioni di CO2. Non solo questi test hanno dimostrato che il nostro motore Trent XWB-84 può funzionare con SAF al 100%, ma anche come si possa ottenere un valore aggiunto dal SAF riducendo gli effetti climatici non-CO2».

I risultati sono stati riportati nella rivista Copernicus Atmospheric Chemistry & Physics (ACP) come parte di un processo scientifico peer-reviewed, conclude Airbus. La questione, ora, è capire come scalare i combustibili sostenibili o, meglio, come renderli appetibili anche economicamente. Dieter Vranckx, CEO in uscita di Swiss, al riguardo aveva dichiarato al Corriere del Ticino: «Quelli che acquistiamo noi, consentono un risparmio di CO2 di almeno l'80%. Parallelamente, abbiamo avviato una collaborazione con Synhelion, una società svizzera attiva nel ramo dei carburanti solari, che in futuro produrrà un combustibile quasi neutro dal punto di vista delle emissioni di CO2. Il problema è che i carburanti SAF costano da quattro a sei volte tanto rispetto al normale cherosene. Inoltre, sono disponibili solo in quantità molto limitate. Anche per questo Swiss spinge a livello di produzione: vogliamo che nel settore i volumi di SAF aumentino e che, un domani, questi volumi soddisfino la domanda».