In Austria trionfa l'ultradestra, ma è rebus coalizione
In Austria, oggi, si votava per rinnovare il Consiglio nazionale. Ovvero, la Camera bassa del Parlamento. I seggi hanno chiuso alle 17 e, stando alle prime proiezioni, a vincere è stata l'estrema destra con il Partito delle Libertà (FPÖ) del leader Herbert Kickl. Capace di ottenere il 29,1% dei voti. Al secondo posto, con il 26,3%, è arrivato il Partito Popolare (ÖVP, di centrodestra) del cancelliere Karl Nehammer. Partito che, in questi ultimi cinque anni, ha governato il Paese assieme ai Verdi. Al terzo posto, con il 20,9%, il Partito Socialdemocratico (SPÖ, di centrosinistra) all'opposizione durante l'ultimo mandato. Quindi i Liberali di NEOS (8,8%) e i Verdi (8,7%).
Si è invece fermato prima della soglia di sbarramento del 4% il Partito della Birra, curiosa formazione formatasi alcuni anni fa come partito satirico che, tuttavia, a questo giro aveva presentato un programma vero e proprio: secondo gli exit poll avrebbe ottenuto il 2,1%. Di poco sopra (2,3%) il Partito Comunista. «Grazie, grazie a ogni singolo elettore» ha commentato, a caldo, il portavoce dell'FPÖ Michael Schnedlitz. «Oggi gli austriaci hanno fatto la Storia. La popolazione si è espressa chiaramente a favore del cambiamento». Se le proiezioni dovessero trovare conferma, per il Partito delle Libertà si tratterebbe di una vittoria netta. Ben al di sopra di ogni aspettativa, dal momento che i sondaggi davano l'FPÖ al massimo al 26%. Resta da capire, ora, se e come l'FPÖ formerà un governo dal momento che nessun altro partito, finora, si è detto disposto a formare una coalizione con l'estrema destra o, meglio, con Kickl. Il quale, al riguardo, ha detto: «Bisognerebbe chiedere a questi partiti che cosa pensano della democrazia». Il successo, travolgente, dell'FPÖ segue una prima vittoria ottenuta a giugno, quando il Partito delle Libertà aveva battuto l'ÖVP alle elezioni europee. In termini generali, quanto successo in Austria rientra in un sostegno, crescente, all'estrema destra a livello continentale. Basti pensare a quanto accaduto nei Paesi Bassi, ma anche in Francia e, soprattutto, in Germania.
Durante la campagna elettorale i principali partiti, tramite i rispettivi candidati, si sono concentrati sull'economia, con particolare accento su costo della vita e inflazione. L'FPÖ, critico nei confronti dell'Islam e desideroso di stringere le norme per i richiedenti asilo, ha parlato molto evidentemente di immigrazione e sicurezza. A maggior ragione dopo che, lo scorso agosto, tre concerti di Taylor Swift a Vienna sono stati cancellati per il timore di attentati terroristici. I risultati definitivi arriveranno fra parecchie ore, stando a quanto riferiscono i portali austriaci. Complice l'introduzione, nel 2023, di una legge che include la possibilità di votare per posta. In ogni caso, l'affluenza alle urne è aumentata rispetto al 2019. Secondo le citate proiezioni, ha votato il 78,5% degli aventi diritto. Cinque anni fa, si era recato alle urne «solo» il 75,59% degli aventi diritto.