Mondo
La diretta
I ribelli sono entrati a Damasco, nelle strade della capitale siriana la gente festeggia la caduta del presidente – Reuters e le agenzie russe: «Bashar al-Assad è a Mosca» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
22:19
22:19
Filo-turchi attaccano l'area dei curdi nel nord della Siria: 26 morti
Almeno 26 combattenti sono stati uccisi quando la fazione di siriani sostenuti dalla Turchia hanno lanciato un'offensiva nell'area di Manbij, nel nord del Paese.
I combattenti pro-Ankara hanno già ripreso l'enclave curda di Tal Rifaat la scorsa settimana, giorni dopo che i ribelli guidati dagli islamisti hanno lanciato l'offensiva nelle aree controllate dal governo fino a conquistare Damasco. «Le fazioni pro-Turchia hanno conquistato ampi distretti della città di Manbij nella campagna est di Aleppo, dopo violenti scontri con il Consiglio militare di Manbij», ha affermato l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Il Consiglio è affiliato alle Forze democratiche siriane (SDF) guidate dai curdi che agiscono come un esercito de facto per l'amministrazione curda che controlla fasce del nord-est della Siria. «Gli scontri hanno ucciso nove combattenti filo-turchi e almeno 17 combattenti del Consiglio militare», ha affermato l'Osservatorio.
Anche le Sdf sostenute dagli Usa hanno segnalato «feroci scontri», affermando che i consigli militari a Manbij e ad Al-Bab stavano «infliggendo colpi» ai combattenti sostenuti dalla Turchia. Nel frattempo, le fazioni sostenute da Ankara hanno rivendicato di aver «preso il controllo della città di Manbij», in una dichiarazione sul loro canale Telegram.
21:15
21:15
Gli USA hanno colpito oltre 75 obiettivi legati all'ISIS in Siria
Gli Stati Uniti hanno condotto attacchi contro oltre 75 obiettivi legati all'ISIS in Siria. Lo ha annunciato il Pentagono.
Gli attacchi di oggi, ha precisato il Comando centrale degli Stati Uniti in Medio Oriente, sono stati effettuati contro «oltre 75 obiettivi utilizzando più mezzi dell'aeronautica americana, inclusi B-52, F-15 e A-10». Colpiti leader, miliziani e accampamenti dell'ISIS.
20:04
20:04
Biden: «Finalmente Assad è caduto, opportunità storica»
«Finalmente il regime di Assad è caduto. Questa è un'opportunità storica per il popolo siriano». Lo ha detto il presidente statunitense Joe Biden alla Casa Bianca, aggiungendo che «Assad deve essere portato davanti alla giustizia e punito».
«Gli Stati Uniti proteggeranno i vicini della Siria in questo periodo di transizione: Iraq, Giordania e Israele», ha poi proseguito Biden. «Lavoreremo con tutti i gruppi i siriani al fine di costruire una nazione indipendente».
19:44
19:44
Mosca chiede una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU
La Russia ha chiesto per domani una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU dopo la caduta del regime di Assad.
«In relazione agli ultimi eventi in Siria, la cui portata e le cui conseguenze per questo Paese e per l'intera regione non sono ancora state misurate, la Russia ha chiesto urgenti consultazioni a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza», ha affermato il vice rappresentante della Russia alle Nazioni Unite, Dmitri Poliansky, su Telegram. L'incontro - ha detto - è stato sollecitato per domani.
19:00
19:00
Bashar al-Assad è in Russia
La Reuters, citando le agenzie di stampa russe, riporta che il presidente siriano Bashar al-Assad è in Russia. Il deposto presidente siriano è arrivato a Mosca con i familiari e la Federazione Russa ha concesso loro asilo, scrive a sua volta la Tass che cita una fonte del Cremlino.
18:25
18:25
Oltre 900 morti dall'inizio dell'offensiva dei ribelli
L'Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che ci sono stati 910 morti, tra cui 138 civili, dall'inizio dell'offensiva degli insorti filo-turchi lanciata il 27 novembre e culminata oggi con la presa di Damasco e la fuga di Bashar al-Assad dalla Siria.
