Maltempo

Il Texas si prepara: «L'uragano Beryl va preso molto sul serio»

Indebolitosi nel passaggio sul Messico, il ciclone ha ripreso forza sulle acque del Golfo e ora si dirige verso lo Stato americano – Toccati, sinora, venti fino a 130 chilometri orari, ma il National Hurricane Center rende attenti: «L'uragano si sta rafforzando»
©CARLOS RAMIREZ
Red. Online
08.07.2024 11:04

Beryl è tornato a essere un uragano. Dopo aver seminato morte e distruzione nei Caraibi, il ciclone aveva toccato le coste del Messico, dove si era indebolito, finendo per essere declassato a tempesta tropicale. Ora, appunto, ripresa forza nel Golfo del Messico, Beryl è rientrano nella lista degli osservati speciali del National Hurricane Center (NHC), il centro statunitense per il monitoraggio degli uragani, come categoria 1, con venti da 120 a 150 chilometri orari.

Sebbene la categoria 1 rappresenti la più debole della scala Saffir-Simpson, il sistema di misurazione dell'intensità dei cicloni tropicali, Beryl non è da sottovalutare, hanno evidenziato le autorità americane. E il Texas, Stato verso il quale è diretto l'uragano, si sta preparando a tutto. «Dobbiamo prendere Beryl molto, molto sul serio», ha avvertito il sindaco di Houston, John Whitmire. Per questa ragione, parti della costa del Texas sono già state evacuate. Secondo il NHC, Beryl ha già raggiunto i 130 chilometri orari e sta guadagnando ancora più forza nel suo passaggio sulle acque calde del Golfo messicano. Per questo, la grande area metropolitana di Houston si sta preparando a un peggioramento della situazione: «Ci aspettiamo un uragano di categoria 1, ma ci stiamo preparando per una categoria 2», ha spiegato un membro dell'amministrazione della contea di Fort Bend alla CNN.

Un'ora fa, Beryl si trovava già a soli 30 chilometri a sud-est delle spiagge di Matagorda. «Le condizioni si stanno deteriorando con pericolose mareggiate e inondazioni improvvise. Lungo la costa sono già stati segnalati venti sostenuti da tempesta tropicale e raffiche di vento da uragano», ha avvertito l'NHC. Forti piogge stanno già sferzando la costa, ma il peggio – a livello di venti – dovrebbe arrivare in mattinata (pomeriggio in Svizzera).

Solo il primo

Il passaggio su acque calde come quelle del Golfo del Messico – ne avevamo parlato qui con il meteorologo di MeteoSvizzera Luca Nisi – rafforza gli uragani. I cicloni prendono «energia dalla superficie calda dell'oceano, ruotando più velocemente e intensificandosi. L'uragano, anche il più violento, prende energie dall'acqua calda di superficie. Ma come tocca zone di terraferma o isole un po' più estese, comincia a subire degli effetti di disturbo, indebolendosi rapidamente». Esattamente quanto successo con l'arrivo di Beryl in Messico. Ma ora, il passaggio sulle acque ha funzionato da "stazione ricarica" per la tempesta. E l'uragano, con rinnovata forza, rischia di portare danni negli Stati Uniti. L'arrivo sulla terraferma, del resto, non annulla istantaneamente i venti: «C'è una certa inerzia: non è come un pulsante che si spegne e si accende, piuttosto si indebolisce gradualmente. Può capitare che un uragano causi danni anche nell'entroterra», ci ha spiegato Nisi.

Sui Caraibi

Testimoni dei danni che può causare un uragano, i Caraibi, duramente sferzati proprio da Beryl. Colpita, in particolare, Grenada, dove le autorità delle isole su cui l'uragano Beryl si è abbattuto hanno lanciato un semplice messaggio ai funzionari delle Nazioni Unite e di altri enti umanitari che chiedevano cosa fosse necessario: «Qualsiasi cosa che permetta a un essere umano di sopravvivere». Simile la situazione a Carriacou, dove – riporta l'AP – «tutta l'isola è stata appiattita». Tra le vittime della furia di Beryl, anche St. Vincent, Grenadine e la Giamaica. A questi Paesi, l'ONU ha stanziato immediatamente quattro milioni di dollari del Fondo di risposta alle emergenze. Ma per la ricostruzione servirà di più. La tempesta ha fatto morti e feriti e ha causato enormi distruzioni, costringendo migliaia di persone a fuggire.

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