Il video, la manovra, le voci incontrollate: che cosa sappiamo dell'incidente a Mestre
Sì, ci sarebbe un video sull'incidente di Mestre costato la vita a 21 persone, quasi tutte giovanissime. Un video nel quale si vedono le auto in coda sul cavalcavia e, fra loro, l'autobus che all'improvviso si muove. Un movimento strano, scrive il Corriere della Sera riportando la voce di chi ha visionato quel filmato, dalla parte destra della carreggiata. La manovra, descritta come «eccessiva», si conclude con il terribile volo nel vuoto. E con il conseguente schianto.
Di manovra eccessiva, anzi impropria, ha parlato anche un testimone alla guida di un'auto dietro al bus. Bus che, ricordiamo, trasportava turisti di rientro da una gita a Venezia verso un campeggio a Marghera che si chiama «Hu». Qualcosa di strano, insomma, sarebbe effettivamente successo. Anche perché non aveva senso compiere una manovra simile in quel determinato punto. E, soprattutto, con quel mezzo. Di qui l'ipotesi, subito cavalcata dai media: un malore o, in alternativa, un colpo di sonno dell'autista. Parlando con i giornalisti giunti sul posto nella notte, il comandante della Polizia municipale di Venezia, Marco Agostini, ha dichiarato che stando ai primi rilievi non sono state trovate tracce di frenata sull’asfalto. Il che, secondo Agostini, potrebbe far pensare che l’autista dell’autobus abbia accusato un malore e che, dunque, sia stato questo il motivo dell’incidente. Ma, appunto, stiamo parlando di ipotesi.
Massimo Fiorese, CEO di «La Linea» – la società di autobus che gestiva per conto della Martini bus il collegamento tra Marghera e Venezia per favorire i clienti di un vicino campeggio – , ha parlato di un autista «molto coscienzioso» che effettuava come tutti i colleghi controlli medici accurati ogni anno. Ed esclude un colpo di sonno: «Aveva iniziato il turno due ore prima». «È un incidente veramente inspiegabile, perché è avvenuto in un'area urbana, ha coinvolto un pullman elettrico nuovo e la velocità in quel momento era bassissima. Attendiamo i risultati dell'autopsia per capire qualcosa». Sotto accusa anche le condizione del guardrail travolto dal mezzo: «Sembra una ringhiera».
Sono circolate, nel frattempo, anche voci incontrollate. Come un audio diffuso su WhatsApp nella zona di Mestre e Venezia. Nel quale la voce di una donna afferma di sapere chi è l'autista e di sapere altresì dove lavorava. E ancora: «Qualche testimone ha visto l’autobus prendere fuoco nella rampa di salita del cavalcavia», tuttavia il conducente «non poteva fermarsi perché era stretto fra altre macchine in coda». Nel fare una manovra, di conseguenza, il conducente avrebbe perso il controllo. Uscendo dalla carreggiata e precipitando dal cavalcavia. Riguardo al bus in fiamme già prima della caduta, però, non ci sono riscontri.
Non è chiaro, al momento, il motivo per cui l’autobus abbia preso fuoco: una prima ipotesi è che il mezzo possa aver urtato i cavi dell’alta tensione cadendo, ma anche qui non ci sono riscontri. L’autobus aveva una doppia alimentazione, elettrica e a metano, e le operazioni di rimozione sono state molto lunghe: i Vigili del Fuoco, nella notte, hanno dovuto aspettare che si raffreddassero le batterie al litio. Non solo, il mezzo è stato portato in un luogo isolato perché le citate batterie al litio potrebbero prendere ancora fuoco.
Mauro Luongo, comandante dei Vigili del Fuoco di Venezia, sulla dinamica dell'accaduto ha preferito non sbilanciarsi, a caldo. Ha fornito, per contro, una testimonianza di quanto ha visto: «Credo che una scena così tragica, con così tanti morti in quelle condizioni, la maggior parte di noi non l’abbia mai vista, nemmeno i più anziani» ha detto al Corriere della Sera. «Anche se ogni vita ha il suo peso, il numero conta. Ne abbiamo visti di corpi accartocciati fra le lamiere, nei nostri interventi, ma vederli tutti lì, ammassati in mezzo alle fiamme... C’erano anche una ragazza e una bambina che adesso sono qui, sotto il ponte, coperte dai teli».
Identificate 7 delle 21 vittime
Tra i 21 deceduti nell'incidente, due sono minorenni non ancora identificati. Sette delle vittime sono state identificate: cinque cittadini ucraini, l'autista italiano e un cittadino tedesco. Lo ha riferito ai giornalisti il prefetto di Venezia, Michele Di Bari. Dei 15 feriti, quattro sono ucraini, uno tedesco, un francese, un croato, due spagnoli e due austriaci. Tre sono minorenni, di cui una ucraina ricoverata a Padova e due tedeschi a Treviso.