17:12
17:12
L'IDF bombarda l'intelligence e la dogana a Damasco
I media siriani e arabi riferiscono che i caccia israeliani hanno bombardato gli edifici dell'intelligence e della dogana a Damasco e postano video e foto di imponenti incendi nella zona colpita.
Anche l'Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce di incendi scoppiati negli edifici degli organi di sicurezza a Damasco presi di mira dagli attacchi israeliani.
Le fiamme si sono alzate dalla zona in cui si trova la sede dei servizi segreti ed è bruciato un edificio della sezione di sicurezza criminale, hanno riferito i giornalisti AFP sul posto. «Gli attacchi israeliani hanno preso di mira un complesso di sicurezza a Damasco», ha affermato l'osservatorio.
15:46
15:46
Raid israeliano su Centro ricerca scientifica di Damasco
La televisione siriana, stando a quanto riportano media israeliani e arabi, ha riferito che aerei dello Stato ebraico hanno attaccato il Centro di ricerca scientifica Sars vicino Damasco.
15:46
15:46
Intensi scontri tra filo-turchi e Pkk a Manbij
Intensi e prolungati scontri armati sono in corso nel nord della Siria al confine con la Turchia tra fazioni armate filo-turche e loro rivali curdi dell'ala locale del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Lo riferiscono fonti locali a Manbij, a nordest di Aleppo, mentre fonti di stampa locali, vicine ai gruppi armati cooptati da Ankara, affermano che la città di Manbij è ormai sotto il controllo delle milizie arabo-sunnite filo-turche.
Intanto le forze curdo-siriane espressione del Pkk anti-turco accolgono con favore la caduta del regime del presidente siriano Bashar al-Assad. Ilham Ahmed, copresidente del Dipartimento per le relazioni estere dell'Amministrazione autonoma del nordest della Siria (Aanes), ha dichiarato che «l'era della tirannia è finita», invitando a «unire gli sforzi dei siriani per un futuro migliore, fondato sulla giustizia e sulla democrazia».
Aanes ha sottolineato di aver «fatto ogni sforzo, durante gli anni di crisi, per trovare soluzioni pacifiche alle sfide della Siria», ma che «il regime siriano non ha risposto a queste iniziative», si legge in una dichiarazione.
L'Aanes ha ribadito il proprio «impegno per un dialogo costruttivo, invitando tutte le parti siriane a collaborare per plasmare il futuro del paese». E ha espresso la propria «disponibilità al dialogo con tutte le parti siriane» per «tracciare il percorso verso una Siria unita e democratica».
15:42
15:42
Siria: il premier al-Jalali mantiene il suo incarico
Il premier siriano Muhammad al-Jalali mantiene per ora il suo incarico alla guida del governo a Damasco, riferiscono media siriani e fonti delle fazioni armate che hanno per ora il controllo della capitale, smentendo le notizie di aver messo al-Jalali in stato di fermo. «Il premier si appresta a mantenere il suo incarico e a proseguire il suo mandato al servizio del paese», affermano le fonti.
I ribelli siriani hanno trasmesso il loro primo notiziario sulla televisione statale, annunciando di aver «vinto la scommessa e rovesciato il regime criminale di (Bashar al-)Assad».
Parlando sul principale canale d'informazione siriano, il conduttore ha detto: «A coloro che un giorno pensavano che fossimo distrutti, vi annunciamo dal canale siriano d'informazione la vittoria della grande rivoluzione siriana dopo tredici anni di pazienza e sacrificio», riferisce il quotidiano britannico The Guardian.
15:34
15:34
I siriani in Svizzera manifestano per la caduta di Assad
La comunità siriana in esilio in Svizzera ha reagito con gioia alla caduta del regime di Bashar al-Assad. Una manifestazione spontanea è stata programmata per il tardo pomeriggio di oggi sulla piazza della stazione di Berna, ha annunciato l'Associazione Siria-Svizzera, interpellata da Keystone-ATS.
