Il caso

Il tuo volo è in ritardo? Occhio, potresti avere problemi con il risarcimento

Secondo Le Monde, Consiglio Europeo e Parlamento stanno cercando di rivedere il regolamento in materia: il rimborso passerebbe da un aumento della durata e delle distanze
Marcello Pelizzari
12.03.2025 09:00

Volo in ritardo o cancellato? Capita. Quantomeno, la rabbia e la frustrazione possono essere compensate. Parliamo della possibilità, come passeggero, di ottenere un risarcimento. Una possibilità garantita – dall'11 febbraio 2004 – dal regolamento 261/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, che – citiamo – «istituisce regole comuni in materia di compensazione e assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato». Un regolamento, parentesi, adottato anche dalla Svizzera.

Riassumendo al massimo, per dirla con aeroTELEGRAPH, chi viaggia ha diritto a un risarcimento se, appunto, il proprio volo viene cancellato o, ancora, subisce un ritardo di tre ore o più. Le cifre possono variare: 250 euro per le tratte entro i 1.500 chilometri, 400 per quelle comprese fra i 1.500 e i 3.500, 600 se, invece, il volo si spinge ancora più lontano. Parentesi: il volo deve partire da o atterrare nell’UE mentre la compagnia deve avere la propria sede all’interno dell’UE. Come detto, il regolamento si applica anche alla Confederazione e ai vettori elvetici. 

I diritti dei passeggeri aerei, negli anni, pur rimanendo centrali e importanti sono finiti al centro di molti, moltissimi tira e molla. Le compagnie aeree, in particolare, da tempo sostengono che attorno a questi diritti si sia formata una vera e propria industria del risarcimento. Emersa, in particolare, online. Ogni anno, secondo le stime, i vettori versano fra i tre e i quattro miliardi di euro di risarcimenti in Europa. Una cifra monstre, soprattutto considerando che non tutti i passeggeri conoscono il regolamento o, analogamente, fanno valere i propri diritti quando necessario. Di qui la proposta dell'Unione: alleggerire il carico sul settore. Tentativi, in questo senso, vanno avanti (senza successo) dal 2013. 

In carica da gennaio, riferisce al riguardo Le Monde, la presidenza polacca del Consiglio Europeo sembrerebbe essersi posta, fra gli obiettivi, quello di modificare il regolamento 261/2004. Una bozza, leggiamo, dovrebbe (potrebbe) essere pronta entro giugno. D'accordo, ma di che modifiche stiamo parlando? E in quale direzione andrebbero? Semplice: un aumento della durata e delle distanze per ottenere il rimborso. Ovvero: 250 euro per i voli fino a 3.500 euro, ma per ritardi pari o superiori a cinque ore. E ancora: 400 euro per ritardi pari o superiori a nove ore e tratte superiori a 3.500 chilometri all'interno dell'Unione Europea o fino a 6.000 chilometri per voli extra-UE; infine, per ritardi di dodici ore su voli oltre i 6.000 chilometri il risarcimento sarebbe di 600 euro. 

Le Monde, di nuovo, spiega che il Parlamento – per contro – vorrebbe proporre 300 euro per i voli fino a 2.500 chilometri, 400 per i voli compresi fra 2.500 e 6.000 chilometri e 600 euro per i voli oltre i 6.000 chilometri. Una proposta, questa, più generosa. L'obiettivo, sia quel che sia, appare evidente: alleggerire il carico delle compagnie e, di riflesso, l'onere a livello di risarcimenti, dal momento che la maggior parte dei ritardi (in media) dura meno di cinque ore.