Il tifone Yagi semina morte e distruzione in Vietnam

Quasi duecento morti. È questo il tragico bilancio delle vittime del tifone Yagi, in Vietnam, reso noto nelle scorse ore dal governo. Un bilancio destinato, inesorabilmente, ad aumentare. Al momento, infatti, oltre a 197 decessi confermati si contano anche 128 persone ancora disperse. La parte settentrionale del Vietnam è stata messa in ginocchio dal tifone, che ha spazzato via case e interi villaggi, causando morte e distruzione.
Dopo aver colpito, nelle scorse settimane, le Filippine e la provincia insulare di Hainan, nella Cina meridionale causando la morte di 24 persone, Yagi si è infatti diretto verso il nord del Vietnam. La situazione, alla luce di quanto successo nei giorni precedenti, era subito sembrata critica. Tanto che, per prevenire ulteriori scenari tragici, già il 7 di settembre le autorità vietnamite avevano sfollato 23.000 persone dalle aree considerate più a rischio. Ciononostante, il tifone – considerato, dagli esperti, il secondo ciclone tropicale più violento del 2024 dopo l'uragano Beryl – non ha risparmiato il Paese asiatico.
Yagi ha toccato terra in Vietnam sabato, spostandosi rapidamente verso ovest e colpendo, in particolare, la capitale, Hanoi, con forti piogge e raffiche di vento. Non solo. La tempesta ha distrutto anche altre province lungo il Red River (Fiume Rosso), con la sua piena ha inondato le strade di diversi villaggi. Ma non è tutto. Un altro villaggio, invece, è stato spazzato via interamente da una frana causate dalle inondazioni improvvise, uccidendo 16 persone e causando decine di dispersi. Nella provincia di Phu Tho, lunedì, è crollato un ponte sotto la forza dell'acqua, inghiottendo un camion che stava circolando sopra al manufatto in quel momento.
Nella provincia di Lao Chai, ad avere la peggio è stato il villaggio di Lang Nu dove il torrente d'acqua esondato ha seppellito sotto fango e macerie ben 35 famiglie. «Questa è la peggiore inondazione che abbia mai visto negli ultimi anni», ha dichiarato a Reuters una donna di 42 anni residente nella capitale vietnamita. «Ieri mattina era tutto asciutto. Ora l'intera strada è allagata. Non siamo riusciti a dormire stanotte», ha rivelato la donna, spiegando di essere stata costretta a spostare i mobili della sua casa allagata a un piano più alto.
«La mia casa ora fa parte del fiume», ha dichiarato un altro residente di un quartiere di Hanoi, sulle rive del Fiume Rosso. Ma i danni non sono circoscritti solo alle singole abitazioni. Sempre nel Vietnam del nord, il tifone Yagi ha anche danneggiato gravemente un gran numero di fabbriche e allagato magazzini nei centri industriali, orientati all'esportazione. Molti di questi, dunque, si sono visti costretti a chiudere. Una misura necessaria, ma che non si esclude possa avere ripercussioni sulle catene di approvvigionamento globali, dal momento che il Vietnam ospita grandi stabilimenti di multinazionali che esportano i loro prodotti principalmente negli Stati Uniti, in Europa e nell'Occidente in generale. Importanti, neanche a dirlo, anche i danni all'agricoltura. Secondo le autorità locali, sono stati distrutti 250.000 ettari di raccolti.