I membri della comunità siriana in esilio hanno seguito da vicino gli eventi degli ultimi giorni. Siamo «felicissimi» per la caduta del leader Bashar al-Assad«, ha dichiarato Therese Junker, copresidente dell'associazione.
Alcuni si chiedono già cosa significhi la fine di al-Assad per il loro statuto in Svizzera. Nonostante la gioia, nessuno sa come si svilupperà la situazione politica in Siria. Si spera che rimanga pacifica, ha continuato Junker.
Secondo i dati dell'Ufficio federale di statistica, alla fine del 2023 nella Confederazione vivevano circa 28'000 cittadini siriani.
L'Associazione Siria-Svizzera, fondata nel 2019, si impegna per l'integrazione delle persone fuggite dal loro paese e rifugiatesi nella Confederazione. Organizza eventi culturali per favorire gli scambi tra siriani e popolazione elvetica.
15:22
15:22
«L'esercito israeliano prende il controllo di basi militari in Siria»
Una fonte della sicurezza ha riferito al media saudita Al-Hadath che l'esercito israeliano ha preso il controllo della base militare sul versante siriano del monte Hermon, e di altre basi siriane nell'area, dopo la ritirata delle forze del presidente Bashar al-Assad.
15:20
15:20
Il leader dei ribelli «ha baciato la terra» al suo arrivo a Damasco
I ribelli guidati dalla milizia islamista Haiat Tahrir al-Sham (Hts) hanno annunciato l'arrivo del loro capo, Abu Mohammed al-Jolani (vero nome Ahmed al-Sharaa) a Damasco, diverse ore dopo la presa della capitale siriana.
Il leader Ahmed al-Sharaa «si è prostrato e ha baciato la terra» al suo arrivo a Damasco, ha annunciato il canale Telegram della coalizione ribelle, che mostra una foto di al-Jolani inginocchiato su un prato.
14:57
14:57
Cade il regime di Assad: le reazioni internazionali
La caduta del regime di Bashar al-Assad è salutata da vari attori internazionali, primo fra tutti Israele. Per l'Unione europea è «uno sviluppo positivo». L'Iran è cauto, il Qatar teme un periodo di caos.
«È un giorno storico per il Medio Oriente: il regime di al-Assad è un anello centrale della catena del male di Iran, questo regime è caduto. Questo è il risultato diretto dei colpi che abbiamo inflitto all'Iran e a Hezbollah (organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese), i principali sostenitori del regime di Assad. Questo ha creato una reazione a catena in tutto il Medio Oriente di tutti coloro che vogliono liberarsi da oppressione e tirannia», ha dichiarato il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, in visita questa mattina al Monte Bental nel Golan, da dove si vede la Siria. «Questo crea nuove opportunità, molto importanti per Israele, ma non privo di rischi», ha aggiunto.
«Noi agiamo prima di tutto per proteggere il nostro confine. Quest'area (la Linea Alpha tra Siria e Israele) è stata controllata per quasi 50 anni come zona cuscinetto che era stata concordata nel 1974 con l'accordo di separazione delle forze: questo accordo è crollato, i soldati siriani hanno abbandonato le loro posizioni», ha affermato il premier in una nota diffusa dal suo ufficio. «Monitoreremo da vicino gli sviluppi. Faremo quello che è necessario per proteggere il nostro confine e garantire la nostra sicurezza».
L'Iran è cauto, il Qatar teme il caos
L'Iran «adotterà un approccio e posizioni adeguate» a seconda degli «sviluppi in Siria e nella regione, nonché del comportamento degli attori» sul terreno, indica il ministero degli esteri di Teheran in una nota commentando l'evolversi della situazione. «Le relazioni tra le due nazioni dell'Iran e della Siria hanno una lunga storia e sono sempre state amichevoli, e si prevede che queste relazioni continueranno», si aggiunge.
