Malattie

Il vaiolo delle scimmie, ora, è un'emergenza: come mai?

Il direttore dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha spiegato che la malattia si diffonde con modalità ancora troppo sconosciute
Marcello Pelizzari
23.07.2022 17:46

Riavvolgiamo il nastro. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito e dichiarato la diffusione del vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria globale. Si tratta, come ribadito nei lanci d’agenzia, del massimo grado di allerta. Il cosiddetto monkeypox è una malattia causata da un virus appartenente alla medesima famiglia del vaiolo: i casi, mentre scriviamo queste righe, sono più o meno 16 mila in una settantina di Paesi. Cinque, a detta dell’OMS, i morti legati all’attuale ondata.

Nessuna indicazione, poi...

L’OMS, finora, aveva mantenuto un atteggiamento piuttosto cauto nei confronti del vaiolo delle scimmie. Quasi garantista, volendo. Un apposito comitato di esperti, ad esempio, non aveva dato alcuna indicazione né lo scorso giugno né una manciata di giorni fa, come ha sottolineato il Post.

Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, tuttavia, nel motivare la decisione odierna ha spiegato che il vaiolo delle scimmie «si diffonde nel mondo con modalità di trasmissione di cui sappiamo troppo poco».

Le altre 6 emergenze

Nel glossario dell’OMS, un’emergenza sanitaria globale viene dichiarata quando si verifica un evento straordinario che può «comportare rischi per la salute pubblica in altri Stati». In passato, tale definizione è stata usata ben sei volte: nel 2009 con l’epidemia di influenza H1N1, nel 2014 a causa della poliomielite, nel 2014 e ancora nel 2019 per l’ebola, nel 2016 per il virus zika e infine, come tutti sappiamo, nel 2020 per il coronavirus.

Che cos'è il vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie, come avevamo già avuto modo di scrivere, è una malattia infettiva. A causarla è il virus MPXV o monkeypox virus. Non va, evidentemente, confusa con il vaiolo, che la stessa OMS dichiarò debellato nel 1979 grazie a una massiccia campagna vaccinale iniziata negli anni Cinquanta e conclusasi sul finire dei Settanta.

La malattia è particolarmente diffusa nei primati non umani, scimmie appunto, come in alcune specie di roditori. Ed è (era) legata all’Africa. L’infezione, da uomo a uomo, si trasmette tramite la saliva, il contatto con ferite aperte o con liquidi biologici infetti. Il direttore dell’OMS, detto ciò, ha spiegato che il modo in cui il vaiolo delle scimmie si sta diffondendo nella nostra società non è totalmente chiaro sebbene le possibilità di contagio siano considerate rare dagli esperti. Di qui, ad ogni modo, la necessità di approfondimenti.

E il vaccino?

I sintomi del vaiolo delle scimmie, concludendo, sono quelli tipici delle infezioni virali: febbre, dolori muscolari, mal di testa, stanchezza e ingrossamento dei linfonodi. La malattia, in questo caso, provoca altresì la comparsa di pustole sul viso nonché sulle mani e sui piedi. Il decorso, nella maggior parte dei casi, è positivo tant’è che i sintomi si attenuano e scompaiono in un paio di settimane senza terapie specifiche.

In Svizzera, dal 21 maggio scorso, i casi conclamati sono stati 229.

Quanto al vaccino, attualmente – si legge sul sito dell’Ufficio federale della sanità pubblica – «non esiste un vaccino specifico contro il vaiolo delle scimmie». Tuttavia, «i vaccini contro il vaiolo di prima e seconda generazione, somministrati nell’ambito del programma di eradicazione di questa malattia (in Svizzera fino al 1972), offrono una protezione efficace».

Per l’immunizzazione contro il vaiolo negli adulti, in Europa e negli Stati Uniti è stato autorizzato un vaccino di terza generazione che offre una buona protezione anche contro il vaiolo delle scimmie (attorno all’85 %). «Al momento – conclude l’UFSP – questo vaccino non è omologato in Svizzera. L’eventuale acquisto di vaccini è in fase di chiarimento».

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