Il ministero degli esteri del Qatar ha avvertito che la Siria non deve essere lasciata cadere nel caos dopo la caduta di al-Assad. L'emirato del Golfo ha affermato di «monitorare da vicino gli sviluppi in Siria» e ha sottolineato «la necessità di preservare le istituzioni nazionali e l'unità dello Stato per evitare che scivoli nel caos».
«La fine di Assad è uno sviluppo positivo»
«La fine della dittatura di Assad è uno sviluppo positivo e atteso da tempo. Dimostra anche la debolezza dei sostenitori di Assad, Russia e Iran. La nostra priorità è garantire la sicurezza nella regione. Lavorerò con tutti i partner costruttivi, in Siria e nella regione», scrive sulla rete sociale X l'alta rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas.
«Il dittatore è caduto. È chiaro che il brutale governo di Bashar al-Assad in Siria, durato 24 anni, è finito e il suo regime è a pezzi. Questo è un periodo critico per la regione e per i milioni di siriani che vogliono un futuro libero, stabile e sicuro. Ciò che accadrà nelle prossime ore e nei prossimi giorni è importante. Il dialogo, l'unità, il rispetto dei diritti fondamentali e del diritto internazionale devono caratterizzare i prossimi passi», scrive su X la presidente dell'europarlamento Roberta Metsola.
Macron: «Cade finalmente uno Stato di barbarie»
Il presidente francese Emmanuel Macron oggi ha accolto con favore il fatto che lo «Stato di barbarie» è «finito» in Siria con la caduta del presidente al-Assad, ma ha sottolineato che la Francia rimarrà «impegnata per la sicurezza di tutti» nella regione. «Lo Stato di barbarie è finalmente caduto», ha scritto il capo dell'Eliseo su varie reti sociali.
Dal canto suo, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha descritto la fine del regime di al-Assad come «una buona notizia», invocando la protezione di tutti i gruppi religiosi e le minoranze nel paese e una soluzione «politica».
«Bashar al-Assad ha oppresso brutalmente il suo stesso popolo, ha innumerevoli vite sulla coscienza e ha costretto molte persone a fuggire dalla Siria, molte delle quali sono arrivate in Germania», ha affermato il capo del governo tedesco in un comunicato stampa.
«I dittatori che si appoggiano e scommettono su Vladimir Putin (Il presidente russo) sono destinati a cadere», come dimostra la caduta di al-Assad in Siria, ha invece indicato il ministero degli esteri ucraino.
14:07
14:07
La Svizzera invita le parti in causa a impegnarsi per la pace
Dopo la caduta, stamani, del regime di Bashar al-Assad in Siria, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha invitato tutte le parti a proteggere i civili, a rispettare il diritto internazionale umanitario e a impegnarsi per la pace e la riconciliazione.
Il DFAE sta monitorando attentamente la situazione in seguito agli ultimi sviluppi nel paese, indica oggi pomeriggio lo stesso dipartimento sulla rete sociale X.
Circa 60 persone sono iscritte nel registro degli svizzeri all'estero per la Siria e un'altra è registrata su Travel Admin, l'app di viaggio del DFAE, come persona di passaggio, ha poi indicato il dipartimento a Keystone-ATS.
Non è stata ancora presentata alcuna richiesta di assistenza consolare. La «Helpline DFAE» per la Siria non ha ricevuto alcuna chiamata.
Il DFAE non organizza partenze. Si applicano i principi della responsabilità individuale ai sensi della Legge sugli Svizzeri all'estero (LSEst).
Il DFAE in Siria è rappresentato da un ufficio umanitario della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), che rimane operativo. Tutto il personale del DFAE nel paese sta bene.
Dall'aprile 2011, il DFAE sconsiglia i viaggi e i soggiorni in Siria.
13:29
13:29
«Presto per parlare dei rifugiati siriani in Svizzera»
Gli sviluppi in Siria sono tutti ancora in divenire e non è ancora chiaro cosa significheranno per i rifugiati siriani che si trovano in Svizzera: lo afferma Elham Manea, professoressa all'università di Zurigo e specialista del Medio Oriente.
«La situazione attuale non significa molto per i rifugiati siriani nella Confederazione», argomenta la 58enne in un'intervista pubblicata dal sito online del Blick. «È ancora troppo presto per prevedere come evolverà la situazione in Siria e se ciò possa aprire prospettive di rientro a lungo termine. Molto dipenderà da quanto sarà stabile l'ordine postbellico e se la situazione politica e di sicurezza consentirà un ritorno. Fino ad allora, si tratta di aspettare e osservare gli ulteriori sviluppi».
«Non è ancora chiaro se i ribelli faranno pace con i curdi o se la Siria si disintegrerà in più parti», prosegue l'accademica allargando lo sguardo a quanto avviene sul terreno. «La Turchia, in quanto principale sostenitore dell'HTS (gruppo islamista Haiat Tahrir al-Sham) si oppone fermamente a una regione curda autonoma. Allo stesso tempo, l'HTS persegue l'obiettivo di conquistare l'intera Siria, rendendo più probabili i conflitti con i curdi. Le milizie filo-turche stanno attualmente attaccando aree curde come Manbij, provocando pesanti combattimenti, crisi umanitarie e migliaia di sfollati interni». Sempre secondo l'esperta, la ricomparsa di cellule del sedicente Stato islamico (Isis) in Siria sta aggravando l'insicurezza. «Resta da vedere se l'HTS creerà stabilità o se sorgeranno conflitti interni, come in Libia».
«Alla luce di questi sviluppi, la Russia è indubbiamente preoccupata per la possibile perdita delle sue basi militari in Siria», aggiunge l'intervistata. «La perdita di queste basi non solo indebolirebbe significativamente la presenza militare della Russia in Medio Oriente, ma minerebbe anche le sue ambizioni geopolitiche nella regione. Resta da vedere quali misure adotterà Mosca per proteggere i suoi interessi in Siria e assicurare le sue posizioni strategiche».
13:20
13:20
L'appello dei leader alawiti: «Si eviti la violenza»
I leader religiosi della comunità alawita in Siria, alla quale appartiene il deposto presidente Bashar al Assad, hanno pubblicato una dichiarazione ufficiale in cui affermano il loro impegno per la pace e la stabilità del popolo siriano.
Nella dichiarazione, sottolineano la loro ferma opposizione a qualsiasi forma di violenza o uso delle armi contro i cittadini siriani. Inoltre, hanno fatto appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto affinché avviino un dialogo che possa servire gli interessi del popolo siriano.
13:06
13:06
«Attacchi israeliani nel sud della Siria e vicino a Damasco»
I media siriani riferiscono di attacchi aerei israeliani nelle zone di Daraa e Suwayda, nel sud della Siria, non lontano dal confine, e sulla base aerea di Mezzeh, vicino a Damasco. Gli attacchi hanno preso di mira i depositi di munizioni e armi della base aerea di Khalkhalah a Suwayda, diversi siti nel governatorato di Daraa e la base aerea di Mezzeh. Per il momento l'Idf non ha commentato.
12:47
12:47
Mosca: «Assad ha lasciato la Siria»
Il Ministero degli esteri russo ha confermato che Bashar al Assad ha lasciato la Siria dopo «essersi dimesso da presidente».
Lo stesso Ministero afferma che le basi militari russe in Siria sono in massima allerta, ma al momento non vi è alcun pericolo serio per esse.
12:35
12:35
Migliaia di profughi siriani stanno tornando in patria
Migliaia di siriani, molti da più di 10 anni profughi nel vicino Libano, si stanno dirigendo stamani ai valichi frontalieri con la Siria dopo il dissolvimento del sistema di potere incarnato dalla famiglia Assad al potere da 54 anni.
Lo riferiscono i media libanesi che citano come le autorità di Beirut stiano ora facilitando l'esodo in massa di profughi siriani a lungo considerati in Libano come un peso insostenibile per la società e l'economia del paese.
12:33
12:33
«Saccheggi di massa a Damasco»
L'agenzia russa Ria Novosti riferisce, citando «testimoni oculari», che «saccheggi di massa» sono in corso a Damasco nei quartieri dove sono situate le sedi governative.
«Abbiamo paura, per ora rimaniamo chiusi in casa»: è una delle numerose testimonianze raccolte in queste ore dall'agenzia italiana Ansa da abitanti di Damasco che seguono con entusiasmo e al tempo stesso con preoccupazione gli sviluppi seguiti al dissolvimento questa notte del sistema di controllo e repressione incarnato dalla famiglia Assad, al potere da 54 anni.
«Con l'apertura delle prigioni sono usciti non solo dissidenti e oppositori politici, ma anche tanti ladri e criminali», afferma Rawda, che riferisce di furti e saccheggi nelle case.
Altre testimonianze riferiscono di continui boati di raffiche di fucili automatici. La tv di stato siriana, il cui controllo è passato stamani in mano agli insorti, ora trasmette un annuncio: «Invitiamo tutti i siriani a proteggere le proprietà pubbliche e private», proprio in riferimento al diffondersi di atti di criminalità, vandalismo e saccheggi.
11:39
11:39
Il mistero dell'aereo sparito dai radar
L'aereo su cui sarebbe partito Bashar al Assad «da Damasco è scomparso improvvisamente dai radar dopo qualche minuto di volo, dopo una virata di 180 gradi verso la costa».
Lo riportano i media israeliani, citando Reuters che parla di «mistero». «Ci sono alte probabilità che sia morto in un incidente aereo», sottolineano fonti siriane alla Reuters, secondo quanto riportano i media.
10:59
10:59
I ribelli hanno preso il controllo dei centri del potere di Damasco
I ribelli che sono entrati a Damasco hanno preso il controllo dei centri del potere della capitale siriana. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate di sicurezza che stanno seguendo l'evolversi della situazione, al momento sono in mano ai ribelli il palazzo presidenziale nel quartiere di Malki, la sede della Tv di Stato, l'aeroporto internazionale e il carcere di Sednaya.
I ribelli controllano anche le principali strade a Damasco e in diverse zone della città i cittadini sono scesi in strada per applaudire i ribelli e per intonate slogan contro il presidente Bashar Al Assad.
Assad si troverebbe in una base russa in territorio siriano. Secondo fonti di sicurezza avrebbe lasciato Damasco a bordo di un Ilyushin-76 per raggiungere la base, dalla quale poi probabilmente rifugiarsi a Mosca.
10:43
10:43
«Attaccata l'ambasciata iraniana a Damasco»
L'ambasciata iraniana a Damasco è stata attaccata da un gruppo di uomini armati: lo ha riferito l'agenzia iraniana IRNA, dopo che le immagini dell'attacco sono state diffuse dalla TV.
Intanto il personale dell'ambasciata dell'Iraq a Damasco è stato evacuato verso il Libano, secondo quanto rivela una fonte diplomatica.
E nel frattempo la televisione di stato siriana ha mandato in onda un messaggio in cui si proclama la «vittoria» dell'insurrezione e la caduta del «regime criminale» di Bashar Al Assad dopo la caduta di Damasco. «Vittoria della grande rivoluzione siriana e caduta del criminale regime di Assad», si legge in un messaggio scritto mandato in onda su uno sfondo rosso. In un video mandato in onda si vede una persona che legge un proclama dalla «Sala operativa della conquista di Damasco».
09:46
09:46
L'IDF schierato al confine tra Siria e Israele
L'esercito israeliano rende noto di essere entrato nella zona cuscinetto del Golan: carri armati e forze di fanteria sono sulla Linea Alpha, al confine tra Siria e Israele, all'interno della zona smilitarizzata, per impedire ai ribelli siriani di entrare. È la prima volta che ciò succede da quando è stato firmato l'accordo di disimpegno del 1974, che pose fine alla guerra dello Yom Kippur.
«L'Idf ha schierato truppe nella zona cuscinetto e in una serie di aree che è necessario difendere, al fine di garantire la sicurezza delle comunità sulle alture del Golan e dei cittadini di Israele», afferma l'esercito in una dichiarazione.
09:44
09:44
Assad potrebbe essere fuggito in Russia
Secondo un funzionario israeliano citato da Walla, Bashar al Assad è volato ieri sera da Damasco alla base aerea russa di Hmeimim, nel governatorato di Latakia in Siria, con l'intenzione di proseguire per Mosca.
Un funzionario statunitense ha affermato che gli Stati Uniti hanno visto Assad lasciare la capitale: «Crediamo che stesse pianificando di scappare in Russia». Tuttavia, al momento non ci sono indicazioni che Assad abbia lasciato la Siria.
08:45
08:45
Il premier siriano: «Ora si tengano elezioni libere»
Il primo ministro siriano, Ghazi al-Jalali, al quale le milizie ribelli vincitrici hanno riconosciuto un ruolo di garanzia fino al ricambio ufficiale del potere, ha detto in un'intervista con l'emittente Al Arabiya che la Siria dovrebbe ora tenere «libere elezioni affinché il popolo possa scegliere chi debba guidarli».
Al-Jalali aveva già detto di avere contattato il comandante dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, con il quale ha detto di essersi accordato sulla transizione.
07:33
07:33
La folla festante a Damasco calpesta la statua abbattuta del padre di Assad
La folla festante a Damasco, dopo la conquista da parte dei ribelli sunniti e la dichiarazione della fine della «tirannia» di Bashar al Assad, ha calpestato la statua abbattuta del padre di Bashar, Hafez al Assad, che ha governato con il pugno di ferro per quasi 30 anni fino al 2000. Lo riportano fonti giornalistiche sul posto, mentre la Tv di Afp trasmette le immagini.
07:13
07:13
Rilasciati i prigionieri «ingiustamente detenuti» sotto Assad
I ribelli siriani hanno annunciato di aver rilasciato tutti coloro che sono stati «ingiustamente detenuti» sotto il presidente Bashar al-Assad. In precedenza i ribelli avevano reso noto di aver fatto irruzione nel famigerato carcere militare di Damasco, annunciando su Telegram la «fine dell'era della tirannia nella prigione di Sednaya».
06:53
06:53
Il punto alle 7
I ribelli siriani ha annunciato di esser entrati nella capitale siriana Damasco, dove i residenti hanno riferito di aver sentito forti spari.«Le nostre forze hanno iniziato a entrare a Damasco», ha dichiarato Hayat Tahrir al-Sham (HTS) su Telegram. I gruppi ribelli più tardi hanno riferito della la «fuga» del «tiranno» Bashar al-Assad, riferendosi al presidente della Siria.
«Assad ha lasciato la Siria attraverso l'aeroporto di Damasco, prima del ritiro dei membri delle forze armate e di sicurezza» dal sito, ha dichiarato all'agenzia di stampa Afp il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahmane.
I ribelli a guida islamica hanno poi invitato i connazionali sfollati all'estero a tornare nella «Siria libera», annunciando l'inizio di una «nuova era» in Siria dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il comandante dei ribelli Abu Mohammed al-Jolani ha fatto sapere che le istituzioni pubbliche siriane resteranno sotto il controllo del primo ministro fino al «passaggio ufficiale delle consegne».
Il primo ministro siriano, Mohammed Ghazi Jalali, ha affermato in un intervento in video che il governo è pronto a «tendere la mano» all'opposizione e a cedere le sue funzioni a un governo di transizione.
«Sono a casa mia e non me ne sono andato, e questo è dovuto alla mia appartenenza a questo Paese», ha detto Jalili, come riporta il Guardian. Il premier ha aggiunto che sarebbe andato nel suo ufficio per continuare a lavorare e ha invitato i cittadini a non danneggiare la proprietà pubblica.
Gli abitanti di Damasco, nella notte, hanno festeggiato nelle strade della capitale la caduta del governo del presidente Assad.